PETROLCHIMICO USA: VERSO UN ACCORDO, MA PROSEGUONO SCIOPERI E PICCHETTI

Redazione, si muove verso una risoluzione della vertenza lo sciopero degli operai del settore petrolchimico che ha coinvolto 7 Stati degli USA ed è sfociato anche nel sud del Canada. Lo scorso mese ne avevamo parlato sul telematico con un paio di articoli. Gli straccetti di regime italiani non hanno neanche sfiorato l’argomento, degno di grande attenzione per il settore ed il Paese coinvolti. Partito il 1 febbraio, è il primo vero sciopero categoriale interfederale dal 1980, promulgato strategicamente in una fase di debolezza del settore. Gli operai hanno spinto per continuarlo con serietà ed intransigenza, forti di rapporti […]
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Redazione,

si muove verso una risoluzione della vertenza lo sciopero degli operai
del settore petrolchimico che ha coinvolto 7 Stati degli USA ed è
sfociato anche nel sud del Canada.

Lo scorso mese ne avevamo parlato sul telematico con un paio di
articoli. Gli straccetti di regime italiani non hanno neanche sfiorato
l’argomento, degno di grande attenzione per il settore ed il Paese
coinvolti.

Partito il 1 febbraio, è il primo vero sciopero categoriale
interfederale dal 1980, promulgato strategicamente in una fase di
debolezza del settore. Gli operai hanno spinto per continuarlo con
serietà ed intransigenza, forti di rapporti di forza favorevoli e
criticità in questo settore dell’economia.

La USW (United Steel Workers, il sindacato di categoria) sta procedendo
con i negoziati per ottenere un nuovo contratto di categoria per i
30.000 operai di Royal Dutch Shell, Marathon, British Petroleum, Motiva,
Tesoro, LyondellBasell ed altre società.

I massimi dirigenti di SHELL, la maggiore delle compagnie coinvolte con
15 impianti ed a capo della delegazione padronale al tavolo di
trattative, ha accettato di addivenire ad un accordo con la USW,
approvato lo scorso 19 marzo dal 93% degli operai della multinazionale.
Ciò che li ha portati a più miti consigli è stata la solidarietà di
settore degli altri operai, disposti a proseguire i picchetti se non
fosse arrivato l’accordo con SHELL.

La situazione andrà però gestita con ogni singola compagnia, dato che
ognuna prosegue con rivendicazioni proprie: British Petroleum propugna
tuttora modifiche sostanziali al contratto in tema di anzianità di
servizio e obbligatorietà degli straordinari comandati.

La sicurezza sul lavoro è comunque il punto focale e comune della lotta:
gli operai denunciano turni anche di 24 ore consecutive o intere
settimane senza alcun giorno di riposo, con inevitabili infortuni e
morti sul lavoro. A ciò si aggiungano le catene di subappalti selvaggi,
con personale non adeguatamente preparato e comunque impiegato in
mansioni superiori alle proprie capacità, con ovvio risparmio sui salari
da elargire.

Scioperi e picchetti non si fermano, soprattutto nello stato del Texas,
intorno a Houston dove si trova il maggior numero di raffinerie colpite:
qui gli operai SHELL marciano unitariamente con gli operai di Maratona e
LyondellBasell. La vertenza volge verso un accordo, ma non è certo finita.

Saluti Operai da Bologna

(Fonte: www.workers.org)

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