STORIE DI VITA – LA BUONA SCUOLA VISSUTA DAL DI DENTRO

Redazione di Operai Contro, In questi giorni gli insegnanti sono, giustamente, in fermento e così tutti parlano dei problemi scolastici, anche coloro che, di fatto, hanno avvallato le controriforme scolastiche dell’ultimo decennio. Come ho detto nel mio intervento del 11- 4 – 2015, la madre di tutte le controriforme scolastiche è stata la riforma Gelmini, ma sarebbe sbagliato pensare che prima fosse tutto rose e fiori, semplicemente si peggiorata una situazione già profondamente negativa, dal nostro punto di vista. I RISVOLTI RECENTI In questi giorni il personale della scuola è in sciopero, anche per boicottare le prove invalsi previsti […]
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Redazione di Operai Contro,

In questi giorni gli insegnanti sono, giustamente, in fermento e così tutti parlano dei problemi scolastici, anche coloro che, di fatto, hanno avvallato le controriforme scolastiche dell’ultimo decennio. Come ho detto nel mio intervento del 11- 4 – 2015, la madre di tutte le controriforme scolastiche è stata la riforma Gelmini, ma sarebbe sbagliato pensare che prima fosse tutto rose e fiori, semplicemente si peggiorata una situazione già profondamente negativa, dal nostro punto di vista.

I RISVOLTI RECENTI

In questi giorni il personale della scuola è in sciopero, anche per boicottare le prove invalsi previsti per gli anni terminali, delle elementari, delle medie, ma anche del biennio delle superiori. Lo sciopero di ieri ( il 5 -5 – 2015) è stato uno dei più partecipati della storia della scuola, tutti i giornali ne hanno parlato. Mistificando gli avvenimenti! Sì perché è sembrato che gli insegnanti fossero a difesa di una situazione idilliaca, “la buona scuola siamo noi” era lo slogan più gettonato, nessun rifermento ai danni, anche occupazionali, ottenuti con le riforme precedenti, avvallate, di fatto dai sindacati della scuola, nessun riferimento ai tanti, inutili, concorsi che hanno moltiplicato la base precaria. Per non parlare dell’assoluta mancanza di critica ai programmi scolastici, anche nei dibattiti pubblici che hanno coinvolto gli insegnanti, solo la difesa del presente e l’impegno a non peggiorare le cose, nulla di più. Sia chiaro, qualsiasi forma di protesta è positiva, ma se non si capisce che la “buona scuola” è un punto (temporaneo) di arrivo, di un preciso percorso restaurativo non si va da nessuna parte! In secondo luogo, vi è la vera volontà di affossare la riforma della buona scuola, oppure le proteste di questi giorni servono per cavalcare l’onda, dare qualche contentino agli insegnanti, ma poi si proseguirà spediti con le controriforme? In effetti, un alunno mi ha fatto pensare, ponendomi una domanda: “ Ma se anche voi professori eravate contro la buona scuola, perché non avete scioperato quando protestavamo noi con autogestioni e occupazioni, l’azione sarebbe stata più incisiva perché tutta la scuola si sarebbe fermata”, bella domanda, vallo a spiegare ai pompieri di turno!

PER UNA CRITICA “DI CLASSE” DELLA SCUOLA

Sia chiaro, al di la delle chiacchere, la scuola è una delle tante sovrastrutture borghesi che mantiene in piedi questo sistema, come la religione e i mass media, ed ha lo scopo di “formare” i cittadini ai “ sani principi della competizione e dell’individualismo”. Il nozionismo, lo studio sconnesso dalla realtà, il continuo ripetere le opinioni degli altri, ha lo scopo di scoglionare gli studenti che dopo cinque anni di superiori non ne vogliono più sapere di libri, di letture e di giornali. Studiano solo il necessario per ottenere ciò che a loro serve, il pensiero autonomo non è tollerato, così come lo sviluppo delle proprie potenzialità. Gli studenti più meritevoli devono essere utilizzati per progettare merci, e quindi nuovo profitto, l’unica cosa che conta a questa società. L’impiego delle intelligenze per risolvere i problemi collettivi non sono previsti, se non produce profitto. Allora la borghesia vuole fare chiarezza sul ruolo degli insegnanti, devono essere al suo servizio, altrimenti è meglio che si cerchino di guadagnarsi il pane in altro modo, le schegge impazzite devono essere rimosse, o neutralizzate. Bisogna ridurre o eliminare la libertà d’insegnamento, una vera incongruenza per l’epoca attuale, questa è la realtà delle cose, al di la delle tante chiacchiere che si vanno dicendo in questi giorni. La libertà d’insegnamento, in realtà, è da qualche tempo che è molto arginata, la buona scuola di Renzi vuole solo mettere la ciliegina sulla torta su un percorso già avviato. Parlo, anche, sulla base di esperienze personali: qualche anno fa un preside di un liceo mi mandò a chiamare e mi fece una bella ramanzina : “ Vede professore – mi disse – questo è un’ambiente d’élite, di professionisti, di genitori che ci tengono ad una sana preparazione dei figli. Mi è stato detto, invece che lei fa vedere, spesso, dei video dai contenuti politici dubbi, che poco hanno a che fare con il programma da svolgere. Inoltre lei non sempre segue i libri di testo, non assegna compiti con regolarità e da troppa confidenza agli alunni” . “ Ma preside – ho ribattuto – c’è la libertà d’insegnamento, sancita anche dalla costituzione, io parlo di problematiche che comunque hanno a che vedere con la scienza” . “La libertà d’insegnamento si deve limitare al metodo di studio, non ai contenuti e nella scuola non si deve fare politica. L’anno prossimo cerchi di cambiare scuola, qui è un elemento di disturbo”. In pratica mi aveva minacciato di sanzioni disciplinari se non cambiavo atteggiamento. Mi sono sentito una merda, ma, allora, i presidi avevano pochi margini d’intervento nei confronti degli insegnanti, cosa avverrà se aumenterà il potere dei capi d’istituto? Ed è questo che la borghesia vuole, eliminare quei pochi insegnanti che non rigano dritto, non irreggimentati. Poi si potranno anche aumentare gli stipendi ai docenti che meglio sanno servire i capi. Faccio un altro esempio: quando ho frequentato la scuola media, ho avuto dei professori che spigavano la storia in chiave marxista, facevano imparare le poesie di autori contemporanei (la maggior parte delle poesie di Bertolt Brecht), qualcosa che ha profondamente inciso sulla mia vita. Questi insegnanti, allo stato attuale, sarebbero stati richiamati all’ordine dai presidi.

PIERO DEMARCO

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