I PADRONI ITALIANI CONTINUANO A GRATTARE IL FONDO DEL BARILE

Redazione, Dal 2017 la cassa integrazione straordinaria (CIGS) potrà essere erogata soltanto in caso di crisi aziendale e non più per cessata attività o cessione del ramo di azienda. Sarà erogata direttamente dall’INPS e non vi sarà più obbligo di definire criteri di individuazione e modalità di rotazione dei lavoratori. Scomparirà la cassa integrazione in deroga (CIGD). Scomparirà la cassa integrazione a zero ore. La durata massima di CIGS e cassa integrazione ordinaria (CIGO) sarà di 24 mesi e non più 36 come fino al 2015. Scendono i contributi obbligatori a carico delle aziende che utilizzano questi ammortizzatori sociali […]
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Redazione,

Dal 2017 la cassa integrazione straordinaria (CIGS) potrà essere erogata soltanto in caso di crisi aziendale e non più per cessata attività o cessione del ramo di azienda. Sarà erogata direttamente dall’INPS e non vi sarà più obbligo di definire criteri di individuazione e modalità di rotazione dei lavoratori.
Scomparirà la cassa integrazione in deroga (CIGD).
Scomparirà la cassa integrazione a zero ore.
La durata massima di CIGS e cassa integrazione ordinaria (CIGO) sarà di 24 mesi e non più 36 come fino al 2015.
Scendono i contributi obbligatori a carico delle aziende che utilizzano questi ammortizzatori sociali in media del 10%, controbilanciati da un maggior esborso per chi ne farà più uso (dal 9% a salire fino al 15% dopo 1 anno di utilizzo)
I contratti di solidarietà avranno durata massima di 36 mesi.
Si estende l’obbligo di fondi bilaterali (azienda-sindacati) per finanziare fondi integrativi agli ammortizzatori sociali.
La mobilità passata quest’anno da un massimo di 48 mesi ad un massimo di 36, scomparirà dal 1 gennaio 2017 sostituita dalla NASPI.

Questo un quadro generale (estremamente sintetico) di ciò che avverrà tra 9 mesi, quando calerà ulteriormente lo sgravio contributivo per le assunzioni con il contratto indeterminato “a tutele crescenti” introdotto con il Jobs Act.

Possiamo soltanto immaginare dove il governo troverà i fondi per rendere ancora più economicamente conveniente il contratto paradossalmente definito “stabile”. Sanità, istruzione, stato sociale saranno minati ancora più in profondità. La crisi sistemica non dà altre soluzioni che continuare a raschiare il fondo del barile, ammesso che sia rimasto qualcosa.

Allego articolo con le nuove dichiarazioni del gangster Poletti.

Saluti Operai, M-L

http://www.teleborsa.it/News/2016/03/30/lavoro-l-anno-prossimo-piu-sgravi-per-i-contratti-stabili-135.html#.Vv5siib97tT

30 marzo 2016

(Teleborsa) – L’anno prossimo assumere un dipendente in modo stabile costerà di meno, Lo ha promesso il Ministro del welfare Giuliano Poletti, in una intervista a La Stampa.

“Quest’anno abbiamo iniziato a ridurre lo sgravio, e così accadrà nel 2017”, ha affermato Poletti, garantendo che “dal 2018 il costo di un contratto stabile dovrà essere in ogni caso strutturalmente inferiore ad uno a termine”, anche con il venir meno degli sgravi. Il Ministro ha ricordato che oggi un dipendente stabile costa in media il 5% in meno di uno a termine, ma a regime il differenziale dovrà essere maggiore.

Il numero uno del welfare ha fatto anche un cenno all’aumento dei controlli, sia per la decontribuzione che per i voucher, per garantire l’eliminazione delle distorsioni.

Ad una domanda sull’ipotizzato flop di Garanzia Giovani, Poletti ha smentito che sia stato un fallimento ed ha anzi parlato di “numeri buoni”, affermando che ci vuole tempo perché si riescano a raggiungere gli obiettivi prefissati. In ogni caso – ha ricordato – la quota di giovani presi in carico dai centri per l’impiego è passata da uno su due a due su tre.

Sul fronte pensioni, poi, il ministro ritorna a parlare di flessibilità in uscita e di promozione di percorsi di “invecchiamento attivo”, affermando che occorre tempo perché “non si può immaginare di passare, da un giorno all’altro, da dieci ore a zero”.

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