LA PROTESTA IN GRECIA

Redazione di Operai contro, il governo del socialfascista Alexis Tsipras impone nuovi tagli delle pensioni e nuovi tagli ai salari. il governo del socialfascista Alexis Tsipras deve salvare i padroni greci I lavoratori e gli operai Domenica sono scesi in piazza per protestare Gli operai greci pagano il ritardo nell’organizzazione del loro partito e dei gruppi armati degli operai per scatenare l’insurrezione e imporre la loro dittatura Le proteste non raggiungeranno nessun risultato se il il partito operaio non organizzera la lotta per l’insurrezione Un operaio greco dal fatto quotidiano   Il Parlamento greco ha approvato domenica la riforma pensionistica e […]
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Redazione di Operai contro,

il governo del socialfascista Alexis Tsipras impone nuovi tagli delle pensioni e nuovi tagli ai salari.

il governo del socialfascista Alexis Tsipras deve salvare i padroni greci

I lavoratori e gli operai Domenica sono scesi in piazza per protestare

Gli operai greci pagano il ritardo nell’organizzazione del loro partito e dei gruppi armati degli operai per scatenare l’insurrezione e imporre la loro dittatura

Le proteste non raggiungeranno nessun risultato se il il partito operaio non organizzera la lotta per l’insurrezione

Un operaio greco

dal fatto quotidiano

 

Il Parlamento greco ha approvato domenica la riforma pensionistica e fiscale con cui il governo spera di adempiere gli impegni con i creditori internazionali in vista dell’Eurogruppo che dovrebbe sbloccare la prima tranche di aiuti del pacchetto negoziato la scorsa estate. Dopo tre giornate di proteste sindacali la maggioranza, formata da Syriza e i nazionalisti dei Greci indipendenti, ha tenuto ed è riuscita ad approvare le riforme dell’esecutivo con 153 voti a favore e 143 contrari. Il nuovo pacchetto legislativo si compone delle riforme delle pensioni, delle imposte dirette e indirette e dovrebbe permettere di risparmiare 5,4 miliardi di euro all’anno per raggiungere nel 2018 un surplus primario pari al 3,5 per cento del Pil, come previsto dal terzo programma di salvataggio firmato da Atene con la troika e il Fondo europeo di stabilità.

E mentre la Grecia si prepara a nuovi sacrifici per ottenere altri aiuti, uno studio spiega come i prestiti concessi finora dai creditori internazionali sono serviti per salavare le banche europee. Un rapporto della European School of Management and Technology, riportato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, mette nero su bianco che dei 215 miliardi di aiuti accordati con i precedenti piani di salvataggio solo 9,7 sono stati destinati alle casse statali, mentre 86,9 miliardi sono stati usati per restituire altri prestiti, 52,3 miliardi per pagare gli interessi e 29,7 per ricapitalizzare gli istituti di credito. “I contribuenti europei hanno salvato gli investitori privati – ha spiegato Jörg Rocholl, presidente dell’istituto curatore del rapporto – Il pacchetto di aiuti è servito principalmente per salvare le banche europee”.

Intanto il primo ministro Alexis Tsipras difende le ultime riforme e si prepara a ottenere il via libera per un’ulteriore tranche di aiuti. “Siamo impegnati – ha detto il premier ellenico intervenendo in Parlamento – a riformare il sistema pensionistico senza ridurre le pensioni principali. Il sistema aveva bisogno di una riforma perché è troppo complesso, socialmente ingiusto e clientelare. E non corrisponde allo Stato finanziario del Paese”. Il capo del governo ha sottolineato che il sistema a partire da oggi sarà “sostenibile senza toccare le pensioni principali” e ha promesso che “a più di due milioni di pensionati non verrà tolto un solo euro dalla pensione”.

Tsipras si è difeso dalle accuse del principale partito di opposizione, Nuova Democrazia, forza di centrodestra che ha guidato il Paese dal 2012 al 2015, ribadendo che coloro che ora li accusano di imporre “uno tsunami di imposte“, hanno approvato “tasse e tagli per un valore di 63 miliardi di euro tra 2010 e il 2013. Solo nel 2014 i tagli imposti alla popolazione furono di 10 miliardi”.

Il governo greco ha precisato che il pacchetto di riforme approvato prima dell’Eurogruppo di oggi contribuirà a completare la prima revisione del salvataggio e ad accedere ai fondi verso il pagamento del debito che il Paese dovrà affrontare nel mese di luglio. Il primo ministro ha poi espresso la sua fiducia che “dopo sei anni di misure di austerità concordate”, l’Eurogruppo inserirà in agenda “una riduzione del debito greco”.

Domenica circa 10mila manifestanti si sono raccolti nel pomeriggio a piazza Syntagma, davanti al Parlamento, per chiedere il ritiro delle due riforme in attesa del voto dell’aula che dovrebbe arrivare in serata. Il corteo mattutino più partecipato era stato organizzato dal sindacato Pame legato al Partito comunista Kke, a cui secondo la polizia c’erano circa 7mila persone, mentre alla marcia organizzata dal principale sindacato del settore privato Gsee hanno partecipato 1.500 persone. Il malcontento sociale nel Paese era già sfociato nello sciopero generale di 48 ore che si è svolto venerdì e sabato, convocato da Adedy e Gsee, che ha portato al blocco totale dei trasporti pubblici ma ha avuto un impatto minimo sui negozi, e al quale si sono uniti settori come giornalisti e agricoltori.

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