Il “modello” Trump in economia

Redazione di Operai Contro, Trump sta delineando quella che sarà la sua politica economica, per il momento siamo al “moderno” lancio via Twitter. Ma con un messaggio di pochi caratteri fa ben capire come ha intenzione di affrontare la crisi, ovvero i problemi sociali quali disoccupazione e miseria operaia che ne derivano. La sua ricetta è industriale condita del classico, questa volta non proprio moderno, nazionalismo economico: chi produce negli Usa avrà agevolazioni fiscali, mentre le aziende che spostano la produzione all’estero si troveranno applicate sulle loro merci rivendute in “patria” un dazio del 35% – minaccia Trump. Il […]
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Redazione di Operai Contro,

Trump sta delineando quella che sarà la sua politica economica, per il momento siamo al “moderno” lancio via Twitter. Ma con un messaggio di pochi caratteri fa ben capire come ha intenzione di affrontare la crisi, ovvero i problemi sociali quali disoccupazione e miseria operaia che ne derivano.

La sua ricetta è industriale condita del classico, questa volta non proprio moderno, nazionalismo economico: chi produce negli Usa avrà agevolazioni fiscali, mentre le aziende che spostano la produzione all’estero si troveranno applicate sulle loro merci rivendute in “patria” un dazio del 35% – minaccia Trump.

Il Corsera del 5 dicembre riportando la notizia del Twitter del neo presidente Usa aggiunge anche che il modello da riprodurre secondo Trump sarebbe quello della Carrier, una storica azienda americana di condizionatori che nel febbraio 2016 aveva annunciato la chiusura, il licenziamento di 1400 operai e il trasferimento in Messico della produzione oggi svolta nell’Indiana. La vicenda della Carrier è stata spesso usata nella campagna elettorale sia da Trump che da Sanders, e ora Trump rivendica di aver convinto il padrone della Carrier a non fare il trasferimento in Messico. In realtà l’accordo tra Trump e la Carrier prevede per certo solo il pacchetto di incentivi statali per 7 mln di dollari in 10 anni, ma dei 2100 posti dello stabilimento di Indianapolis a salvarsi sono stati soli 800 posti, il centro direzionale e ingegneristico che rimangono in America. Sicuramente invece 600 posti per la produzione di fornaci a gas dalla Carrier di Indianapolis verranno comunque trasferiti in Messico e possiamo immaginare che saranno in gran parte operai. Inoltre non si parla più di altri 700 licenziamenti del trasferimento della fabbrica di componenti elettronici di Huntington il cui piano va comunque avanti.

Insomma anche dal punto di vista della mera salvaguardia dei posti di lavoro operaio il cosiddetto “modello” Trump lascia ampiamente a desiderare. Ma dal punto di vista del messaggio che lancia alla società si presenta come quello che salva il lavoro. E lo fa rispolverando dalla storia il decrepito, quanto pericoloso, nazionalismo economico con protezionismo delle aziende americane.

R.P.

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