LA CRISI DEL CAPITALISMO CONTINUA

Redazione di Operai Contro, la crisi continua. Le chiacchiere degli “economisti” al servizio dei padroni, rdestano chiacchiere di ignoranti parassiti Un lettore dal Sole 24 ore Giornata di forti ribassi per i mercati azionari europei, che si sono mosse di riflesso alla debolezza mostrata da Tokyo e al nuovo ribasso accusato ieri sera dal prezzo del petrolio. L’indice Ftse Mib ha chiuso con una perdita del 3% e vendite concentrate soprattutto sulle banche. Giù anche gli altri listini del Vecchio Continente , con Francoforte a -2,5%. L’andamento negativo di Wall Street non è certo stato d’aiuto: il Dow Jones […]
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Redazione di Operai Contro,

la crisi continua. Le chiacchiere degli “economisti” al servizio dei padroni, rdestano chiacchiere di ignoranti parassiti

Un lettore

dal Sole 24 ore

Giornata di forti ribassi per i mercati azionari europei, che si sono mosse di riflesso alla debolezza mostrata da Tokyo e al nuovo ribasso accusato ieri sera dal prezzo del petrolio. L’indice Ftse Mib ha chiuso con una perdita del 3% e vendite concentrate soprattutto sulle banche. Giù anche gli altri listini del Vecchio Continente , con Francoforte a -2,5%. L’andamento negativo di Wall Street non è certo stato d’aiuto: il Dow Jones ha perso lo 0,75% a 17.604,15 punti, il Nasdaq ha ceduto lo 0,98% a 4.843,01 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno l’1% a 2.045 punti.

In rialzo lo spread BTp-Bund a 117 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,27% e soprattutto il titolo tedesco ai minimi da un anno sotto 10 centesimi. L’euro si conferma poco sotto 1,14 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta). Il greggio Wti perde ancora terreno sotto i 36 dollari al barile.

Frenano gli indici Pmi e l’industria tedesca
Se sullo sfondo sembrano essere i movimenti del petrolio a telecomandare quelli delle Borse, oggi qualche attenzione in più verrà probabilmente dedicata anche alle note macro europee. Non sono arrivate certo buone notizie dagli indici dei direttori per gli acquisti (Pmi, purchasing manager index) per il settore servizi, in discesa a marzo sia a livello europeo (53,1), sia nei singoli stati con eccezione della Francia: in Italia la frenata è stata a 51,2 punti da 53,8; in Germania a 55,1 da 55,3. Si tratta di valori comunque superiori alla quota 50 che separa un’espansione da una contrazione delle attività, ma non è comunque un buon segnale. In precedenza hanno deluso pure gli ordinativi all’industria tedesca, in calo inatteso dell’1,2% mensile a febbraio.

I dubbi della corporate Usa
L’umore sui mercati era però già negativo in precedenza, e non soltanto per il greggio. «Le borse Usa ieri avevano complessivamente tenuto – spiegano infatti da Mps Capital Markets – ma a mercati chiusi è arrivata la notizia dal dipartimento del Tesoro in merito all’intenzione di rendere più stringenti in chiave retroattiva le regole al fine di combattere la cosiddetta “tax inversion”, ossia la pratica diffusa tra le società Usa di fusioni finalizzate sostanzialmente allo spostamento della sola sede giuridica in paesi con favorevole trattamento fiscale». Anche per questo già nell’after hour titoli del calibro di Allergan predevano circa il 20%.

Focus su Bce e BTp Italia
Intervenendo a Francoforte, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, si è limitato a sottolineare che la politica monetaria delle Banche centrali non può essere utilizzata come una sorta di «panacea globale» per tutti i problemi che affliggono l’economia. Nello stesso appuntamento, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha ricordato che l’economia globale non è «in crisi», ma che la ripresa resta comunque «troppo fragile» e con «rischi in aumento». In Italia prosegue poi il collocamento del BTp Italia, il titolo di stato legato all’inflazione di casa nostra che ieri ha raccolto fra i privati richieste per 2,3 miliardi.

Ancora vendite sulle banche, giù il settore auto con Peugeot
A Piazza Affari il Banco popolare (-8%) ha guidato i ribassi dei bancari, risentendo ancora della prospettiva di lanciare un aumento di capitale da un miliardo, operazione propedeutica alla fusione con Bpm (-6,5%). Dall’annuncio della fusione prima di Pasqua i due titoli hanno perso molto terreno: dal 23 marzo il Banco ha perso circa il 30% e Bpm il 20 per cento.Male pure Mps, anch’essa congelata brevemente, arrivata a perdere il 5% dopo aver corretto il suo minimo di sempre a 0,455 euro. Male in generale in Europa pure il settore auto, con Peugeot in forte calo dopo la presentazione del piano industriale che mostra un aumento della spesa per investimenti con conseguente pressione sui margini. In profondo rosso anche Ubi (-5,89%) e Bper (-5,68%). Sono inoltre andate male le Saipem (-5,78%), sull’onda del prezzo del greggio che rimane sotto la soglia dei 36 dollari al barile (il wti, contratto con scadenza a maggio, si attesta a 35,71 dollari al barile invariato rispetto a ieri). Fca ha accusato un calo del 5% sull’onda della debolezza di tutto il settore europeo dell’auto, deluso per le indicazioni fornite dai vertici di Peugeot per gli anni a venire.

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