LOTTE E PROTESTE IN ISRAELE E PALESTINA

rassegna stampa Lotte in Israele e Territori palestinesi Continua la lotta dei chimici in Israele Gli 850 lavoratori chimici di ICL (Israeli Chemicals Limited) degli impianti Dead Sea Works (DSW, fertilizzanti) e Bromine (bromo) nel Sud di Israele continuano lo sciopero in corso da tre mesi come risposta ai 140 tagli occupazionali annunciati in occasione della ristrutturazione del gruppo, che all’estero sta espandendosi. Il 2 maggio ICL ha infatti inaugurato un nuovo quartier generale con 300 addetti ad Amsterdam. Il gruppo motiva la ristrutturazione con la necessità mantenere la competitività internazionale. Di fatto intasca enormi profitti: nel terzo trimestre […]
Condividi:

rassegna stampa

Lotte in Israele e Territori palestinesi

Continua la lotta dei chimici in Israele

Gli 850 lavoratori chimici di ICL (Israeli Chemicals Limited) degli impianti Dead Sea Works (DSW, fertilizzanti) e Bromine (bromo) nel Sud di Israele continuano lo sciopero in corso da tre mesi come risposta ai 140 tagli occupazionali annunciati in occasione della ristrutturazione del gruppo, che all’estero sta espandendosi. Il 2 maggio ICL ha infatti inaugurato un nuovo quartier generale con 300 addetti ad Amsterdam.

Il gruppo motiva la ristrutturazione con la necessità mantenere la competitività internazionale. Di fatto intasca enormi profitti: nel terzo trimestre 2014 i profitti netti sono più che raddoppiati rispetto a quelli dello stesso periodo del 2013, e nel primo trimestre 2015 sono aumentati del 65% rispetto allo stesso periodo 2014.

La lotta, organizzata dal sindacato Histadrut, sta cominciando ad incidere sui profitti della società, nel primo trimestre dell’anno ha fatto ridurre del 13% le vendite.

La direzione degli impianti di Bromine ha minacciato il licenziamento di altri 57 dipendenti se continuano gli scioperi e non riesce a soddifare gli ordini, l’ultimo dei ricatti che ha continuato ha lanciare.

Nel Sud di Israele ci sono minori opportunità di lavoro rispetto al resto del paese; circa il 20% della popolazione dell’area è occupata in ICL o nel suo indotto. Per questo il sindaco della città di Dimona in appoggio allo sciopero ha comunicato il blocco per una giornata delle attività citadine, scuola compresa.

A febbraio Histadrut aveva minacciato uno sciopero generale nel Sud, poi revocato in vista delle elezioni, con la promessa che il gruppo avrebbe temporaneamente sospeso i licenziamenti. Gli scioperi sono però continuati durante i negoziati.

ICL è il maggior produttore mondiale di bromo, con 1/3 della produzione totale.

———————

In sciopero i dipendenti pubblici nella striscia di Gaza

Mentre la disoccupazione nella Striscia di Gaza è attorno al 50% e ci sono frequenti black-out di elettricità, intrappolati nella lotta di potere tra Hamas, che controlla la striscia di Gaza, e al-Fatah, che controlla la West Bank, il 12 maggio sono scesi in sciopero per il mancato pagamento dello stipendio i dipendenti dei ministeri e delle istituzioni pubbliche della striscia di Gaza etc. (tranne i dipendenti del settore scolastico, essendo in corso gli esami di fine anno). Ne fanno parte medici, infermieri, personale paramedico e delle pulizie degli ospedali, poliziotti, personale della sicurezza, 24000 insegnanti.

Quando nel 2007 Hamas salì al potere a Gaza assunse 50 000 dipendenti del Pubblico Impiego, che dovevano sostituire i 70 000 assunti in precedenza dall’Autorità Palestinese (AP) di Fatah.

Quando un anno fa si costituì il governo di unità nazionale Hamas-Fatah, AP ha dato ordine ai suoi 70 000 dipendenti pubblici di non prestare più la loro opera al fine mettere in difficoltà Hamas, ma ha continuato a pagarli.

Invece solo circa la metà di quelli assunti da Hamas ha ricevuto una parte del pregresso a ottobre, gli altri, forze di sicurezza e militari, non hanno ricevuto nulla dal giugno 2014 perché AP rifiuta di assorbirli nelle forze di scurezza palestinesi (PNA).

Le difficoltà finanziarie di Hamas risalgono a prima del governo di unità nazionale, sia dal suo diniego di appoggiare il governo di damasco e dal conseguente taglio degli aiuti iraniani, sia da quando il nuovo governo egiziano di al-Sisi ha chiuso il valico di Rafah e distrutto buona parte della rete di tunnel usato per il lucroso commercio che alimentava Hamas; si calcolano in circa $200milioni l’anno le sole imposte su di esso.

Hamas e Fatah si combattono cercando anche di utilizzare l’influenza sugli studenti universitari. Dopo la vittoria di Hamas nel rinnovo del consiglio degli studenti dell’università BirZeit, non lontano da Ramallah in un’area tradizionalmente sotto l’infleunza di Fatah, Abu Mazen ha sospeso tutte le altre elezioni in calendario. Intanto la polizia del PNA continua ad arrestare supposti militanti del movimento islamista in ottemperanza alla cooperazione per la sicurezza con Israele.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.