LA RIVOLTA DEGLI OPERAI WHIRLPOOL

Redazione di Operai Contro, ora basta. Noi operai Indesit siamo stati presi in giro Governo, sindacalisti, amministratori sapevano da sempre come sarebbe andata a finire Renzi è un conta balle Ora governo, sindacalisti, amministratori, urlano che Whirlpool non può licenziare Il governo darà altri soldi a Whirlpool, ci verranno a dire nuovamente che non saremo licenziati, almeno fino al 2018, e la storia si ripeterà. Ci hanno rotto, prendiamoli a calci tutti questi stronzi. Abbiamo la forza di lottare, non facciamoci portare allo sbando Organizziamo il nostro partito e facciamogli vedere i sorci verdi Un operaio Indesit Sciopero, manifestazioni […]
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Redazione di Operai Contro,

ora basta. Noi operai Indesit siamo stati presi in giro

Governo, sindacalisti, amministratori sapevano da sempre come sarebbe andata a finire

Renzi è un conta balle

Ora governo, sindacalisti, amministratori, urlano che Whirlpool non può licenziare

Il governo darà altri soldi a Whirlpool, ci verranno a dire nuovamente che non saremo licenziati, almeno fino al 2018, e la storia si ripeterà.

Ci hanno rotto, prendiamoli a calci tutti questi stronzi.

Abbiamo la forza di lottare, non facciamoci portare allo sbando

Organizziamo il nostro partito e facciamogli vedere i sorci verdi

Un operaio Indesit

Sciopero, manifestazioni e blocchi stradali. Scendono in strada i lavoratori dello stabilimento Indesit-Whirlpool di Carinaro, in provincia di Caserta, dopo l’annuncio del pianoWhirlpool per l’integrazione di Indesit che punta su un rilancio del ruolo dell’Italia nel gruppo, con una crescita della produzione e investimenti sestuplicati (500 milioni) ma con un impatto sociale alto: la chiusura di fabbriche e 400 esuberi in più (salgono a 1335), fatto ieri dall’azienda. A Caserta gli operai, da due giorni, hanno abbandonato la fabbrica, che è deserta. Sindacati in trincea. In Campania si parla di 815 posti di lavoro a rischio.  Ed ora è il momento della reazione politica e della ricerca di un nuovo accordo.

IL GOVERNO
Governo fermo sul no all’aumento di esuberi. Un dossier è ora una priorità per il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, e su cui il premier Matteo Renzi vuole dare personalmente – a quanto trapela – un forte segnale di attenzione del Governo: l’occasione dovrebbe essere già domani quando il presidente del Consiglio sarà in Campania, a Pompei, solo ad una quarantina di chilometri dalla fabbrica Indesit di Carinaro (Caserta). E’ l’impianto che paga il prezzo più alto: chiude, con 815 esuberi strutturali. Uno stop definitivo è previsto anche per il centro ricerca di None (Torino), con 80 esuberi, e per lo storico stabilimento Indesit di Albacina nel polo di Fabriano, nelle Marche, dove però produzione e occupazione – garantisce l’azienda – non verranno cancellati ma si sposteranno di 8 chilometri nello stabilimento di Melano che diventerà “il più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura”.
“E’ una situazione che conosciamo bene. C’era già una situazione di difficoltà di quella impresa. C’era già in corso un piano industriale che prevedeva degli esuberi. Oggi credo intanto che bisogna dire che chi ha comprato Indesit si è assunto gli obblighi che Indesit aveva, quindi il piano che c’era va rispettato”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti interviene sulla vertenza Whirlpool da Lucca. “A fronte del fatto che oggi c’è un interlocutore diverso da quello che c’era è bene che stia cominciando a sviluppare un confronto che valuti il merito delle proposte che ci sono”, ha aggiunto Poletti.
E il sottosegretario del lavoro, Teresa Bellanova: “Il governo è stato molto chiaro nelle Sue posizioni. Ha espresso apprezzamento per le produzioni riportate in italia dall’estero, e per l’investimento importante che riguarderà il nostro paese, con la creazione di un polo di eccellenza della produzione e della ricerca. Ma ha affermato la sua netta contrarietà all’ipotesi di aumento degli esuberi e alla chiusura dell’impianto di Caserta. Abbiamo chiesto un confronto di merito, chiaro, e il primo passo sarà l’incontro del 20 aprile tra azienda e sindacati, a quale seguirà un nuovo tavolo con il governo”.

LA PAURA E LA RABBIA DEI LAVORATORI
“Invito il Premier Renzi, che domani sarà a Pompei, a venire a Carinaro a conoscere i lavoratori che stanno per essere mandati a casa”, dice il segretario della Fiom di Caserta, Massimiliano Guglielmi. Antonello Accurso, della Uilm, dice che “deve essere la politica a prendersi le sue responsabilità. Chi vuole governare questa Regione deve chiedere un progetto serio al Governo e alla Whirlpool che non possono pensare al Sud solo come un luogo di ammortizzatori sociali. Altrimenti – conclude – la criminalità organizzata non sarà sconfitta mai”. Paura per il futuro e rabbia tra i lavoratori dello stabilimento Whirlpool-Indesit di Carinaro . “Sono 22 anni che lavoro qui, ho due figli e se dovesse chiudere il sito non saprei come sopravvivere e dare loro un futuro” dice Massimiliano Salma, che accusa i sindacati. “Spero – dice – non sapessero nulla di quanto deciso ieri, ma non ne sono convinto”. Annamaria, all’Indesit dal 1977, dice che “sarebbe un vero dramma la chiusura dello stabilimento per il territorio casertano.

E anche lo scrittore Roberto Saviano sui Social Network scrive: “Domani Renzi sarà a Pompei. Vedrà come il meraviglioso incanto degli scavi sia stato per troppo tempo in mano a corruzione e abusivismo. Ma il mio invito è a fare una necessaria deviazione a Carinaro, per dare il proprio appoggio ai lavoratori dello stabilimento Whirlpool-Indesit. Con ciascuno di loro si assuma l’impegno personale di non far chiudere lo stabilimento, perché la rinascita dell’Italia passa per il Sud. Non è accettabile togliere risorse a una terra che combatte per ripartire. Non lasciamo il Sud alle organizzazioni criminali”.

LA RISPOSTA DELL’AZIENDA
“Il piano Whirlpool non è stato fatto per penalizzare Indesit, ma per garantire lo sviluppo dell’azienda, ed espandere la leadership di Whirlpool. Tutti i colleghi sul territorio nazionale, dal top al lavoratore alla catena sono uguali”. Così Alessandro Magnoni, direttore comunicazione e relazioni governative Whirlpool. Magnoni interviene per tentare di “rasserenare” il clima. “Abbiamo studiato numerose soluzioni – sottolinea – e questo piano, al quale l’azienda crede fortemente, è il migliore possibile. Pur con la scelta sofferta della chiusura del sito di Caserta”. Whirlpool investe 500 milioni nel Paese, trasforma lo stabilimento di Melano “nel più grande in Europa per la produzione di piani cottura”, e rispetta l’impegno “a non licenziare unilateralmente alcun lavoratore fino a tutto il 2018”, come prevedeva il precedente accordo fra Indesit e sindacati.  E’ invece ancora “prematuro”, conclude Magnoni, anticipare i progetti per il settore impiegatizio. “Abbiamo scelto di concentrarci su ricerca e sviluppo, sul ‘blocco 1’ del piano. Quando saremo pronti affronteremo il ‘blocco 2′”, quello che riguarda i colletti bianchi.

I SINDACATI
Da Potenza il segretario della Cgil, Susanna Camusso tuona: “Le dichiarazioni del gruppo Whirlpool sull’occupazione sono gravissime, e anche per la totale distanza delle dichiarazioni del governo al momento dell’acquisizione di Indesit, e ho visto che anche il ministro per lo Sviluppo economico ha reagito pesantemente”. E aggiunge: “Forse è giunta l’ora che il governo si renda conto che la delega alle imprese della politica di sviluppo non porta da nessuna parte, ma solo problemi di occupazione e di ruolo industriale del nostro Paese”. Per il segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella: “Una scelta incomprensibile e di una brutalità senza precedenti. Giusta e sacrosanta la protesta degli operai”.
Il governo “deve intervenire subito affinchè siano garantiti i lavoratori e i siti produttivi” di Whirpool, ex Indesit. Lo chiede Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, ricordando che “il Presidente del consiglio aveva parlato, a suo tempo, di un’operazione fantastica”.
E il segretario generale Ugl metalmeccanici, Antonio Spera: “Il governo chieda immediatamente a Whirlpool di tornare sui suoi passi, rispettando l’accodo siglato a dicembre 2013 di cui l’esecutivo è stato garante. In questo momento i lavoratori stanno protestando sia a carinaro che a fabriano contro una scelta assurda ed irresponsabile, con un impatto devastante sul territorio”.

LE REAZIONI POLITICHE
“Ci opporremo alla chiusura dello stabilimento”, scrive sulla sua pagina Facebook, il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. “Bisogna mettere in campo il gioco di squadra – aggiunge – lo stesso che ci ha consentito, in un momento difficile, di salvare la Fincantieri a Castellammare, la Fiat a Pomigliano, il comparto dell’aerospazio. La Regione fa la sua parte e il Governo deve sostenerci. Qui non si cerca il consenso ma le soluzioni insieme”. Per Caldoro “non è la battaglia di Carinaro e degli amici casertani: è di tutti i campani, è del Sud Italia”
Sempre su Facebook, il  vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, membro del direttorio M5S, scrive. “I parlamentari M5S saranno sempre dalla parte dei lavoratori che si battono per difendere la sovranità delle proprie aziende. Faremo da scudo davanti ai vostri cortei e da garanti ai tavoli di contrattazione. Noi ci siamo! Con l’uscita dall’euro le aziende farebbero a gara a venire in Italia. Possibile che dobbiamo morire prima di capirlo?”.
Interviene anche Beppe Grillo sul suo blog, che annuncia battaglia accanto ai lavoratori e punta il dito contro il jobs act: “Il Pd toglie lavoro ai marchigiani e ai campani. Milletrecentocinquanta esuberi e la chiusura degli stabilimenti Indesit di Albacina e Caserta – scrive Grillo, prima di lasciare spazio agli interventi di Valeria Ciarambino e Gianni Maggi, candidati presidenti per il M5S in Campania e Marche – Il M5S protegge i cittadini marchigiani e campani che hanno perso o perderanno il lavoro a causa della politica economica fallimentare del Pd. Il Jobs Act ha tolto ai lavoratori ogni diritto, le aziende italiane vengono svendute all’estero, la produzione trasferita in Paesi più ‘competitivi’ e le famiglie italiane lasciate con il culo per terra”.
“Il Mise avrebbe dovuto monitorare l’attuazione dell’accordo del 2013, a maggior ragione dopo la vendita di Indesit a Whirlpool. Ma non lo ha fatto”, interviene l’assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi.

I VESCOVI CON I LAVORATORI
“Sono costernato per il  fatto che ancora una volta si continui a desertificare questa nostra terra”, reagisce monsignor Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta, che lancia l’appello ai politici per intervenire e agli operai perché non cadano nelle mani della camorra. Il vescovo chiede “alle personalità politiche che hanno le loro radici nel territorio di Caserta e nell’intera Campania e che possono muovere anche coloro che stanno al governo, di rendersi conto che non è possibile chiudere una fabbrica senza lasciare la porta aperta a una nuova speranza. Qui si tratta di famiglie monoreddito e di chi è attivo nelle imprese collaterali. Non voglio fare guerre tra poveri, ma il rinforzare le industrie al Nord indebolendo sempre il Sud lascia l’amaro in bocca”. Per di più, ricorda monsignor D’Alise, “questa è una zona dove la criminalità organizzata è ben presente e dunque creando nuove povertà si rischia di procurare nuova manovalanza alla camorra. Quando viene meno uno stipendio in una famiglia che campa solo di quello, è un vero disastro umano e sociale e ci può essere la tentazione virtuale di trovare risposte sbagliate alla crisi. Faccio dunque un duplice appello: ai politici per restituire speranza a questi lavoratori e agli operai per non cadere in facili ed effimeri richiami criminali, che finirebbero per rovinare la loro stessa vita”.
Anche a Fabriano interviene il vescovo, monsignor Giancarlo Vecerrica,che ieri ha fatto visita agli operai che stavano manifestando sulla Provinciale 256 per portare la propria solidarietà: “Bisogna fare il possibile per evitare che i lavoratori della Indesit restino senza lavoro”.

L’INCONTRO IN REGIONE
Oggi pomeriggio a Palazzo Santa Lucia il presidente Caldoro ha incontrato sindacati e rsu. Le parti hanno condiviso la posizione da assumere sottolineando che quanto deciso dall’azienda “contraddice l’accordo sottoscritto a dicembre 2013 in sede governativa con la regione campania, le organizzazioni sindacali ed indesit, e che oggi la nuova azienda whirpoool-indesit rinnega”. Di qui la richiesta di respingere con fermezza “la decisione dei vertici aziendali sulla chiusura dello stabilimento casertano” e la contestuale richiesta al governo “di manifestare in modo chiaro la volontà di sostenere l’azienda ed i sistemi produttivi della campania”.

LE PROTESTE
Una lunga giornata dopo una lunghissima notte. In tarda serata, i lavoratori dello stabilimento Indesit di Carinar,  in segno di protesta contro la decisione della multinazionale Whirlpool, annunciata ieri, di chiudere il sito produttivo (assieme a quello di Albacina, in provincia di Ancona), hanno  allestito una tenda e un presidio che sarà attivo 24 ore su 24 nei pressi dei cancelli della fabbrica che produce elettrodomestici.

Indesit, picchetto notturno dei lavoratori dello stabilimento di Carinaro

Alle prime luci dell’alba, circa 400 addetti dello stabilimento casertano hanno deciso di bloccare il deposito merci della fabbrica e hanno paralizzato il traffico veicolare della superstrada Giugliano-Marcianise-Caserta che costeggia la fabbrica.  Una mobilitazione, cominciata nella notte e che sarà permanente qualora dalla multinazionale non ci sarà una rivisitazione del piano industriale. Alle 12. dopo 4 ore,  i lavoratori hanno sospeso il blocco sulla superstrada Marcianise-Giugliano. Una strada simbolo, l'”asse mediano”, che secondo il piano industriale presentato ieri al Mise dovrà essere chiuso insieme allo stabilimento. Il traffico torna alla normalità, intorno alle 12. Ma la situazione rimane  incandescente. Nel pomeriggio una delegazione dei lavoratori ha incontrato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Intanto per il prossimo lunedì 20 dovrebbe essere confermato un incontro a Roma tra l’azienda e i rappresentanti sindacali nazionali.

FABRIANO
“La verità? Whirlpool sta spolpando Indesit, mentre le fabbriche e gli uffici di Whirlpool restano intonsi, anzi, a Cassinetta si assumono 280 persone: il piano per il settore impiegatizio non l’hanno ancora presentato, ma sarà un piano da macelleria sociale. In Italia siamo ‘doppioni’, 1.200 noi di Indesit, altrettanti gli impiegati di Whirlpool”. A parlare è un’impiegata della sede centrale Indesit di Fabriano, poco prima dell’assemblea con sciopero. Preferisce non dire il suo nome, ma assicura che molti suoi colleghi, “anzi tutti, hanno le stesse paure”. “I sacrifici, gli stabilimenti che chiudono, sono da una parte sola, tutti sulle spalle di Indesit, a cominciare dallo smantellamento della fabbrica di Carinaro, a Caserta, una zona già martoriata dalla crisi”.

A Fabriano,  dalle 8 di stamattina alle 15 assemblee e sciopero nei siti produttivi della Indesit,  dopo l’annuncio appunto del piano da 1.335 esuberi presentato ieri da Whirlpool-Indesit. Ad Albacina, l’impianto che dovrebbe essere chiuso per accorpare la produzione nel vicino stabilimento di Melano, destinato a diventare, secondo l’azienda, la più grande fabbrica di piani cottura in Europa, la prima assemblea con sciopero di un’ora si è tenuta alle 8:30. Ieri i lavoratori avevano occupato per protesta la Strada provinciale Sp 256. A Melano assemblee alle 10 e alle 14, nella sede centrale Indesit di Fabriano (e nel centro ricerche), sciopero e assemblea dalle 12 alle 13.

Twitter: @cristinazagaria

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