Sciopero contro 221 licenziamenti mascherati

Caro Operai Contro, il licenziamento mascherato per 221 lavoratori di Convergys, il call center di Cernusco su Naviglio (Mi), arriva sotto forma di trasferimento a Cagliari per tutti i 221 lavoratori! Giovedì 3 novembre scendono in piazza con tre ore di sciopero, la protesta punterà sul Comune di Cernusco. Renzi aveva promesso di sopprimere tutti i contratti atipici, invece con il Jobs act ha fatto diventare atipici tutti i contratti che non lo erano, senza tutele, senza giusta causa nei licenziamenti. Ogni giorno notizie di nuovi licenziamenti, singoli, a decine, centinaia e nei casi come Almaviva, a migliaia. Renzi […]
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Caro Operai Contro,

il licenziamento mascherato per 221 lavoratori di Convergys, il call center di Cernusco su Naviglio (Mi), arriva sotto forma di trasferimento a Cagliari per tutti i 221 lavoratori! Giovedì 3 novembre scendono in piazza con tre ore di sciopero, la protesta punterà sul Comune di Cernusco. Renzi aveva promesso di sopprimere tutti i contratti atipici, invece con il Jobs act ha fatto diventare atipici tutti i contratti che non lo erano, senza tutele, senza giusta causa nei licenziamenti. Ogni giorno notizie di nuovi licenziamenti, singoli, a decine, centinaia e nei casi come Almaviva, a migliaia. Renzi ci spinge alla miseria, converrà riflettere su come rispondere e non subire passivamente.

 

L’articolo su Il Giorno della Martesana

Cernusco sul Naviglio (Milano), 2 novembre 2016 – “No al trasloco coatto, no ai licenziamenti mascherati”. Scendono in piazza gli operatori di Convergys, il call center di Cernusco che ha annunciato la chiusura della sede cittadina e il trasferimento forzato a Cagliari del personale, 221 unità.

Giovedì 3 novembre alle 9, corteo e protesta davanti al Comune “per richiamare l’attenzione sul nostro dramma”, spiegano i lavoratori, per la maggior parte donne con figli e famiglia. “Nelle nostre condizioni è impossibile trasferirci in Sardegna, finiremo in mezzo alla strada”.

Tre ore di sciopero terranno spenti gli apparecchi della multinazionale americana con 130mila dipendenti in 32 paesi. “Ma per noi non c’è più posto”, denunciano le maestranze. Alla testa del corteo, i sindacati. “Servono investimenti, non tagli per fare profitto, aziende di questo calibro farebbero bene a raccogliere nuove sfide”, dice Stefania Sorrentino, segretario Slc-Cgil, impegnata in prima persona sulla vertenza.

 

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