Palestina: Intifada all’arma bianca?

Spettabile Redazione, i giovani palestinesi non ne possono più, e non sono più disposti a combattere a mani nude, solo lanciando pietre, come fecero i loro fratelli e i loro padri. Affrontano il nemico armati di coltello, mettendo in conto come avviene nella maggior parte dei casi, di essere uccisi dall’impari e sovrastante armamento dei militari israeliani e delle falangi di Netanyahu che spadroneggiano armati e, come i militari non esitano a sparare, uccidere chiunque incrocino anche in ricognizioni di routine, purché siano palestinesi. Israele ogni giorno si appropria di nuovi terreni dello Stato di Palestina riconosciuto dall’Onu, inoltre […]
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Spettabile Redazione,

i giovani palestinesi non ne possono più, e non sono più disposti a combattere a mani nude, solo lanciando pietre, come fecero i loro fratelli e i loro padri. Affrontano il nemico armati di coltello, mettendo in conto come avviene nella maggior parte dei casi, di essere uccisi dall’impari e sovrastante armamento dei militari israeliani e delle falangi di Netanyahu che spadroneggiano armati e, come i militari non esitano a sparare, uccidere chiunque incrocino anche in ricognizioni di routine, purché siano palestinesi. Israele ogni giorno si appropria di nuovi terreni dello Stato di Palestina riconosciuto dall’Onu, inoltre Netanyahu minaccia di invadere la Cisgiordania.

Nel 2000 quando iniziò la seconda Intifada, (rivolta) tanti ragazzi palestinesi che oggi, coltello alla mano, si ribellano contro l’oppressione israeliana, non erano ancora nati. Un oppressione che già nel 1987 diede vita alla prima Intifada del popolo palestinese, che da sempre rivendica un proprio autonomo Stato, di nome e di fatto.

La 1° e 2° Intifada sorprendevano per la sproporzione degli armamenti: i militari israeliani armati di tutto punto e con mezzi blindati, venivano attaccati dai palestinesi con il lancio di pietre.

Oggi, quella che sembra essere la 3° Intifada, scaturita stando alle fonti ufficiali, proprio dal fatto che dopo 28 anni dalla 1° Intifada, è stata issata sul palazzo dell’Onu anche la bandiera palestinese, ovvero riconosciuto lo Stato palestinese. Da questo momento le provocazioni di Israele, mai completamente cessate, hanno fatto un salto di qualità, rendendo impossibile la sopravvivenza ai palestinesi, da qui la nuova ribellione che vede, col salto generazionale, i coltelli aggiungersi alle pietre.

Saluti Bruno Casca

 

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