I grandi “esperti” economici non sanno più che pesci prendere

Redazione di Operai Contro, Dal G20 che si è tenuto in Cina, come ormai da tutti gli ultimi G20 o G7, a parte poche rassicuranti parole per i mercati, non è uscito niente, ma proprio niente di intelligente. Secondo i banchieri internazionali e i ministri finanziari della terra, va tutto bene, ci sono qua e là dei segni di rallentamento, ma nulla di preoccupante. Tutto rimandata al prossimo incontro che si terrà a maggio in Giappone. Cosa ormai si incontrano a fare non lo sa nessuno, nemmeno loro. Del perché, nonostante tutte le misure monetarie intraprese, l’economia mondiale non […]
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Redazione di Operai Contro,

Dal G20 che si è tenuto in Cina, come ormai da tutti gli ultimi G20 o G7, a parte poche rassicuranti parole per i mercati, non è uscito niente, ma proprio niente di intelligente. Secondo i banchieri internazionali e i ministri finanziari della terra, va tutto bene, ci sono qua e là dei segni di rallentamento, ma nulla di preoccupante. Tutto rimandata al prossimo incontro che si terrà a maggio in Giappone. Cosa ormai si incontrano a fare non lo sa nessuno, nemmeno loro. Del perché, nonostante tutte le misure monetarie intraprese, l’economia mondiale non si sia ancora ripresa dalla crisi del 2008 continuano a interrogarsi, ma non trovano risposta. Eppure sono “grandi esperti”, i più grandi. Controllano tassi di interesse, stampano denaro, decidono la svalutazione delle monete, apparentemente sono potentissimi e sembrano decidano le sorti del mondo, nella sostanza non sanno che pesci prendere: la crisi si ripresenta puntualmente proprio quando la danno per risolta, nonostante quello che fanno.

Un piccolo esempio, una pillola di saggezza, ce la dà il Corriere della Sera affrontando i dati dei primi mesi del 2016 a seguito dei quali le borse di tutto il mondo sono cadute ripetutamente. Analizza se si prospettano scenari peggiori e scrive:

Quali eventi potrebbero trasformare la correzione in un altro 2008? Il dibattito tra gli operatori si focalizza su tre ipotesi: una recessione negli Stati Uniti, l’atterraggio duro dell’economia cinese o il default di una grande azienda energetica americana o di un big della finanza in Europa. «Fino ad ora, non troviamo dati empirici sufficienti a ritenere probabili questi scenari»” (CorriereEconomia 22/2/2016).

Nella loro testa uno di questi tre eventi farebbe scoppiare il cataclisma, come, secondo loro, fu il fallimento della Lehman nel settembre 2008. Non si accorgono che in realtà tutti e tre gli eventi, e se ne potrebbero aggiungere altri, sono in contemporanea in corso. E proprio i grandi esperti della terra nei rispettivi tre mercati, Stati Uniti, Europa e Cina, non sanno più che pesci prendere e non riescono ad evitare che tali eventi accadano, che la crisi faccia il suo ulteriore corso.

I membri del G20 si sono riuniti a Shanghai per far vedere al mondo intero che con le loro politiche monetarie sanno dove andare, ma è una grande “esperta” balla. Che anche i mercati azionari subodorano da mesi.

R.P.

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