GENOVESE: DAL PD A FORZA ITALIA

da ilfatto quotidiano Undici anni di reclusione e 15mila euro di multa. È la richiesta di pena avanzata dal procura di Messina nei confronti di Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd poi passato in Forza Italia. Davanti alla prima sezione penale del tribunale di Messina, infatti, si è conclusa oggi la requisitoria del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, nel processo che vede Genovese accusato di associazione per delinquere, riciclaggio, peculato, frode fiscale e truffa. Si tratta del procedimento  scaturito dall’inchiesta “Corsi d’oro“, che aveva portato alla scoperta di una mega truffa alla Regione Siciliana sulla formazione professionale. L’arresto di Genovese era stato ordinato dal gip […]
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da ilfatto quotidiano

Undici anni di reclusione e 15mila euro di multa. È la richiesta di pena avanzata dal procura di Messina nei confronti di Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd poi passato in Forza Italia. Davanti alla prima sezione penale del tribunale di Messina, infatti, si è conclusa oggi la requisitoria del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, nel processo che vede Genovese accusato di associazione per delinquere, riciclaggio, peculato, frode fiscale e truffa. Si tratta del procedimento  scaturito dall’inchiesta “Corsi d’oro“, che aveva portato alla scoperta di una mega truffa alla Regione Siciliana sulla formazione professionale.

L’arresto di Genovese era stato ordinato dal gip di Messina nel marzo del 2014,  autorizzato poi dalla Camera dei deputati nel maggio successivo. E oggi nella sua requisitoria Ardita ha sottolineato la “gravità dei reati, sia per le responsabilità pubbliche di chi li commette, sia perché sottraggono importate risorse in un settore strategico e vitale come la formazione professionale, con tanti giovani in cerca di lavoro”, creando “effetti sociali e danni” che sono “immaginabili in una Sicilia martoriata dal disagio, dalla disoccupazione e dalla alternative illecite al lavoro negato”.

“Questi illeciti – ha continuato il pm – sono stati commessi con una rete estesa e preoccupante di complicità“, sottolineando “la condizione di privilegio di quanti si sono arricchiti con facilità, attraverso coperture, complicità e forza istituzionale, a dispetto delle difficoltà nella quali si dibattono i normali cittadini a cui quelle risorse sono state sottratte”. L’accusa ha anche chiesto di condannare a sei anni di reclusione le sorelle Chiara e Elena Schirò: la prima è la moglie di Genovese, mentre la seconda è sposata con Franco Rinaldi, deputato regionale del Pd transitato anche lui in Forza Italia, a sua volta imputato. Per quest’ultimo la pubblica accusa ha avanzato una richiesta pari a cinque anni e sei mesi di reclusione.

Il pm Ardita ha poi chiesto l’assoluzione dal reato di associazione per delinquere nei confronti una terza sorella Schirò, Giovanna, per la quale ha sollecitato la condanna a un anno e otto mesi di reclusione per le altre ipotesi d’accusa. Stessa assoluzione è stata chiesta per Salvatore Natoli, per il quale ha chiesto la condanna a 4 anni per altri reati. Alla sbarra ci sono poi altre 19 persone, per i quali l’accusa ha chiesto condanne comprese tra un anno e otto mesi a sette anni di reclusione. Genovese, scelto da Walter Veltroni come primo segretario del Pd in Sicilia, ha trascorso 19 mesi agli arresti (tra carcere e domiciliari) prima di tornare libero e abbandonare dunque il partito di Matteo Renzi, traslocando – insieme ad una folta “corte”di deputati, consiglieri comunali e raccoglitori di preferenze porta a porta – nel partito di Silvio Berlusconi.

 

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