La visita di Renzi alla Fiat Melfi e gli operai

Redazione di Operai Contro, avete già pubblicato notizie della visita, ma vi chiedo ugualmente di pubblicare la mia corrispondenza. Alla Sata gli operai si lamentano, ma arriva Renzi e Marchionne e non riescono ad organizzare la protesta. Pesa molto la repressione del padrone e il leccaculismo dei sindacalisti di fabbrica. Basta che gli operai non stringono la mano a Renzi e il meno che gli capita è di essere trasferito Pesa molto il ricatto del posto di lavoro. Lavorare da schiavi ci permette di sopravvivere E’ questo il problema che dobbiamo affrontare Moltissimi operai alla Fiat di Melfi si […]
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Redazione di Operai Contro,

avete già pubblicato notizie della visita, ma vi chiedo ugualmente di pubblicare la mia corrispondenza.

Alla Sata gli operai si lamentano, ma arriva Renzi e Marchionne e non riescono ad organizzare la protesta.

Pesa molto la repressione del padrone e il leccaculismo dei sindacalisti di fabbrica.

Basta che gli operai non stringono la mano a Renzi e il meno che gli capita è di essere trasferito

Pesa molto il ricatto del posto di lavoro. Lavorare da schiavi ci permette di sopravvivere

E’ questo il problema che dobbiamo affrontare

Moltissimi operai alla Fiat di Melfi si lamentano dei ritmi, dei carichi di lavoro, del regime di caserma che vige in fabbrica, poi arriva Marchionne, amministratore delegato della Fiat che intasca una montagna di soldi grazie allo sfruttamento operaio, insieme a Renzi, capo del PD, promotore della riforma del lavoro che divide e indebolisce gli operai e corrono fra le loro braccia.

Molti sono i video comparsi su youTube e sui social network in cui si vedono gli operai entusiasti di fotografare Renzi e Marchionne.

Molti sono i video delle strette di mano e degli abbracci.

Alcuni operai hanno pensato di dedicargli anche le poesie:

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/28/renzi-a-melfi-poesia-delloperaio-crederci-fino-in-fondo-per-vendere-in-tutto-il-mondo/377050/

Non sono capi, non sono capetti, sono operai in carne e ossa che se da una parte si lamentano, dall’altra parte cambiano atteggiamento e idea anche in base a piccoli cambiamenti di postazione.

Molti si fanno influenzare dal momento, dall’occasione.

Sono operai che si lamentano per le cose che non vanno, che peggiorano, poi votano per chi il peggioramento delle condizioni degli operai le legifera, le sostiene, le applica.

Si lamentano dei sindacati collaborazionisti, poi puntualmente si recano alle urne in massa.

Si lamentano dei politici, poi la stragrande maggioranza li vota e ha il proprio referente locale.

In queste ore i risultati delle urne nei vari comuni confermano di nuovo il PD in testa, in Basilicata e tanti sono gli operai che l’hanno votato.

Sono pochi i casi evidenti di rigetto, in cui si evince la voglia di non festeggiare, di non farsi immortalare con quelli che contano come Renzi e Marchionne.

Come l’operaia intenta a fotografare Marchionne, trovatasi quasi per caso, che si è rifiutata di dare la mano a Renzi: https://www.youtube.com/watch?v=Gl2Pnw4iHj0&feature=share subito individuata e informata di dover cambiare mansione.

Certo ogni volta che c’è una visita alla Fiat di Melfi, tutto è preparato, pianificato.

Tutto deve apparire bello, pulito e molti sono i lavoratori che vengono preparati per l’eventuale evento.

Una operaia raccontava che durante la visita di Renzi non si poteva andare al bagno perché dovevano rimanere puliti e la pausa è stata concessa dopo ore e dopo che il capo del PD è andato via.

Ma è altrettanto vero che tantissimi operai vogliono apparire in prima fila, nelle sfilate dei visitatori di turno che “contano”, magari facendosi immortalare, salvo poi il giorno dopo continuare a lamentarsi per le cose che non vanno!

E’ una questione che deve fare riflettere, che deve essere tenuta presente e che non può essere nascosta.

Agli operai forse non è ancora chiaro che con il lamento non si va da nessuna parte, si fanno passi indietro mentre il padrone avanza nei suoi obbiettivi.

Un operaio della Fiat di Melfi

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