STORIE DI VITA

LA “BUONA SCUOLA” VISSUTA DAL DI DENTRO. ogni tanto le problematiche della scuola emergono all’interesse della cronaca, anche su queste pagine ci sono stati degli interventi d’insegnanti, precari o non, sulla buona (?) scuola di Renzi. Allora mi sono deciso di scrivere la mia esperienza all’interno della scuola, la mia “Storia di Vita” d’insegnante che ha vissuto, e subito, le varie (contro) riforme scolastiche. Lo voglio fare senza nascondermi dietro a pseudonimi, come sempre, assumendomi le responsabilità di ciò che dico. UN PO’ DI STORIA Vorrei iniziare con una considerazione: Mussolini descrisse la sua riforma della scuola, la riforma […]
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LA “BUONA SCUOLA” VISSUTA DAL DI DENTRO.

ogni tanto le problematiche della scuola emergono all’interesse della cronaca, anche su queste pagine ci sono stati degli interventi d’insegnanti, precari o non, sulla buona (?) scuola di Renzi. Allora mi sono deciso di scrivere la mia esperienza all’interno della scuola, la mia “Storia di Vita” d’insegnante che ha vissuto, e subito, le varie (contro) riforme scolastiche. Lo voglio fare senza nascondermi dietro a pseudonimi, come sempre, assumendomi le responsabilità di ciò che dico.

UN PO’ DI STORIA

Vorrei iniziare con una considerazione: Mussolini descrisse la sua riforma della scuola, la riforma Gentile per intenderci, come la più fascista delle riforme, per rimarcare, se ce ne fosse bisogno, l’importanza della scuola nella formazione delle coscienze. Gli obiettivi erano chiari: separare nettamente la preparazione del popolino da gente per bene, quelli che contano; prevalenza della conoscenza umanistica su quella scientifica. Tutta l’impostazione scolastica del dopoguerra è stata influenzata dalla “Riforma Gentile”, solo i movimenti studenteschi, sostenuti anche dalla borghesia illuminata, hanno messo in discussione la cultura nozionistica su cui si basava la scuola gentiliana. Da allora, parliamo degli anni settanta, la scuola ha vissuto un ventennio di stasi, alla borghesia faceva comodo la scolarizzazione di massa in un’epoca di espansione economica. Solo da fine anni novanta e inizi duemila sono iniziate le stagioni delle riforme che hanno riguardato, gradualmente tutta la struttura scolastica, dai programmi al reclutamento tutto è stata rivisitata, la scuola attuale è profondamente diversa da quella degli anni settanta ed io ho vissuto in prima persona questi cambiamenti.

FAR GUARDARE AL DITO PER NON FAR VEDERE LA LUNA.

La borghesia ha sempre avuto L’obiettivo di controllare la formazione, solo attraverso il controllo delle coscienze si persevera il potere. Per riuscire nello scopo era necessario da un lato selezionare la classe insegnante, dall’altro intervenire sui contenuti studiati, epurandoli da tutte le contaminazioni ideologiche. In tutti questi tempi gli organi d’informazione hanno sempre messo l’accento sulla riduzione delle spese scolastiche, sulla diminuzione del personale della scuola, sull’edilizia scolastica, anche le lotte studentesche sono state indirizzate in tal senso. Tutti problemi reali, per carità, ma i cambiamenti avvenuti, e che stanno avvenendo nella scuola sono di tutt’altra portata! La riduzione delle risorse nell’istruzione è un effetto collaterale, è non sempre reale: negli istituti scolastici comunque piovono fiumi di denaro “sottobanco”, in rivoli di progetti di tutti i tipi. Le scuole servono anche a smaltire le eccedenze produttive di molte industrie, i p. c. si sprecano, i tablet anche ma poi mancano le piccole cose: nella mia scuola, attrezzata di tutto punto, nel laboratorio di scienze non si può usare una bilancia perché manca un trasformatore.

Quali sono stati i cambiamenti avvenuti nelle scuole? L’aspetto più sconvolgente è stato il reclutamento della classe insegnante. Per passare di ruolo gli insegnanti della mia generazione non hanno speso un soldo, dopo un certo periodo di precariato io, come tanti altri, ho fatto un concorso e chi l’ha superato, è entrato di ruolo. Negli ultimi tempi, invece, si devono spendere migliaia di euro per i corsi abilitanti, solo chi ha i soldi, può diventare professore, un caso? Non solo, in questi anni si è aumenta la base precaria, gli aspiranti insegnanti sono messi l’uno contro l’altro, una concorrenza che sfianca le più tenaci capacità di cambiamento: quando i precari diventano stabili non hanno più voglia di mettere in discussione il sistema, sono tutti belli e irreggimentati. Tutto questo per cosa? Per estromettere i proletari dall’insegnamento, chi non ha risorse non può permettersi corsi abilitanti e decenni di precariato.

DOPO CHE I BUOI SONO SCAPPATTI, SI CERCA DI CHIUDERE IL RECINTO. Negli ultimi tempi si fa un gran parlare d’immissione in ruolo dei precari, si danno una serie di numeri, decine di migliaia di precari saranno (?) stabilizzati, il benefattore Renzi vuole eliminare il precariato! Balle! Si dimentica ciò che è avvenuto nella scuola in questi anni, le riforme che si sono succedute nell’ultimo decennio hanno già profondamente ridotto il numero dei lavoratori scolastici. Almeno 40000 insegnanti sono stati, indirettamente, estromessi dalla scuola, attraverso la riduzione del numero di classi e di ore settimanali, nei vari ordinamenti scolastici. Che cosa hanno fatto gli insegnanti per opporsi a questo profonda restaurazione? Poco e niente. I sindacati, di tanto in tanto, hanno indetto qualche sciopero, tanto per salvare la faccia, qualche processione a Roma e nulla più. Ci sarebbero volute azioni molto più incisive e clamorose, invece ci si è limitati ad appoggiare l’occupazione degli alunni. Molto spesso mi sono trovato a scioperare da solo nella scuola dove insegnavo! Adesso, per bene che vada, si sostituirà una parte dei pensionamenti, i 40000 posti sono persi per sempre.

INDIETRO TUTTA. Le ultime riforme scolastiche hanno soprattutto sconvolto i contenuti studiati, riportando la scuola indietro, nei fatti, anche rispetto all’epoca gentiliana. Chiaramente mi riferisco soprattutto alla scuola superiore, quella media è rimasta la stessa. Nelle superiori, che formano i cittadini e i lavoratori, vi è stato uno sconvolgimento a trecento sessanta gradi. I 40000 circa posti d’insegnamenti persi, hanno riguardato principalmente tre gruppi di materie: le scienze, il diritto (la vecchia educazione civica) e le materie professionali degli istituti tecnici e professionali. Le materie umanistiche sono rimaste sostanzialmente immutate. In pratica, nella maggioranza degli indirizzi scolastici, il divario tra le conoscenze umanistiche e scientifiche raggiunge livelli che neanche i fascisti hanno osato proporre. La maggior parte degli insegnanti rimasti al palo riguardano queste materie, in particolare per scienze vi è stata una strage! Io stesso ho perso la cattedra, nella scuola, dove insegnavo, e mi trovo a fare il precario di ruolo, ogni anno mi deve essere assegnata un istituto, dove insegnare, grazie alla riforma Gelmini! Per avere un’idea, a parte i Liceo Scientifico dove le ore sono aumentate, in tutti gli altri ordinamenti scolastici si fanno solo quattro ore di scienze, contro le cinque di religione, in cinque anni!

UNA CENSURA STRISCIANTE. I cambiamenti, però, non riguardano solo il numero di ore d’insegnamento, nella scuola si sta assistendo, anche, a una sorta di censura neanche tanta celata, portata avanti con il sistema dei libri di testo: nei testi di letteratura sono scomparsi gli autori progressisti, di Belton Brecht non si trova traccia neanche in bibliografia, nessuno studente saprà mai che è esistito! Allo stesso modo l’Ecologia è scomparsa dai libri di testo di scienze, nessuno studente conoscerà mai le leggi che regolano i sistemi viventi, mentre gli OGM sono propinati comi cavoli a merenda in tutti gli ordinamenti scolastici, un caso?

Bene, mi rendo conto di essermi troppo dilungato, rimando per chi ne ha voglia e tempo, a un altro approfondimento su gli sconvolgimenti della scuola, vissuti in prima persona.

PIERO DEMARCO

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