Giudice reintegra il lavoratore ma il padrone non lo fa lavorare

Redazione operai contro, Non è la prima volta che accadono casi del genere con il giudice che ordina il reintegro del lavoratore sul posto di lavoro ma il padrone se ne frega della sentenza. I padroni non rispettano mai le leggi nemmeno le ordinanze esecutive dei giudici, sottomettono gli operai tutti i giorni in fabbrica e se gli operai si ribellano vengono licenziati senza nessun impedimento. I padroni hanno dalla loro parte il Governo di Renzi che gli ha regalato il Jobs Act. I padroni hanno dalla loro parte i politici che sprecano sempre fiumi di parole per il […]
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Redazione operai contro,

Non è la prima volta che accadono casi del genere con il giudice che ordina il reintegro del lavoratore sul posto di lavoro ma il padrone se ne frega della sentenza.

I padroni non rispettano mai le leggi nemmeno le ordinanze esecutive dei giudici, sottomettono gli operai tutti i giorni in fabbrica e se gli operai si ribellano vengono licenziati senza nessun impedimento.

I padroni hanno dalla loro parte il Governo di Renzi che gli ha regalato il Jobs Act.

I padroni hanno dalla loro parte i politici che sprecano sempre fiumi di parole per il lavoro, tanto lavoro per gli operai, ma in questo caso perché non sono contro il padrone?

I padroni hanno dalla loro parte anche i sindacalisti compiacenti che fanno finta di indignarsi ma non organizzano scioperi contro il padrone che si rifiuta di reintegrare il lavoratore.

Solo gli operai organizzandosi in proprio possono aiutare il collega a rientrare in fabbrica.

Un estimatore di Operai Contro

Da Repubblica.it

 

Prendere lo stipendio, ma senza lavorare. Succede nel cuore della Food Valley, a Langhirano, all’Istituto Parma Qualità, azienda con una cinquantina di dipendenti, che cura la certificazione di qualità dei prosciutti, tra i quali marchi Dop come il Prosciutto di Parma e il Culatello di Zibello.
Andrea (nome di fantasia) è stato licenziato nel 2014, per motivi disciplinari. Per contestare il provvedimento, da lui ritenuto ingiusto, si è rivolto al Tribunale del lavoro, e il giudice, in primo grado, con sentenza dello scorso dicembre, gli ha dato ragione, disponendo sia l’indennizzo economico che il reintegro sul posto di lavoro, che però non è mai avvenuto.
L’impresa infatti – da sei mesi – gli sta regolarmente versando lo stipendio, ma non lo ha fatto ritornare in azienda. Una vicenda sembra ricordare quella dei tre operai di Melfi, licenziati dalla Fiat, reintegrati dal giudice, ma tornati in fabbrica solo dopo il pronunciamento definitivo della corte di Cassazione.
Tommaso Poletti è il sindacalista della Flai Cgil che ha seguito da vicino il caso: “Nonostante una sentenza di reintegro a favore del lavoratore, l’azienda ha deciso di non applicarla, senza dare alcuna spiegazione. Non ha risposto ai nostri comunicati né a un nostro ordine del giorno, inoltrato formalmente al cda. Oggi sta sì pagando il dipendente, ma non lo fa lavorare. Gli siamo vicini e continueremo a offrirgli tutto il nostro appoggio. Di sicuro quest’episodio non dovrà diventare un precedente”.
Interpellata da Repubblica, l’impresa ha preferito non esprimere commenti.

Andrea intanto continua a ricevere la busta paga ed è in attesa della sentenza di secondo grado del giudice del Tribunale del lavoro. Altre notizie non ne ha avute.
Un caso particolare, che preoccupa il sindacato. Il segretario della Flai Luca Ferrari: “È una situazione assurda e indegna, che non ci saremo mai aspettati di vedere nel nostro territorio. Speriamo che la cosa possa risolversi il prima possibile, occorre trovare una soluzione. È una vicenda che grida vendetta”.

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