Fincantieri: sciopero dopo il 4° licenziamento

Caro Operai Contro, meglio tardi che mai. Alla Fincantieri di Monfalcone lo sciopero è scattato dopo il 4° licenziamento. 8 ore proclamate dalla sola Fiom, con Fim e Uil che non hanno aderito. Dopo averli lasciati senza lavoro durante il turno di notte, Fincantieri licenzia 3 operai, poi un quarto, accusandoli di “pennichella non autorizzata”. In fabbrica le assemblee «trasversalmente affollate» hanno deciso una prima risposta ai licenziamenti con 8 ore di sciopero, più un’altra ora usata per fare l’assemblea. Gli operai sono decisi a lottare per il rientro dei 4 operai in fabbrica. Mentre Landini sembra puntare di […]
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Caro Operai Contro,

meglio tardi che mai. Alla Fincantieri di Monfalcone lo sciopero è scattato dopo il 4° licenziamento. 8 ore proclamate dalla sola Fiom, con Fim e Uil che non hanno aderito.

Dopo averli lasciati senza lavoro durante il turno di notte, Fincantieri licenzia 3 operai, poi un quarto, accusandoli di “pennichella non autorizzata”. In fabbrica le assemblee «trasversalmente affollate» hanno deciso una prima risposta ai licenziamenti con 8 ore di sciopero, più un’altra ora usata per fare l’assemblea. Gli operai sono decisi a lottare per il rientro dei 4 operai in fabbrica. Mentre Landini sembra puntare di più ai tempi lunghi della causa legale, aspettando le decisioni del Giudice del lavoro. Agli operai di Fincantieri conviene battere il ferro finché è caldo.

Saluti operai

 

Tratto da un articolo de Il Piccolo di Trieste

MONFALCONE. Scatta lo sciopero dopo il quarto licenziato. Proclamate 8 ore di stop dalla Fiom, ma Fim e Uilm non aderiscono. Luxich: «Mai una contestazione agli operai cacciati».

Fiom sulle barricate: la strategia della “resistenza” passa attraverso la proclamazione di un pacchetto di otto ore di sciopero, sancito alle assemblee «trasversalmente affollate» di lunedì alla sala mense della Fincantieri. L’astensione da lavoro, di volta in volta, «sarà condotta in maniera chirurgica contro l’azienda, senza dissanguamenti».

Con buona pace per le altre due sigle, Fim e Uilm, che si sono al momento sfilate: «L’unitarietà si costruisce dalla base ed è un dato di fatto che la decisione è stata appoggiata, con la loro presenza, anche da tesserati storici degli altri due sindacati», così ieri il segretario provinciale Livio Menon, alla conferenza stampa indetta in via Pacinotti.

Dunque nella medesima giornata in cui partiva la quarta lettera di licenziamento, dopo le prime tre raccomandate con ricevuta di ritorno inoltrate la scorsa settimana per “pennichella non autorizzata” allo stabilimento di Panzano, le assemblee tenute dai delegati Fiom-Cgil decretavano per ogni turno altri sessanta minuti di braccia incrociate.

Il sindacato di Maurizio Landini ha detto «no» all’espulsione in tronco dei lavoratori, invitandoli a ricorrere al Giudice del lavoro, impugnando il provvedimento ritenuto invece dall’azienda «per giusta causa», e mettendo a disposizione degli operai in questione, fino a prima attivi del settore della carpenteria, lo staff legale della Confederazione se ne avranno bisogno.

«Si tratta – ha spiegato Moreno Luxich, Rsu Fiom – di persone che hanno alle spalle almeno 15 anni di lavoro irreprensibile, senza aver mai subito prima rapporti disciplinari». «Non ci sono state neppure contestazioni di scarso rendimento in merito alle attività svolte», chiosa Livio Ceschia, altro delegato della sigla. Il più anziano del quartetto ha 53 anni. Gli altri viaggiano attorno alla quarantina. «Tutti padri di famiglie monoreddito con figli a carico», hanno sottolineato di concerto durante l’incontro.

 

 

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