Meno lavatrici, più esuberi (373) La crisi travolge il marchio Candy

dal corriere L’incontro in Confindustria non ha portato all’esito sperato: gli esuberi alla Candy, lo storico marchio di elettrodomestici della famiglia Fumagalli, salgono a 373. L’azienda ha confermato la riduzione dei livelli di produzione che per il prossimo anno si dovranno attestare a circa 330mila lavatrici prodotte, rispetto alle attuali 380mila, con un conseguente numero di esuberi in fabbrica pari a 343 unità ai quali si devono aggiungere 30 esuberi nella palazzina uffici. «Gli ulteriori 30 esuberi — ha spiegato il segretario della Fiom Cgil di Monza e Brianza Pietro Occhiuto — sono una novità rispetto a quanto la […]
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dal corriere

L’incontro in Confindustria non ha portato all’esito sperato: gli esuberi alla Candy, lo storico marchio di elettrodomestici della famiglia Fumagalli, salgono a 373. L’azienda ha confermato la riduzione dei livelli di produzione che per il prossimo anno si dovranno attestare a circa 330mila lavatrici prodotte, rispetto alle attuali 380mila, con un conseguente numero di esuberi in fabbrica pari a 343 unità ai quali si devono aggiungere 30 esuberi nella palazzina uffici. «Gli ulteriori 30 esuberi — ha spiegato il segretario della Fiom Cgil di Monza e Brianza Pietro Occhiuto — sono una novità rispetto a quanto la stessa Candy ci aveva detto a fine giugno. Una novità che ci dice chiaramente di come la famiglia Fumagalli, storica proprietaria dell’azienda, intende disimpegnarsi dall’Italia».

L’ipotesi delocalizzazione

Del caso Candy, secondo la Fiom, è ora che si occupino anche il governo e la Regione Lombardia: «Il caso Candy non può più restare un caso locale. Di questo caso, che ha raggiunto proporzioni drammaticamente importanti, si devono far carico sia la Regione Lombardia che il governo», ha aggiunto Occhiuto. «Viste queste condizioni irricevibili abbiamo proposto alla direzione aziendale, al fine di evitare questi licenziamenti, di rinnovare il Contratto di solidarietà a condizioni simili a quello in scadenza (il rinnovo del Contratto di solidarietà è in scadenza il prossimo 13 ottobre, ndr). Al contempo abbiamo chiesto di presentarci immediatamente il Piano industriale e pretendiamo che questo venga fatto presso il ministero dello Sviluppo economico». Quindi l’attacco finale: «Candy intende delocalizzare altra produzione in Cina e Russia nel silenzio completo delle istituzioni. Ci si deve rendere conto che questo rischia di diventare un enorme problema sociale del quale tutti se ne devono fare carico», ha concluso Occhiuto.

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