Gioia Tauro: l’ultimatum del sindacato sui 442 esuberi

Caro Operai Contro, sui 442 portuali di Gioia Tauro da 4 mesi dichiarati esuberi dall’azienda, il sindacato ha ufficialmente dichiarato che: “Il tempo è scaduto, nelle prossime ore proporremo il fermo delle attività lavorative in segno di protesta nei confronti di chi ha preferito non ascoltare”. Si dice “meglio tardi che mai”. Speriamo valga anche se “il tempo è scaduto”. Certo dipenderà dal fatto se “il fermo delle attività lavorative”, sarà solo simbolico o strutturato fino al ritiro dei 442 esuberi. Mi auguro la seconda ipotesi. Saluti da un operaio calabrese   Articolo del Quotidiano del Sud Lavoratori portuali […]
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Caro Operai Contro,

sui 442 portuali di Gioia Tauro da 4 mesi dichiarati esuberi dall’azienda, il sindacato ha ufficialmente dichiarato che: “Il tempo è scaduto, nelle prossime ore proporremo il fermo delle attività lavorative in segno di protesta nei confronti di chi ha preferito non ascoltare”.

Si dice “meglio tardi che mai”. Speriamo valga anche se “il tempo è scaduto”. Certo dipenderà dal fatto se “il fermo delle attività lavorative”, sarà solo simbolico o strutturato fino al ritiro dei 442 esuberi. Mi auguro la seconda ipotesi.

Saluti da un operaio calabrese

 

Articolo del Quotidiano del Sud

Lavoratori portuali di Gioia Tauro – L’ultimatum dei sindacati

La situazione degli ultimi giorni per i lavoratori portuali di Gioia Tauro si sta complicando, crediamo sia utile fare chiarezza sugli eventi ribadendo che il sindacato ritiene che la costituenda agenzia sia l’unico strumento in grado di dare una risposta concreta alle prospettive di sviluppo occupazionale del porto. È quanto si afferma in un documento diffuso  dai segretari  generali regionali Laganà(Filt Cgil), Sigilli (Fil Cisl), Lombardo (Uil Traporti), Caratozzolo (Sul).

Certo per troppi anni abbiamo assistito a impegni disattesi, anche dai vari governi regionali che si sono succeduti negli anni, con il risultato che, ad oggi, gli attesi nuovi insediamenti produttivi non hanno trovato attuazione vanificando tutti i presupposti utili per avviare nuove attività nell’area portuale precludendo, di fatto, ogni possibilità di sbocco occupazionale.

 

Con l’accordo quadro di Palazzo Chigi si dà pertanto una nuova e importante opportunità di sviluppo. l’agenzia è un’occasione imperdibile per l’intera area e, per quanti credono nel progetto di tutela collettiva e non nell’interesse personale.

L’agenzia dovrà funzionare come strumento di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori coinvolti. Di certo la MCT non può pretendere di utilizzare lo strumento come fonte di flessibilità di ore lavorative stimando, al rialzo, le risorse umane in esubero, se il gruppo dirigente di Medcenter pensa di avvalersi di nuove forme per utilizzare i lavoratori si sta sbagliando.

 

Respingiamo al mittente l’accusa comunicata ai lavoratori nella giornata del 08 c.m. rispetto l’immobilismo del sindacato alla comunicazione della riduzione degli esuberi del 10% proposta dall’azienda, un segnale d’incoerenza. Ricordiamo alla MCT, che il sindacato ha proposto numerosi incontri per la riduzione degli esuberi – si legge ancora nella nota –  ma l’azienda si è sempre sottratta ad analizzare le problematiche con dati oggettivi, non consentiamo accuse d’immobilismo da un’azienda che è stata “IMMOBILE” sui numeri senza ascoltare per oltre quattro mesi le nostre motivazioni. Ricordiamo che dietro le “formulette” presentate al sindacato ci sono uomini e donne che hanno dato l’anima per questo lavoro ed il sindacato aspetta ancora oggi di poter intervenire, reparto per reparto, in tutti i settori operativi e ed impiegatizi.

Attendiamo la MCT al tavolo con un atteggiamento costruttivo e non autoreferenziale visto che, fino ad oggi, la sola cosa che ha fatto, è cercare di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, buttando fango sul ruolo del sindacato che li tutela.

Noi non vogliamo i licenziamenti e l’agenzia l’abbiamo accettata perché lo riteniamo uno strumento utile per dare futuro lavorativo, continuità stipendiale e occupazionale.

 

Noi non vogliamo perdere quest’opportunità che il governo nazionale sta sostenendo per far fronte alla crisi dei porti di transhipment del mezzogiorno.

Crediamo in uno sviluppo di tutta l’area portuale di Gioia Tauro – concludono – cercando soluzioni concrete per la piena tutela di tutti i lavoratori e delle loro famiglie. Riteniamo non più accettabile lo sperpero delle risorse pubbliche, al contrario cerchiamo garanzie per l’investimento di queste risorse a sostegno del lavoro e di un serio progetto di sviluppo nel breve e medio termine.

Il tempo è scaduto, nelle prossime ore proporremo il fermo delle attività lavorative in segno di protesta nei confronti di chi ha preferito non ascoltare.

 

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