Legge truffa: L’italicum e i suoi 2 predecessori

Caro Operai Contro, da soli i testi delle leggi o il loro contenuto non spiegano il momento storico, né la situazione sociale, né le forze e gli schieramenti in campo. Sicuramente però non si può negare la similitudine tra le tre leggi approvate dal parlamento italiano: l’Italicum approvato ieri, la legge truffa del 1953 e la legge Acerbo del 1923. Una prima constatazione è la riconferma che la democrazia dei padroni (non è una novità), è una farsa. Ma una tragica farsa perché noi ne facciamo le spese. Del resto più della metà degli elettori non vota, ma Renzi […]
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Caro Operai Contro,

da soli i testi delle leggi o il loro contenuto non spiegano il momento storico, né la situazione sociale, né le forze e gli schieramenti in campo. Sicuramente però non si può negare la similitudine tra le tre leggi approvate dal parlamento italiano: l’Italicum approvato ieri, la legge truffa del 1953 e la legge Acerbo del 1923. Una prima constatazione è la riconferma che la democrazia dei padroni (non è una novità), è una farsa. Ma una tragica farsa perché noi ne facciamo le spese. Del resto più della metà degli elettori non vota, ma Renzi e tutto il suo baraccone va avanti come se niente fosse. Invio un estratto con il contenuto delle tre leggi in questione. Andiamo avanti col Partito Operaio. Saluti operai.

Italicum 2015

Premio di maggioranza alla lista che supera il 40%. L’Italicum è un proporzionale che assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l’assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voti.

Entrano alla Camera tutti i partiti che abbiano superato il 3%. L’Italicum va in vigore dal luglio 2016.

Legge truffa 1953

Restò in vigore un anno e fu abolita a seguito di scioperi e proteste nelle fabbriche e nelle piazze. Questa legge modificava quella in vigore dal 1946, portava il nome del suo estensore, Mario Scelba ministro dell’interno del governo De Gasperi e creatore del corpo speciale di polizia “celere”. Prevedeva un premio di maggioranza che assegnava il 65% dei seggi, al partito o alla coalizione che avrebbe ottenuto il 50% più uno dei voti.

Legge Acerbo 1923

Dopo la marcia su Roma (ottobre 1922), fu approvata dal parlamento fascista (dicembre 1923) la nuova legge elettorale, che prese il nome Acerbo, allora sottosegretario alla presidenza del consiglio. Ogni lista poteva presentare un numero di candidati pari ai due terzi dei seggi in palio, ma la ripartizione dei seggi alla Camera, dipendeva dal premio di maggioranza riconosciuto alla lista vincitrice: la lista vincitrice che avesse conseguito il 25% dei voti validi, avrebbe ottenuto 2/3 dei 535 seggi; ossia 356 seggi mentre 179 seggi andavano divisi tra le altre liste. Quindi la legge Acerbo attribuiva il 66% dei seggi al partito che raggiungeva il 25% dei voti.

 

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