Capitalismo: la ricerca di una soluzione nella crisi

Redazione di Operai Contro, il Corriere della sera di qualche giorno fa riporta una sintesi di un libro pubblicato recentemente che tratta la situazione attuale del capitalismo e traccia una strada per uscire dalla crisi oramai quasi decennale. Il libro redatto da Michael Jacobs e Mariana Mazzucato stando alla sintesi che riporta il corriere sembra una bella pagliacciata editoriale, sia per quanto riguarda la critica di cosa è andato storto a partire dal 2007, sia per la parte che si occupa di delineare delle soluzioni. Nella sintesi de il Corriere della Sera non viene in alcun modo delineata la […]
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Redazione di Operai Contro,

il Corriere della sera di qualche giorno fa riporta una sintesi di un libro pubblicato recentemente che tratta la situazione attuale del capitalismo e traccia una strada per uscire dalla crisi oramai quasi decennale.

Il libro redatto da Michael Jacobs e Mariana Mazzucato stando alla sintesi che riporta il corriere sembra una bella pagliacciata editoriale, sia per quanto riguarda la critica di cosa è andato storto a partire dal 2007, sia per la parte che si occupa di delineare delle soluzioni.

Nella sintesi de il Corriere della Sera non viene in alcun modo delineata la causa principale della crisi che è scoppiata nel 2007 cioè una sovrapproduzione mondiale. Oramai i mercati possibili sono completamente saturi di prodotti e la domanda di beni non può più nemmeno essere stimolata perché la globalizzazione ha provocato una contrazione dei salari che in alcuni paesi sono divenuti di mera sussistenza per non dire di vera e propria miseria e la disoccupazione è salita alle stelle una volta iniziata la crisi.

Il volume, sempre basandoci sulle informazioni riportate dal quotidiano, parla genericamente delle soluzioni sostenendo che ci sono tre aspetti che dovrebbero essere modificati, ovvero smettere di pensare che i capitalisti siano tutti uguali, che la gestione aziendale dovrebbe essere più audace e infine che lo stato dovrebbe diventare più partecipe nella guida dell’economia, definendo lo stato attale un parassita. In pratica secondo i due economisti lo stato dovrebbe favorire e spendere di più di quanto già faccia per sostenere le imprese fornendo servizi ottimi per dare input produttivi a queste. Quindi l’economista vorrebbe uno stato che per esempio sia in grado di fornire un’ educazione finalizzata alle sue esigenze. Si arriva così a parlare del valore come processo collettivo, ma non si dice che i profitti rimarranno solamente per i padroni.

La soluzione che verrà spinta per uscire da questa crisi e che vedrà protagonisti proprio gli stati sarà quella che non viene considerata dal manuale: la Guerra. In questo gli stati sarebbero senza dubbio protagonisti e se riusciranno nel loro intento, come già avvenuto in passato, il capitalismo distruggendo città armamenti e decimando gli operai verrà rilanciato

Una via di uscita dalla crisi del capitalismo che non sia la guerra però noi sappiamo che esiste. È uno stravolgimento del sistema economico che non avverrà certo per mano dei padroni, che al contrario di quanto affermato da questi parolai, sono tutti uguali avidi e interessati solo al profitto. Il cambiamento che porterà alla fine del capitalismo e delle sue cicliche crisi se avverrà sarà una rivoluzione condotta dagli operai.

 

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