EGITTO: RIPRENDE LA RIVOLTA POPOLARE CONTRO IL DITTATORE AMICO DI RENZI

Redazione di Operai Contro, in Egitto riprende la rivolta contro Al Sisi, l’amicone del gangster italiano Renzi. Mentre i mercenari egiziani al solodo di Al Sisi invadono la Libia in appoggio ai mercenari USA, Grasn Bretagna, Francesi, il popolo egiziano riprende la sua lotta contro la dittatura Intanto il gangster Renzi  si tiene pronto con i suoi mercenari in appoggio ai petrolieri di Tripoli Quando la rivolta in Italia contro il gangster? Un lettore Osservatoriorepressione.info Nella notte tra giovedì e venerdì la polizia ha compiuto decine di arresti  in tutto il paese, in quella che è sembrata una vasta […]
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Redazione di Operai Contro,

in Egitto riprende la rivolta contro Al Sisi, l’amicone del gangster italiano Renzi.

Mentre i mercenari egiziani al solodo di Al Sisi invadono la Libia in appoggio ai mercenari USA, Grasn Bretagna, Francesi, il popolo egiziano riprende la sua lotta contro la dittatura

Intanto il gangster Renzi  si tiene pronto con i suoi mercenari in appoggio ai petrolieri di Tripoli

Quando la rivolta in Italia contro il gangster?

Un lettore

Osservatoriorepressione.info

Nella notte tra giovedì e venerdì la polizia ha compiuto decine di arresti  in tutto il paese, in quella che è sembrata una vasta e coordinata operazione di sicurezza, prelevando le persone da caffetterie, abitazioni private e strade. I raid sono stati compiuti nella capitale e in diverse regioni del paese.

Ad Alessandria e Giza la polizia è entrata nelle abitazioni, arrestando numerose persone, tra cui Haytham Mohammadeen, avvocato dei lavoratori e membro del movimento dei Socialisti Rivoluzionari.

Poiché nessuna istituzione ha rivelato informazioni sugli arrestati, nella mattinata di venerdì gli avvocati hanno iniziato a battere al tappeto le stazioni di polizia, ricevendo però finora solo porte in faccia “Non abbiamo nessuno qui”.

L’ultima ondata repressiva di questa portata era stata quest’anno nel periodo che ha preceduto l’anniversario della rivoluzione del 25 gennaio. In quelle settimane la polizia aveva arbitrariamente perquisito 5000 abitazioni private al Cairo secondo fonti del Ministero dell’Interno. In quell’occasione la polizia passò al setaccio computer, tablet e telefoni alla ricerca di qualsiasi elemento che potesse essere considerato una minaccia allo stato.

Le tensioni nei confronti del regime sono salite alle stelle negli ultimi giorni con il moltiplicarsi di appelli a scendere in piazza in massa il 25 aprile, contro la cessione di due isole del Mar Rosso all’Arabia Saudita. Gli appelli alla piazza fanno seguito alle grandi manifestazioni del 15 aprile, quando in migliaia sono scesi in piazza, per la prima volta dopo mesi, contestando non solo la svendita del paese alla monarchia saudita, ma prendendo di mira più in generale la condotta del regime e la sua incapacità totale di gestire le crisi che attraversa il paese.

Almeno 98 persone sono imputate per le proteste del 15 aprile, ormai noto come “Venerdì della Terra”, secondo un report dell’Associazione per la libertà di pensiero e di espressione.

Fonte: madamasr, portale egiziano di informazione indipendente in inglese e arabo.

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