“Evviva il Quantitative Easing!”

Redazione, da lunedì scorso il Quantitative Easing di Mario Draghi è operativo. La Bce e le varie banche centrali europee comprano titoli dalle banche commerciali stampando euro. I primi risultati si vedono già: l’euro ha accelerato la sua svalutazione. Sul dollaro -6% nella sola ultima settimana, -25% negli ultimi sei mesi. Favorirà le esportazioni di merci prodotte in Europa, dando fiato all’industria – dicono i giornalisti leccapiedi e i padroni nostrani, si felicitano l’un con l’altro assaporando i profitti industriali che forse verranno. Azionisti e giocatori di Borsa brindano allegri. Ma agli operai europei che vantaggio ne dovrebbe venire? […]
Condividi:

Redazione,

da lunedì scorso il Quantitative Easing di Mario Draghi è operativo. La Bce e le varie banche centrali europee comprano titoli dalle banche commerciali stampando euro. I primi risultati si vedono già: l’euro ha accelerato la sua svalutazione. Sul dollaro -6% nella sola ultima settimana, -25% negli ultimi sei mesi.

Favorirà le esportazioni di merci prodotte in Europa, dando fiato all’industria – dicono i giornalisti leccapiedi e i padroni nostrani, si felicitano l’un con l’altro assaporando i profitti industriali che forse verranno. Azionisti e giocatori di Borsa brindano allegri.

Ma agli operai europei che vantaggio ne dovrebbe venire? Se i prezzi delle merci che producono diminuiranno sui mercati americani per l’euro svalutato, forse se ne avvantaggerà il consumatore oltreoceano, ma agli operai europei, nella migliore delle ipotesi, non cambierà nulla.

Già, nella migliore delle ipotesi, perché tutte le merci importate le dovranno pagare di più. E quelle che finiscono tra i costi di produzione, materie prime e semilavorati, porterà a un aumento generalizzato in Europa dei prezzi finali delle merci. A meno che i padroni che oggi brindano a Draghi non assorbano i maggiori costi di produzione, proprio perdendo i magri profitti derivanti dalla svalutazione. Ed e ciò che, apertamente dichiarato, non vogliono. Anzi, sperano, vogliono, perseguono un aumento dell’inflazione in Europa. Il male storico di una moneta è diventato il bene.

Insomma, “tutti allegri stanno” perché sperano di vendere di più fuori dall’Europa e, allo stesso tempo, di affamare di più gli operai europei. I maggiori costi delle merci importate finiranno per pagarli operai, impiegati e dipendenti pubblici che, già immiseriti dalla disoccupazione, con il blocco dei contratti, si troveranno ad affrontare la svalutazione di salari e stipendi.

Questo gli esperti economici invero auspicano e poi tutti insieme brindano a Draghi: “Evviva il Quantitative Easing europeo!”. Proprio evviva!

R.P.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.