RESURREXIT

Ricevo e volentieri diffondo, osservando che le orrende modalità dell’assassinio sono un atto di terrorismo statale per dissuadere chi vuol ficcare il naso nelle porcherie degli Stati. E tutti gli Stati sono responsabili e complici di questo e di altri orrendi assassini. d. e.                                                                            RESURREXIT            A trucidare per la seconda volta Giulio e ad abbandonarlo nel fossato della menzogna non è solo un satrapo in cerca di una volgare ed ignobile versione dei fatti, bensì la nostra cattiva coscienza, il nostro momentaneo dolore, il nostro immobilismo. Siamo tutti consapevoli che a muovere le mani degli aguzzini sono stati gli […]
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Ricevo e volentieri diffondo, osservando che le orrende modalità dell’assassinio sono un atto di terrorismo statale per dissuadere chi vuol ficcare il naso nelle porcherie degli Stati. E tutti gli Stati sono responsabili e complici di questo e di altri orrendi assassini.
d. e. 

                                                                          RESURREXIT

           A trucidare per la seconda volta Giulio e ad abbandonarlo nel fossato della menzogna non è solo un satrapo in cerca di una volgare ed ignobile versione dei fatti, bensì la nostra cattiva coscienza, il nostro momentaneo dolore, il nostro immobilismo.

Siamo tutti consapevoli che a muovere le mani degli aguzzini sono stati gli sgherri del regime egiziano e sappiamo anche che costoro si sono sentiti impuniti dal fatto di essere, agli occhi del mondo occidentale, gli arbitri e i guardiani del fondamentalismo islamico, il presidio dei pozzi petroliferi della Libia. Si sono convinti di essere insostituibili e insieme il crocevia del traffico delle armi e un cliente ideale per l’industria pesante. Tutto ciò è balzato in piena evidenza nella nota intervista resa a Repubblica da Al Sisi, tanto plateale da non aver tralasciato di sottolineare gli affari che intercorrono fra i due paesi e, insieme, la simpatia che lo lega al nostro leader, tanto vanaglorioso da aver subito abboccato all’amo. O per meglio dire – novello merlo della favola –  immediatamente lesto da aprire il becco per far cadere il boccone della sua gratitudine… Intervista che ha toccato il suo culmine nel momento in cui, ignorata la tortura subita dal nostro martire, ha voluto fare pari e patta con una supposta vittima del suo paese.

E’ stata proprio quella intervista – e non altro – ad obbligare i genitori di Giulio a recarsi dalle massime cariche dello Stato per chiedere Giustizia e di non recedere dall’obbligo di fare luce su di un crimine tanto efferato: di uscire cioè dai luoghi comuni ed ipocriti delle semplici attestazioni di circostanza.

Oggi, di fronte all’ultima vergognosa versione fornita dall’autorità egiziana e ancor più dalle superficiali prese di posizione italiane, nulla può condizionare l’indignazione generale.

Nulla può abituarci all’ennesimo crimine che resta impunito agli occhi del popolo italiano, tale da consolidare il suo senso di impotenza e quindi la sua arrendevole inerzia che tanto giova alla politica dei corrotti.

Nulla può trattenerci da chiedere un gesto sostanziale e concreto quale il richiamo dell’ambasciatore italiano al Cairo.

Nulla ci deve trattenere dall’esibire la nostra indignazione in ogni dove, così come abbiamo inteso esprimere nella mattinata di questo venerdì Santo dinanzi alle Istituzioni inglesi (Parlamento, Downing Street…)

Nulla ci deve trattenere dallo stare accanto alla famiglia Regeni.

Nulla deve più impedire la Resurrezione delle nostre coscienze.

Comitato per la Vita del Friuli Rurale

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