LA BORGHESIA E I SUOI UOMINI POLITICI SONO DEGLI ASSASSINI

Redazione di  Operai Contro, per anni la guerra contro l’Iraq è stata fatta passare come lotta contro le armi di Saddam. Non era vero i padroni USA volevano impadronirsi del petrolio Irakeno. Vi invio un articolo un lettore Quando la stampa ed i vignettisti britannici descrivevano Tony Blair come ” Bush poodle” (il barboncino di Bush), non sbagliavano. l’ex premier laburista era così pronto ad obbedire all’ex presidente americano (c’era ” un patto di sangue” tra i due) da essersi dichiarato pronto ad inviare le truppe di Sua Maestà in Iraq per abbattere Saddam Hussein già un anno primo […]
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Redazione di  Operai Contro,

per anni la guerra contro l’Iraq è stata fatta passare come lotta contro le armi di Saddam. Non era vero i padroni USA volevano impadronirsi del petrolio Irakeno.

Vi invio un articolo

un lettore

Quando la stampa ed i vignettisti britannici descrivevano Tony Blair come ” Bush poodle” (il barboncino di Bush), non sbagliavano. l’ex premier laburista era così pronto ad obbedire all’ex presidente americano (c’era ” un patto di sangue” tra i due) da essersi dichiarato pronto ad inviare le truppe di Sua Maestà in Iraq per abbattere Saddam Hussein già un anno primo dell’inizio del conflito.

E’ quanto rivela il Mail on Sunday che pubblica una mail segreta datata 28 marzo 2002 (la prima bomba cadde su Baghdad il 19 marzo 2003) inviata dal dipartimento di Stato alla Casa Bianca in cui emerge che Blair si era offerto di fare lo ” spin doctor” di Bush per convincere l’opinione pubblica mondiale che davvero il leader iracheno possedeva le famigerate ” armi di distruzioni di massa”, mai trovate in 8 anni di occupazione Usa, per cui si rendeva necessaria l’invasione. Il tutto mentre contemporaneamente e ripetutamente Blair ripeteva in pubblico che era alla ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi.

Il primo testo pubblicato dal Mail on Sunday è una mail classificata ” Secret/Noforn” (segreta/da non mostrare a stranieri) inviata dall’allora segretario di Stato, il generale Colin Powell, sotto forma di ” memorandum for the president” per prepararlo all’incontro che avrebbe avuto con Blair dal 5 al 7 aprile al suo ranch di Crawfrod in Texas dove tutto fu concordato. Nel testo Powell scrive che Blair ” sarà con noi” sull’intervento armato, l’invasione dell’Iraq, e gli assicura che ” il Regno Unito seguirà la nostra guida”. In sintesi, Londra è pronta a fare tutto ciò che gli chiederemo di fare.

Una seconda mail rivela come Bush ricorse a spie nel partito laburista di Blair per aiutare il primo ministro a manipolare l’opinione pubblica a favore della guerra. Blair ha sempre negato che in quel summit a Crawford avesse già concesso l’appoggio indiscusso di Londra a Washington. Ma solo cinque mesi dopo quell’incontro, Downing Street produsse il famigerato dossier letto dai Blair ai Comuni sul ‘fattò che Saddam Hussein era in grado di ” lanciare un missile con un’arma di distruzione di massa su Londra in 45 minuti”. Dossier ” sexed up” (alterato per renderlo più appetibile) su ordine del potentissimo portavoce/consigliere/confidente Alistair Campbell, rispetto all’orginale preparato dagli esperti britannici in materia, ccordinati dal dr David Kelly, misteriosamente suicidatosi a luglio del 2003.

Questi nuovi test fanno apparire Blair come un bugiardo: di fronte alla commissione Chilcot che da anni sta indagando sulle ‘causè della guerra, nel gennaio del 2010, l’ex premier laburista ha negato di aver stretto un accordo segreto con Bush a Crawford per rovesciare Saddam. I documenti ottenuti dal Mail on Sunday, sottolinea sganciando un’altra bomba il tabloid conservatore, sono parte di un gruppo di ” mail segrete” che erano conservate nell’ormai famigerato server privato di posta elettronica usato dal successore di Powell (dopo Condoleeza Rice nel secondo mandato di Bush), e attuale candidato alla Casa Bianca, Hillary Clinton, nei 4 anni in cui è stata a capo della diplomazia Usa, dal 2009 al 2013. Quelle mail che i giudici Usa la hanno obbligata a rivelare che lei avrebbe preferito tenere per sé. Mail che ovviamente Clinton ha ottenuto dal dipartimento di Stato dopo il suo insediamento che risalgono a 7 anni prima del suo insediamento.

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