Destradis: oltre la solidarietà formale

Lettera di un operaio FIOM ex delegato della INNSE di Milano sulla nuova possibilità di difesa e di azione di parte operaia. Contro le direzioni sindacali “vendute”e la loro azione repressiva per far tacere gli oppositori. Caro Domenico Avremmo potuto farti avere una lettera di solidarietà come operai della INNSE e di altre fabbriche come tanti hanno fatto in questo frangente. Avremmo potuto anche noi scagliarci “verbalmente” contro il gruppo dirigente della CGIL, che coperto dal comitato di garanzia cerca di farti fuori. Prendere una posizione scritta finendo con la classica frase “se toccano uno toccano tutti”, che ora […]
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Lettera di un operaio FIOM ex delegato della INNSE di Milano sulla nuova possibilità di difesa e di azione di parte operaia. Contro le direzioni sindacali “vendute”e la loro azione repressiva per far tacere gli oppositori.

Caro Domenico

Avremmo potuto farti avere una lettera di solidarietà come operai della INNSE e di altre fabbriche come tanti hanno fatto in questo frangente.

Avremmo potuto anche noi scagliarci “verbalmente” contro il gruppo dirigente della CGIL, che coperto dal comitato di garanzia cerca di farti fuori.

Prendere una posizione scritta finendo con la classica frase “se toccano uno toccano tutti”, che ora negli ambiti della sinistra sovversiva e dell’opposizione sindacale va tanto di moda non dà nessun risultato.

Ci siamo chiesti a cosa sarebbe servito scrivere una lettera di solidarietà senza riuscire a mettere in campo uno sciopero o una manifestazione di protesta operaia contro le decisioni dei dirigenti sindacali.

La fase dei comunicati di solidarietà per conto nostro è finita, non serve a nulla se non si ha la forza di organizzare una protesta pubblica direttamente nelle sedi sindacali per far sentire la forza degli operai iscritti al sindacato.

I comunicati sono serviti o serviranno come deterrente al fatto che la CGIL e la Fiom vi sbatterà fuori senza tanti complimenti dagli organismi dirigenti?

I comunicati serviranno a far fare marcia indietro a Landini e alla maggioranza del comitato centrale della Fiom sulla vostra epurazione?

I comunicati di solidarietà nella realtà servono solo a dimostrare l’indignazione dell’opposizione di maniera davanti alla protervia della borghesia sindacale e a dimostrare che il compitino è stato portato a termine con buona pace della coscienza politica di bravo oppositore.

Noi operai concretamente dobbiamo fare in modo che gli operai combattivi come te, come quelli che sono una spina nel fianco sia del padrone che della borghesia sindacale, vengano protetti dalla repressione.

Devono poter condurre la battaglia per la difesa degli interessi operai, dei nostri interessi di classe antagonista a questo sistema, contando su una compagine operaia che all’interno delle fabbriche agendo con azioni concrete organizza la difesa di chi è colpito.

Che al primo segnale di espulsione di un loro rappresentante mettono in campo la loro forza operaia per impedirlo.

Gli unici che possono assolvere a questo compito sono esclusivamente gli operai .

Attraverso una loro organizzazione che non è un semplice coordinamento sindacale transitorio e instabile per natura ma un vero partito operaio indipendente.

Per questi motivi la cosa che chiediamo a te e agli operai con cui sei in contatto è quella di incominciare a ragionare per una prospettiva diversa da tutte quelle tentate sino ad ora.

Oltre i coordinamenti, oltre le assemblee passerella, oltre le manovre da oppositori che hanno il solo scopo di ottenere posti nell’apparato sindacale.

La prospettiva è quella di costituire fabbrica per fabbrica sezioni di questo partito .

Anche se non sarai d’accordo con la nostra proposta, faremo comunque tutto il possibile per sostenerti in questa battaglia contro ogni atto intrapreso dalla attuale dirigenza sindacale per far fuori te e l’opposizione all’interno della Cgil e della Fiom.

Finché il partito operaio non arriverà a condurre apertamente la battaglia per ripulire la Fiom da tutti i borghesi grandi e piccoli che ne hanno il controllo, elaborando assieme e direttamente un nostro programma generale di rivolgimento della società.

Oppure la prospettiva sarà quella di passare la vita a contrattare il prezzo e l’uso delle nostre braccia quando andrà bene.

Oppure essere buttati fuori dal sindacato collaborazionista, togliendoci anche questa possibilità.

Oppure come tanti altri occupare un posto in parlamento, per concessione di un partito di “sinistra”, e sostenere un capitalismo umano e democratico.

Oppure costruire il partito operaio per conquistare il potere.

A te la scelta.

Cordiali saluti,

Dario Comotti (operaio della INNSE)

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