Accordo tra Fiom,Fim e Uilm sulla rappresentanza

Il giudizio positivo dato da Landini all’accordo sulla rappresentanza firmato da Confindustria e sindacati è la capitolazione del gruppo dirigente della Fiom alla Cgil e un colpo alla schiena di quei compagni che a Pomigliano da due anni combattono contro il modello Marchionne. Se questo accordo fosse stato firmato due anni fa, come ammette anche il corriere della sera, dato che non si parla di diritti indisponibili, la lotta di Pomigliano non avrebbe potuto avere luogo. Infatti il testo dell’accordo da un lato non prevede un Referendum tra i lavoratori sulle piattaforma ma una CONSULTAZIONE (che potrebbe anche riguardare […]
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Il giudizio positivo dato da Landini all’accordo sulla rappresentanza firmato da Confindustria e sindacati è la capitolazione del gruppo dirigente della Fiom alla Cgil e un colpo alla schiena di quei compagni che a Pomigliano da due anni combattono contro il modello Marchionne. Se questo accordo fosse stato firmato due anni fa, come ammette anche il corriere della sera, dato che non si parla di diritti indisponibili, la lotta di Pomigliano non avrebbe potuto avere luogo. Infatti il testo dell’accordo da un lato non prevede un Referendum tra i lavoratori sulle piattaforma ma una CONSULTAZIONE (che potrebbe anche riguardare solo gli iscritti) le cui modalità saranno decise da Fim Fiom e Uilm. Ricordo che nel 2006 la Fiom al congresso Cgil presentò una tesi alternativa proprio sulla questione REFERENDUM (sostenuto dalla Fiom) anzichè CONSULTAZIONE (sostenuta dalla Cgil). Inoltre l’accordo prevede che nei Contratti nazionali debbano essere stabilite sanzioni per le organizzazioni sindacali firmatari che non fanno rispettare l’accordo (che è esattamente quanto previsto anche dall’accordo Fiat, che appunto non vieta il diritto individuale di sciopero ma viete alle organizzazioni firmatarie di farlo). Quindi si da un giudizio positivo dell’accordo contravvenendo pure a quanto approvato a maggioranza (non dal sottoscritto) nel documento finale dell’ultimo Comitato Centrale nel quale si diceva “Il confronto aperto con Confindustria, finalizzato ad un accordo, deve confermare i principi proposti dalle organizzazioni sindacali, compreso l’esercizio del voto per la validazione degli accordi e non può contenere sanzioni né limitazioni al diritto di sciopero.” Dal momento che non c’è nessuna discussione in merito ad eventuali diritti indisponibili su cui vietare i referendum, una vertenza come quella di Pomigliano oggi non potrebbe avere luogo perchè la Fiom sarebbe vincolata all’accordo firmato dalla Cgil. Pertanto si accetta un accordo che viola tutti e tre i principi fondamentali racchiusi nella proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dalla Fiom qualche anno fa e che riassumeva bene quale era allora il nostro concetto di democrazia sindacale ovvero: Al tavolo di trattativa posso essere presenti i sindacati che abbiano più del 5% di rappresentanza ma SOLO tra quelli firmatari a livello confederale di questa intesa sulla rappresentanza. Quindi sindacati di base sono esclusi a prescindere dal loro grado di rappresentanza. Recita il testo ” Sono ammesse alla contrattazione collettiva nazionale le Federazioni delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo che abbiano, nell’ambito di applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, una rappresentatività non inferiore al 5%, considerando a tale fine la media fra il dato associativo (percentuale delle iscrizioni certificate) e il dato elettorale (percentuale voti ottenuti su voti espressi).” Nei CCNL dovranno essere introdotte sanzioni alle organizzazioni che sciopereranno contro l’accordo. Recita il testo ” Il rispetto delle procedure sopra definite comporta, infatti, oltre l’applicazione degli accordi all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici, la piena esigibilità per tutte le organizzazioni aderenti alle parti firmatarie della presente intesa. Conseguentemente le Parti firmatarie e le rispettive Federazioni si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere iniziative di contrasto agli accordi così definiti. I contratti collettivi nazionali di categoria, approvati alle condizioni di cui sopra, dovranno definire clausole e/o procedure di raffreddamento finalizzate a garantire, per tutte le parti, l’esigibilità degli impegni assunti e le conseguenze di eventuali inadempimenti sulla base dei principi stabiliti con la presente intesa.” Non vi è alcun referendum ma solo CONSULTAZIONE dei lavoratori le cui modalità sono stabilite a livello di categoria e non sulla piattaforma di ingresso ma solo dopo l’eventuale accordo raggiunto da quei sindacati che hanno il 50%+1 della rappresentanza. Recita infatti il testo ” in assenza di piattaforma unitaria, la parte datoriale favorirà, in ogni categoria, che la negoziazione si avvii sulla base della piattaforma presentata da organizzazioni sindacali che abbiano complessivamente un livello di rappresentatività nel settore pari almeno al 50% +1″ Il gruppo dirigente della Fiom si allinea così in tutto e per tutto alla Cgil. Questo non deve scoraggiarci ma rendere ancora più necessario organizzarci per portar avanti con ancora maggior vigore la nostra battaglia con coerenza non solo in Cgil ma anche in Fiom come in tutte le altre categorie.

Un delegato Fiom

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