Con Renzi il record del lavoro nero

Caro Operai Contro, dopo i dati sull’aumento della povertà, dei disoccupati, dei licenziamenti senza giusta causa, è arrivata un’altra conferma che le misure di Renzi, mentre hanno precarizzato rapporti e condizioni di lavoro, hanno pure incrementato il numero di lavoratori costretti a lavorare sotto il ricatto del lavoro nero. A seguito della batosta presa da Renzi col referendum, i padroni si preparano a cambiare la faccia del loro rappresentante al governo. Ma il gioco è scoperto, gli operai non si faranno più incantare da nessuno. Stanno costruendo il loro partito, per farla finita col sistema sociale dei padroni. Saluti […]
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Caro Operai Contro,

dopo i dati sull’aumento della povertà, dei disoccupati, dei licenziamenti senza giusta causa, è arrivata un’altra conferma che le misure di Renzi, mentre hanno precarizzato rapporti e condizioni di lavoro, hanno pure incrementato il numero di lavoratori costretti a lavorare sotto il ricatto del lavoro nero. A seguito della batosta presa da Renzi col referendum, i padroni si preparano a cambiare la faccia del loro rappresentante al governo. Ma il gioco è scoperto, gli operai non si faranno più incantare da nessuno. Stanno costruendo il loro partito, per farla finita col sistema sociale dei padroni.

Saluti operai

 

Ti spedisco un articolo del Quotidiano del Sud

Secondo la Cgia, che ha analizzato dati fino al 2014, sono oltre 3 milioni i lavoratori in nero presenti in Italia che “producono” 77,2 miliardi di euro e la somma sottratta alle casse dello Stato è 36,9 mld di euro di tasse e contributi.

Sotto il profilo dell’incidenza sul Pil del lavoro nero al primo posto si trova la Calabria (8.7% pari a 2.7 miliardi l’anno, 143.000 lavoratori in nero e 1.3 miliardi sottratti al fisco), seguono la Campania (8,4% pari a 8.3 miliardi, 387.200 lavoratori in nero e 3.9 miliardi di euro sottratti al fisco), la Sicilia (7,8), la Puglia (6,7) e l’Abruzzo (6). All’altro capo della classifica ci sono il Trentino Alto Adige (3,6), la Valle d’Aosta (3,4) e il Veneto (3,3).

I numeri assoluti, però, dicono che il record di lavoratori in nero spetta alla Lombardia con 438.100 unità e una incidenza sul Pil pari a poco più di 13 miliardi l’anno corrispondente a imposte e tasse non versate all’Erario pari a 6.2 miliardi di euro. Se si considera il dato del gettito fiscale evaso dopo la Lombardia nella top five ci sono il Lazio con 4.7 miliardi di euro, la Campania con 3.9 miliardi, la Sicilia con 3.2 miliardi e al quinto posto l’Emilia Romagna con 2.5 miliardi.

Nel dettaglio, oltre il 40 per cento dei lavoratori in nero (pari a quasi 1.269.500 persone) sono “occupati” al Sud mentre al Nord risultano esistenti 1.191.100 lavoratori irregolari e al centro 644.400. Sotto il profilo dell’incidenza sul Pil, il lavoro nero al Nord incide per 33.2 miliardi, al Sud per 27 miliardi e al centro per 16.8 miliardi. Infine, il dato complessivo dell’evasione derivante da lavoro nero vede il Nord al vertice della classifica con 15,9 miliardi sottratti al fisco (9.6 nel Nord-Ovest e 6.2 nel Nord-Est) seguito dal Sud on 12,9 miliardi e dal centro con 8 miliardi circa.

 

 

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