La gioventù che ha sconfitto Renzi.

Redazione di Operai Contro, Il risultato del voto al referendum ha strappato per un attimo il velo dell’ideologia, della mistificazione del governo, della stampa, dei padroni. Per un attimo il re è rimasto nudo. Le analisi degli istituti di ricerca, della stampa non hanno potuto fare a meno di evidenziare come il No al referendum sia stato un voto politico e di classe: I padroni, la borghesia, il ceto medio alto hanno votato per Renzi e la sua “riforma”. Gli operai, i giovani, i disoccupati, e la piccola borghesia rovinata dalla crisi si sono schierati contro. Ma su tutto […]
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Redazione di Operai Contro,

Il risultato del voto al referendum ha strappato per un attimo il velo dell’ideologia, della mistificazione del governo, della stampa, dei padroni. Per un attimo il re è rimasto nudo.

Le analisi degli istituti di ricerca, della stampa non hanno potuto fare a meno di evidenziare come il No al referendum sia stato un voto politico e di classe: I padroni, la borghesia, il ceto medio alto hanno votato per Renzi e la sua “riforma”. Gli operai, i giovani, i disoccupati, e la piccola borghesia rovinata dalla crisi si sono schierati contro.

Ma su tutto quello che davvero impressiona è il dato sul voto dei giovani. Laddove i giovani hanno votato si sono espressi nettamente per il NO con percentuali che variano dal 70 all’80%! E se questo dato viene intrecciato con quello sul reddito, luogo di residenza e regione di appartenenza viene fuori allora che una generazione di giovani proletari ha manifestato anche se con un semplice voto la propria rabbia.

Questi giovani stanno misurando sulla propria pelle la grande mistificazione di questa società, dei suoi presunti progressi. Da una scuola buona solo ad irreggimentare e nei gradi più alti sempre più riservata ai soli ricchi, al mondo del lavoro dove le nuove regole volute dai padroni e introdotte dai governi, da ultimo quello di Renzi, dietro la promessa di nuovi posti di lavoro, nella realtà hanno creato le condizioni per uno sfruttamento ancora più bestiale che permettono di essere usati e buttati via come i voucher con cui i padroni possono comprarci a ore, o di essere licenziati in qualsiasi momento senza nessuna possibilità di reintegro come prevede il job’s act, di ammalarsi e morire di lavoro ancora più e peggio di prima e tutto questo senza nemmeno potersi difendere con dei sindacati sempre più “cinghia di trasmissione” delle scelte padronali. Una vita da schiavi, questo gli propone, ci propone questa società.

Questi giovani, quindi, dicendo no al referendum, hanno detto no a Renzi, hanno detto no ai padroni, hanno detto no a tutto questo.

Certo, i padroni e la borghesia hanno avuto una battuta di arresto con la sconfitta di Renzi ma già sono passati al contrattacco. Gentiloni, il nuovo premier con la stessa maggioranza e lo stesso governo di Renzi ha naturalmente già dichiarato che si farà carico del malessere espresso nel voto. In realtà per la borghesia e il suo governo bisognerà trovare i mezzi per neutralizzare sul nascere quella minaccia ai loro piani, ai loro interessi anche con maggiore repressione se necessario. Cosi anche le altre classi sociali che vivono sulle spalle degli operai cercheranno di portarsi dietro questi giovani come massa di manovra per i propri interessi minacciati dalla crisi. Cercheranno di illuderli che siano anche i loro interessi e una volta loro al governo sapranno rappresentare gli interessi di tutti che nella sostanza significa farsi garanti dell’ordine costituto a difesa della società dei padroni.

Noi operai sappiamo bene che un no a Renzi o affidarsi a qualsiasi partito della piccola borghesia non ci libererà dai padroni, da questa società fondata sullo sfruttamento. Abbiamo imparato che ciò che conta è la forza, ciò che conta è la conquista del potere come operai per spazzare via tutti i padroni. Ciò che conta e avere un nostro partito senza il quale restiamo individui dispersi.

Un partito che possa portare dalla sua parte anche questa gioventù che, votando no, in modo istintivo ha dichiarato che con l’attuale sistema sociale possiamo anche farla finita visto quello che ha da offrire.

P. S.

 

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