PUGLIA: STRAGE FERROVIARIA, MICHELE EMILIANO VUOLE LA VERITA’

Redazione di Operai Contro, avete ragione il solito balletto è iniziato. Per i così detti giornalisti della carta  stampata e delle TV i 23 morti non fanno più notizia I magistrati indagano ed hanno emesso un mandato di cattura per l’errore umano. I padroni, i politici, gli amministratori, dopo aver lucrato tra truffe e mazzette fanno finta di niente. Solo lui il nostro eroe Michele Emiliano insiste. Emiliano vuol sapere di chi è la colpa.Emiliano non sa niente. Povero Emiliano è da poco che fà il politico. Emiliano ti aiuto: la strage ferroviaria in Puglia è colpa dei padroni […]
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Redazione di Operai Contro,

avete ragione il solito balletto è iniziato.

Per i così detti giornalisti della carta  stampata e delle TV i 23 morti non fanno più notizia

I magistrati indagano ed hanno emesso un mandato di cattura per l’errore umano.

I padroni, i politici, gli amministratori, dopo aver lucrato tra truffe e mazzette fanno finta di niente.

Solo lui il nostro eroe Michele Emiliano insiste. Emiliano vuol sapere di chi è la colpa.Emiliano non sa niente. Povero Emiliano è da poco che fà il politico.

Emiliano ti aiuto: la strage ferroviaria in Puglia è colpa dei padroni della Ferrotramviaria, dei politici pugliesi e degli amministratori che l’hanno semprer coperta

Contento, ora lo sai

Un operaio dell’ILVA

dalla Gazzettadelmezzogiorno

di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI – «La Regione ha sempre seguito, con enorme attenzione, gli investimenti finanziati con fondi europei tra cui ricade anche il raddoppio della linea ferroviaria Corato-Andria». Oltre che l’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Giannini, e il suo capo dipartimento Barbara Valenzano, ieri la Procura di Trani ha ascoltato come persona informata sui fatti anche il presidente Michele Emiliano. Il tema è, appunto, quello della sicurezza dei binari su cui martedì della scorsa settimana si è verificato l’incidente tra due convogli della Ferrotramviaria che ha fatto 23 morti e 50 feriti, dei quali 5 ancora molto gravi.

A differenza di Giannini e Valenzano, convocati dal pm Michele Ruggiero che indaga sul mancato raddoppio della linea e sulla mancanza di sistemi elettronici di controllo del traffico, Emiliano è stato ascoltato su propria richiesta. Le tre testimonianze sono state secretate ma, per quanto si è appreso, si sono svolte in un clima disteso. Giannini e Valenzano hanno fornito ulteriore documentazione rispetto a quella già acquisita dalla Finanza all’indomani dell’incidente. L’assessore ha ripercorso tutte le tappe dell’iter di finanziamento e autorizzazione del progetto di raddoppio, con particolare riferimento ai tempi, spiegando come i ritardi (l’intervento è stato programmato nel 2008, la gara d’appalto è in corso solo ora) siano da ascrivere alle difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni dagli enti locali interessati: proprio per accelerare l’iter è stato istituito, in assessorato, un tavolo di coordinamento che a partire dal 2013 si riunisce mensilmente. In quanto ai fondi per la sicurezza, è stato chiarito l’utilizzo dei 20 milioni, destinati (e già spesi) sia per l’adeguamento dei treni sia a quello della linea fino a Bitonto. È vero – ha spiegato Giannini – che la Regione è soggetto concessore, ma è anche vero che sulle ferrovie private può esercitare un controllo esclusivamente sul servizio svolto.

La deposizione di Emiliano è durata circa tre quarti d’ora. Il presidente della Regione ha parlato degli atti di propria competenza, cioè di quelli assunti negli ultimi 12 mesi: la programmazione degli investimenti sul Por 2007-2013 (tra cui, appunto, il raddoppio) risale al suo predecessore, mentre è di sua competenza sia il nuovo piano 2014-2020 che il cosiddetto Piano per il Sud che ha sostituito i vecchi fondi Fas. Sempre a Vendola risale il rinnovo della convenzione con Ferrotramviaria, la cui scadenza originaria (31 dicembre 2015) è stata prolungata di altri 6 anni. Emiliano ha anche parlato della necessità di far luce sulle cause dell’incidente: «Anche io – ha detto – ho bisogno di sapere come è andata, e quindi – se non intralcia il lavoro della Procura – vorrei costituire una commissione di inchiesta».

Ieri, intanto, anche la Ferrotramviaria ha nominato una propria commissione. Ne fanno parte due dirigenti, un ingegnere dell’Ustif e uno della Regione. L’obiettivo dell’azienda (indagata ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa) è dimostrare di aver rispettato tutte le norme sulla circolazione ferroviaria, così da evitare che la Procura di Trani possa chiedere al giudice un commissariamento.

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