Supermercati Sigma: 2 stipendi arretrati e 58 licenziamenti. Che aspettiamo a ribellarci?

Spettabile Redazione, sono d’accordo ci dobbiamo ribellare ma è difficile. I sindacalisti sembrano essere su un altro pianeta rispetto a ciò che dovrebbero tutelare e difendere, cioè i nostri interessi. Abbiamo scioperato rivendicando 2 mensilità arretrate. Ma ci pendono sul collo anche 58 licenziamenti. Se non cambiamo marcia e partiamo con delle lotte vere, finiremmo come fuscelli nella tempesta, in totale balia della volontà del padrone. Saluti dalla Sardegna. In allegato l’articolo dell’Unione Sarda. La crisi dei supermercati Cedi-Sigma è sfociata in una giornata di sciopero con tanto di sit-in di un centinaio di lavoratori (quasi il 50% della […]
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Spettabile Redazione,

sono d’accordo ci dobbiamo ribellare ma è difficile. I sindacalisti sembrano essere su un altro pianeta rispetto a ciò che dovrebbero tutelare e difendere, cioè i nostri interessi.

Abbiamo scioperato rivendicando 2 mensilità arretrate. Ma ci pendono sul collo anche 58 licenziamenti. Se non cambiamo marcia e partiamo con delle lotte vere, finiremmo come fuscelli nella tempesta, in totale balia della volontà del padrone. Saluti dalla Sardegna. In allegato l’articolo dell’Unione Sarda.

La crisi dei supermercati Cedi-Sigma è sfociata in una giornata di sciopero con tanto di sit-in di un centinaio di lavoratori (quasi il 50% della forza lavoro nel Cagliaritano) davanti alla filiale di via Santa Maria Chiara a Cagliari.

“Una situazione insostenibile – secondo Cristiano Ardau, segretario generale della UILTuCS Sardegna – i dipendenti devono ancora percepire gli ultimi due stipendi e pende la dichiarazione di esubero dello scorso agosto per 58 licenziamenti”.

I sindacati puntano il dito sugli errori del management.

“La contrazione generalizzata dei consumi è innegabile, ma i risultati della gestione dell’amministratore Rinaldo Carta sono sotto gli occhi di tutti – prosegue Ardau – linee prezzi poco concorrenziali, assenza di merce e negozi fatiscenti hanno fatto scappare la clientela”.

All’orizzonte però potrebbe esserci la cessione di un ramo dell’azienda a investitori del nord Italia.

“Ben vengano nuovi proprietari – conclude il rappresentante della Uil – a patto che mantengano il livello occupazionale e le tutele contrattuali esistenti”.

 

 

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