Cantone, lo sceriffo del Pd

  Caro Operai Contro, sull’onda degli “scandali”, per contrastare indagini scomode della magistratura che pregiudicassero interessi e appalti legati alle “infrastrutture” ed alle “grandi opere”, Renzi aveva nominato Cantone, sceriffo del governo a guida Pd. Il ricorso allo sceriffo rientrava nei piani di Renzi, per ridimensionare le commesse pubbliche assegnate alle aziende legate a Comunione e Liberazione, di cui Lupi ministro dimissionario delle infrastrutture, è un massimo esponente, e favorire le aziende e le cooperative legate al Pd, con i testa Poletti, ministro del lavoro dei negrieri. La spartizione delle commesse pubbliche per le infrastrutture e le grandi opere, […]
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Caro Operai Contro, sull’onda degli “scandali”, per contrastare indagini scomode della magistratura che pregiudicassero interessi e appalti legati alle “infrastrutture” ed alle “grandi opere”, Renzi aveva nominato Cantone, sceriffo del governo a guida Pd.

Il ricorso allo sceriffo rientrava nei piani di Renzi, per ridimensionare le commesse pubbliche assegnate alle aziende legate a Comunione e Liberazione, di cui Lupi ministro dimissionario delle infrastrutture, è un massimo esponente, e favorire le aziende e le cooperative legate al Pd, con i testa Poletti, ministro del lavoro dei negrieri.

La spartizione delle commesse pubbliche per le infrastrutture e le grandi opere, è la grande mangiatoia all’origine della corruzione, che dal 1992 Di Pietro con “mani pulite” voleva debellare, e che è invece sempre più venuta allo scoperto, come sistema nel sistema.

Gli scazzi nascono proprio dalle spartizione delle commesse pubbliche. Ogni partito della coalizione governativa vuole la fetta per i padroni del proprio carrozzone elettorale. Ma ognuno vuole la fetta più grossa, anche perché la crisi non dà altri sbocchi. In questa guerra, sembra che certe decisioni della magistratura caschino a fagiolo, l’ultima ha giocato a favore proprio di Renzi e dei suoi piani.

Così con l’aiuto dei mass media asserviti, lo scandalo non è il sistema nel sistema, ma la raccomandazione del figlio di Lupi, con l’aggravante del super orologio. Un pretesto con il quale Renzi, ha scaricato Lupi e con lui parte delle aziende legate a Comunione e Liberazione, per fare spazio ai padroni di aziende e cooperative rappresentate da Poletti, ancor prima che fosse ministro del lavoro. Renzi era stufo di sentirsi tirare la giacca da Poletti che chiedeva commesse per i suoi amici padroni di grosso calibro; e non di meno, dei negrieri a capo delle cooperative. Renzi e Poletti liquidando Lupi, rilanciano le commesse nel proprio carrozzone elettorale.

Di volta in volta a definire il volume di affari, compresi quelli illegali (corruzione compresa), è una commistione tra tecnici e politici. Quest’ultimi devono affidarsi al parere dei tecnici, i quali forniscono ai politici il “preventivo” dei costi delle grandi opere. Poi insieme, tecnici e politici ovvero la cupola della pubblica mangiatoia, possono decidere incontrastati di alzare i costi del preventivo, fino a definire un costo finale (o presunto tale), comprensivo dei propri “compensi” e di tutto il mazzettificio da mantenere. La cupola formata dalla banda di politici e quella dei tecnici, non ha limiti nella definizione dei costi, perché approfitta di avere il monopolio in quel settore. Il sistema è ben lubrificato e gira che è un piacere. Non è un caso che la banda dei tecnici delle grandi opere, spadroneggi in accordo con i politici, da almeno sette governi di fila.

Per mettere fine alla corruzione, bisogna mettere fine a questo sistema sociale. Altrimenti ci sarà sempre una raccomandazione di troppo e un orologio di marca da dare in pasto ai creduloni.

Saluti da un lettore per il Partito Operaio

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