VANNO A FINIRE IL MASSACRO

Redazione di operai Contro, i peggiori assassini del globo si preparano a mandare soldati cioè mercenari a scannare i civili che sono scampati ai bombardamenti in Iraq e Siria Ognuno ha i suoi obbiettivi, il risultato sarà che presto si scontreranno La terza guerra  mondiale continua Vediamo una cronaca :   STATI UNITI   Forze speciali per blitz più efficaci «A giorni arriveranno in Siria le truppe speciali americane». È l’inviato Usa per la coalizione anti-Isis, Brett McGurk, ad anticipare quanto sta per avvenire: i soldati Usa affiancheranno i reparti curdo-arabi nell’offensiva per prendere Raqqa. Si tratta di un […]
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Redazione di operai Contro,

i peggiori assassini del globo si preparano a mandare soldati cioè mercenari a scannare i civili che sono scampati ai bombardamenti in Iraq e Siria

Ognuno ha i suoi obbiettivi, il risultato sarà che presto si scontreranno

La terza guerra  mondiale continua

Vediamo una cronaca :

 

STATI UNITI  

Forze speciali per blitz più efficaci

«A giorni arriveranno in Siria le truppe speciali americane». È l’inviato Usa per la coalizione anti-Isis, Brett McGurk, ad anticipare quanto sta per avvenire: i soldati Usa affiancheranno i reparti curdo-arabi nell’offensiva per prendere Raqqa. Si tratta di un contingente ridotto ma affiancato da droni, satelliti, jet ed intelligence elettronica. È un intervento che evoca, in dimensioni più ridotte, quello a sostegno dell’Alleanza del Nord che strappò Kabul ai taleban a fine ottobre 2001. Ciò che più conta è che con i propri militari sul terreno, i raid Usa sono destinati ad essere più efficaci nell’identificazione degli obiettivi. Il Pentagono si è convinto della necessità di strappare Raqqa al Califfo al-Baghdadi e sta posizionando tutte le pedine sul terreno: più raid degli alleati – Gran Bretagna inclusa – più unità di terra curdo-arabe sostenute da elementi tribali e propri contingenti in prima linea. John Allen, l’ex ufficiale dei Marines predecessore di McGurk, non esclude che anche altri Paesi occidentali possano inviare truppe speciali, per compiere «operazioni congiunte».

 

RUSSIA

Con la fanteria per riprendere subito Aleppo

I raid del Cremlino si concentrano nelle aree della Siria del Nord-Ovest con l’intento di consentire ai reparti siriani di Assad di riprendere il completo controllo di Aleppo. Riuscendoci, verrebbero tagliate le linee di rifornimento per i ribelli islamici che partono dalla Turchia del Sud. I comandi russi sono convinti che dal territorio della Turchia arrivano i maggiori aiuti per tutti i gruppi islamici, inclusi i missili antitank Tow. Nella provincia di Latakia ed Iblib i russi bersagliano pesantemente i ribelli islamici non Isis e ora, secondo fonti del Kuwait, fanno avanzare propri contingenti di terra con tank T-90. Puntano a travolgere le roccaforti dei ribelli a Sud di Aleppo adoperando anche missili lanciati dalle navi nel Mar Caspio e dai bombardieri strategici. Nelle province di Homs e Hama i raid russi colpiscono invece le linee di comunicazione dell’Isis. È grazie ai raid che i soldati siriani hanno riconquistato le città di Mahin e Hawwarin, a Sud di Homs, finora in mano allo Stato Islamico. Infine, Damasco: qui i russi colpiscono nella periferia i quartieri in mano ai ribelli ma finora hanno ottenuto risultati limitati.

 

 MERCENARI CURDI-ARABI

Puntare a Raqqa per tagliare i collegamenti con il nord Iraq

La coalizione delle «Forze democratiche siriane» è stata creata a metà ottobre con la partecipazione di unità curde ed arabe. Non include gruppi islamici ed è sostenuta dalla coalizione occidentale con armi ed istruttori. Opera nel Nord-Est del Paese ed ha come obiettivo Raqqa, la capitale del Califfato. Negli ultimi quattordici giorni ha strappato allo Stato Islamico 1100 kmq di territorio. Le aree liberate dai jihadisti sono a Est di Raqqa e coincidono con le linee di comunicazione terrestre verso Mosul, in Iraq. Si tratta dell’operazione gemella rispetto a quella riuscita ai peshmerga curdi iracheni a Sinjar. Tagliare i collegamenti fra Raqqa e Mosul significa dividere in due il Califfato, obbligandolo a disperdere le forze. Il primo passo verso due offensive separate: contro Raqqa da parte dei curdo-arabi e contro Mosul da parte delle forze governative irachene. L’offensiva di terra su Raqqa è sostenuta dai raid della coalizione. Quando Parigi e Washington parlano di «intensificazione dei raid» le unità curdo-arabe comprendono che la battaglia per Raqqa sta per iniziare. Per vincerla contano sulla cooperazione delle tribù locali.

 

 

IRAN

Duemila soldati già al fronte a sostegno di Bashar Al Assad

Teheran ha portato a duemila uomini il proprio contingente in Siria. Si tratta di truppe scelte, arrivate con un ponte aereo a Damasco e impiegate su due teatri diversi. Il grosso è a Sud di Aleppo, per affiancare le offensive di terra siriane, ed è qui che nell’ultimo mese hanno subito – secondo fonti ribelli – almeno 55 perdite. Ciò significa che hanno compiti di sfondamento, in prima linea, in maniera analoga agli Hezbollah libanesi presenti in Siria con almeno 5000 uomini. L’altra parte del contingente iraniano è dispiegata attorno a Damasco, nelle zone della periferia dove sono attestati i ribelli. Qui, a fianco degli iraniani, ci sono almeno 15 mila miliziani sciiti: volontari soprattutto iracheni e afghani a cui è affidato il pattugliamento delle zone urbane di confine. Fonti dell’opposizione a Damasco affermano che molti di questi volontari sciiti hanno una doppia missione: non solo combattere i ribelli ma anche insediarsi in città, in appartamenti messi a disposizione del regime, creando delle famiglie. Con l’intento di modificare la demografia cittadina: trasformando Damasco in una sorta di cantone sciita

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