PROTOCOLLO CAZZANIGA O LA SCOPERTA DEI LAZZARETTI

Caro Operai Contro, “L’ospedale sapeva e ha insabbiato tutto”, è un titoletto de La Stampa. Altri dicono che si sapeva da anni dell’esistenza del “Protocollo Cazzaniga”, il metodo usato all’ospedale di Saronno (Va), per sopprimere gli ammalati. Un metodo che al di là delle storie personali di vittime e carnefici, è servito a tagliare la spesa sulle degenze e la spesa sulle pensioni. I morti come è risaputo, non richiedono cure, non occupano letti, né ritirano la pensione. Un bel taglio alla spesa pubblica “improduttiva”, in linea con la trasformazione degli ospedali in moderni lazzaretti, dove in apparenza si […]
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Caro Operai Contro,

“L’ospedale sapeva e ha insabbiato tutto”, è un titoletto de La Stampa. Altri dicono che si sapeva da anni dell’esistenza del “Protocollo Cazzaniga”, il metodo usato all’ospedale di Saronno (Va), per sopprimere gli ammalati. Un metodo che al di là delle storie personali di vittime e carnefici, è servito a tagliare la spesa sulle degenze e la spesa sulle pensioni. I morti come è risaputo, non richiedono cure, non occupano letti, né ritirano la pensione. Un bel taglio alla spesa pubblica “improduttiva”, in linea con la trasformazione degli ospedali in moderni lazzaretti, dove in apparenza si muore “naturalmente”, mentre ufficialmente dovrebbero curarti.

Poi sono affari con i funerali. Chissà se il Protocollo in questione, contemplava una ricompensa a chi solerte segnalava il decesso alle pompe funebri.

Col passare dei giorni sono scomparse dai giornali e dalla televisione, le dichiarazioni di quanti assicuravano che del Protocollo Cazzaniga, “in ospedale lo si sapeva”.

Come succede in simili casi la cronaca continuerà sotto forma di telenovela. La verità prenderà un’altra strada. Quello dell’ospedale di Saronno “dovrà” risultare un caso isolato. Ma al di là delle storie personali di vittime e carnefici, in quante altre strutture si applica il metodo del “Protocollo Cazzaniga”, in osservanza ai tagli alla sanità, decisi anche dal governo Renzi?

Saluti Oxervator

 

Tratto da un articolo de La Stampa

Sono oltre 50 le cartelle cliniche all’esame dei carabinieri sequestrate in relazione all’arresto di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, l’infermiera e il medico dell’ospedale di Saronno arrestati martedì con l’accusa di avere provocato la morte di alcuni pazienti. Dagli atti, tra le altre cose, è emersa l’idea, da parte dei due arresti, di uccidere anche un cugino acquisito della donna.

Perché se all’ospedale di Saronno tutti sapevano nessuno l’ha fermato?

“L’OSPEDALE SAPEVA E HA INSABBIATO TUTTO”

All’ospedale di Saronno, dopo gli arresti dell’anestesista Leonardo Cazzaniga e dell’infermiera Laura Taroni, accusati dell’omicidio di almeno cinque persone tra cui il marito di lei, ora ammettono una «sottovalutazione da parte della direzione precedente» riguardo alle morti rapide che avvenivano quando di turno c’era Cazzaniga. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura ci sono anche i vertici dell’ospedale: il direttore del presidio saronnese Paolo Valentini, l’ex direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Roberto Cosentina e quello attuale, Giuseppe Brazzoli. Sono tra i quattordici indagati con l’accusa di non avere fatto niente per fermare la strage e dovranno rispondere di falso, omissione di denuncia e favoreggiamento. Ma ora anche altre persone potrebbero essere coinvolte. Per l’accusa non ci sono dubbi sul fatto che in ospedale molti sapessero e, «in un clima di paura e omertà», abbiano taciuto. Impossibile non notare le dosi di

morfina «dieci volte superiori nel trattamento del dolore moderato e severo», mischiate al «doppio di dosi consigliate per anestesia generale» di sedativi. Sette infermieri hanno testimoniato di aver sentito parlare del “protocollo Cazzaniga” e almeno uno di loro aveva segnalato ai superiori anomalie e falsificazioni nei verbali. Nessuno, però, ha agito fino alla denuncia in Procura di un’infermiera, Clelia Leto, che nel giugno del 2014 ha dato il via alle indagini.

IL “PROTOCOLLO CAZZANIGA”

Ora la Procura di Busto Arsizio vuole vederci chiaro e ha sequestrato decine di cartelle cliniche di pazienti deceduti durante i turni dell’anestesista che si definiva «l’angelo della morte». Se davvero esisteva un “protocollo Cazzaniga”, un cocktail letale di sedativi e morfina usato per finire di nascosto i malati terminali, per gli investigatori è infatti improbabile che le vittime del “trattamento” siano state solo cinque.

 

 

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