I droni italiani dalla mira infallibile

Caro Operai Contro, come hai scritto continua la strage di civili, con la benedizione natalizia del Papa. Dopo 240 milia civili massacrati dai bombardamenti di Assad, altre centinaia uccisi in due mesi dai bombardamenti di Putin. In Siria per combattere i gruppi della resistenza ad Assad, continua la strage di civili, da parte di Assad, della Russia, degli Usa, della Francia e dell’Inghilterra. L’Italia manda i droni che forniscono le coordinate per radere al suolo i civili con le loro città, per mettere in difficoltà la resistenza ad Assad.   Da Adnkronos: 23 dicembre 2015 “Centinaia di civili” sono […]
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Caro Operai Contro,

come hai scritto continua la strage di civili, con la benedizione natalizia del Papa. Dopo 240 milia civili massacrati dai bombardamenti di Assad, altre centinaia uccisi in due mesi dai bombardamenti di Putin. In Siria per combattere i gruppi della resistenza ad Assad, continua la strage di civili, da parte di Assad, della Russia, degli Usa, della Francia e dell’Inghilterra. L’Italia manda i droni che forniscono le coordinate per radere al suolo i civili con le loro città, per mettere in difficoltà la resistenza ad Assad.

 

Da Adnkronos: 23 dicembre 2015

“Centinaia di civili” sono stati uccisi nei raid aerei russi in Siria. Le accuse a Mosca arrivano da Amnesty International che in un rapporto cita testimoni e attivisti. La Russia interviene nel Paese arabo dallo scorso 30 settembre con l’obiettivo dichiarato di colpire l’Is e i gruppi “terroristici” su richiesta del regime di Bashar al-Assad.

L’organizzazione denuncia come nei raid aerei russi in Siria siano rimasti uccisi “centinaia di civili” e come le operazioni, che potrebbero costituire “crimini di guerra”, abbiano provocato “ampia distruzione in zone abitate”. Un nuovo rapporto si concentra in particolare su sei raid nelle province di Homs, Idlib e Aleppo, effettuati tra settembre e novembre, nei quali – stando all’organizzazione – sono rimasti uccisi almeno 200 civili e una decina di combattenti.

Amnesty afferma di aver “analizzato da remoto” in totale oltre 25 attacchi russi in cinque zone tra il 30 settembre e il 29 novembre e i risultati dell’inchiesta dimostrano “gravi mancanze” da parte della Russia “nel rispetto delle leggi umanitarie internazionali”.

Nel rapporto l’organizzazione chiarisce di aver analizzato operazioni russe anche nelle province di Hama e Latakia e precisa di aver “intervistato telefonicamente o via Internet 16 testimoni degli attacchi”, compresi alcuni medici. L’organizzazione precisa di aver “ottenuto ed esaminato” immagini delle zone degli attacchi e “pareri di esperti di armi”.

In uno degli attacchi documentati da Amnesty, il 29 novembre 49 civili sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti quando tre missili hanno colpito un mercato ad Ariha, nella provincia di Idlib. Stando alle testimonianze raccolte, l’organizzazione sottolinea come nelle “vicinanze” non vi fossero “obiettivi militari”. Il gruppo accusa anche la Russia di aver utilizzato “bombe non guidate in zone abitate” e “munizioni a grappolo”.

 

Da Fatto Quotidiano: 8 agosto 2015

Una guerra civile che in quattro anni ha causato la morte di oltre 240mila persone, di cui 71.781 civili e 12mila minorenni.Sono centinaia di migliaia le vittime del conflitto in Siria, iniziata nel 2011 tra le forze del regime di Bashar al  Assad e quelle di opposizione.

A fornire i dati è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), l’ong che monitora la situazione siriana e che ha aggiunto di avere documentato il decesso di 240.381 persone, di cui circa 10mila uccisi negli ultimi due mesi.

Le vittime tra i soldati e le milizie filo-regime sono state 88.616, oltre un terzo del totale, mentre sono 42.384 i ribelli che hanno perso la vita. A loro si aggiungono 34.384 combattenti provenienti da altri paesi, di cui 3.225 sono ancora senza nome e una nazionalità accertata.

Decine di migliaia anche gli scomparsi, che ammonterebbero a 30mila, di cui 20mila probabilmente detenuti nelle carceri del regime. Rimane tuttavia sconosciuto il numero dei combattenti lealisti fatti prigionieri dallo Stato islamico e dai ribelli.

 

 

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