Renzi spaccia la ripresa in 3 per 2

Caro Operai Contro, per ripresa Renzi intende il consolidamento dei profitti. Il piazzista a capo del governo continua a vendere fumo, Renzi spaccia la “ripresa” con gli artifizi della crescita “tendenziale”. Sarebbe come aspettare un giorno che tutte le borse salgono per dire che la loro tendenza è in crescita, senza tener conto di ciò che è successo il giorno prima e l’incognita del giorno dopo. La ripresa che non conosce soste è l’imbarbarimento sociale che impoverisce ed emargina ampi strati di popolazione: dai salari fermi ai disoccupati, ai precari, dai poveri alle pensioni basse. Con il Jobs act […]
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Caro Operai Contro,

per ripresa Renzi intende il consolidamento dei profitti. Il piazzista a capo del governo continua a vendere fumo, Renzi spaccia la “ripresa” con gli artifizi della crescita “tendenziale”. Sarebbe come aspettare un giorno che tutte le borse salgono per dire che la loro tendenza è in crescita, senza tener conto di ciò che è successo il giorno prima e l’incognita del giorno dopo.

La ripresa che non conosce soste è l’imbarbarimento sociale che impoverisce ed emargina ampi strati di popolazione: dai salari fermi ai disoccupati, ai precari, dai poveri alle pensioni basse. Con il Jobs act le condizioni ed il rapporto di lavoro si sono ulteriormente incancreniti, mentre continua la mattanza dei morti sul lavoro. Organizzando il proprio partito gli operai posso aggregare gli strati che questa società condanna alla rovina. Lavoriamo per costruire il partito operaio.

Saluti da un sostenitore di Operai Contro.

 

Da una nota de La Stampa

L’indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali mensili negative diffuse a tutti i principali comparti. Diminuiscono i beni di consumo (-1,3%), i beni strumentali (-0,8%), l’energia (-0,7%) e i beni intermedi (-0,4%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario segnalano, a novembre 2015, aumenti nei comparti dei beni strumentali (+3,6%), dell’energia (+2,1%) e dei beni intermedi (+0,7%). L’unico tra i principali raggruppamenti d’industrie a registrare una variazione negativa è quello dei beni di consumo (-1,8%).

 

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