Quantitative Easing europeo

Redazioine di Operai Contro, Mario Draghi, capo banchiere dei banchieri europei, ha fissato la data. Da lunedì prossimo, 9 marzo 2015, partirà il Quantitative Easing europeo. Ovvero l’acquisto da parte della Bce e, su suo mandato, delle banche centrali nazionali europee, di titoli di Stato e altre obbligazioni di importanti emettitori nazionali. Se la Bce acquista, chi vende? Le varie banche, i fondi di investimento, i singoli borghesi, chiunque ha denaro e finora ad ogni asta dello Stato si è precipitato a comprare Btp, ora dovrebbero vendere quegli stessi titoli. Dipenderà dal prezzo. Cosa ne faranno del denaro ricavato […]
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Redazioine di Operai Contro,

Mario Draghi, capo banchiere dei banchieri europei, ha fissato la data. Da lunedì prossimo, 9 marzo 2015, partirà il Quantitative Easing europeo. Ovvero l’acquisto da parte della Bce e, su suo mandato, delle banche centrali nazionali europee, di titoli di Stato e altre obbligazioni di importanti emettitori nazionali. Se la Bce acquista, chi vende? Le varie banche, i fondi di investimento, i singoli borghesi, chiunque ha denaro e finora ad ogni asta dello Stato si è precipitato a comprare Btp, ora dovrebbero vendere quegli stessi titoli. Dipenderà dal prezzo.

Cosa ne faranno del denaro ricavato da queste vendite alla Bce? Probabilmente quello che hanno fatto finora: comprare altri titoli. E siccome i prezzi si alzano a seguito della domanda e gli interessi, anche di conseguenza, si abbassano, l’operazione di politica monetaria decisa dalla Bce porterà altro denaro a circolare, nonché guadagni ai proprietari delle obbligazioni che venderanno alla Bce a un prezzo più alto di quello cui hanno comprato. In un circolo che rischia di essere vizioso e che in taluni casi nella storia ha generato iperinflazione. Da qui probabilmente l’avversione tedesca alla decisione della Bce.

Comunque la Bce ha deciso, ogni mese 60 mld di euro di titoli emessi dagli stati finiranno nei forzieri della Bce e corrispondente denaro andrà nei depositi delle banche. Esplicitamente, si dice, fino a che l’inflazione tornerà ad aumentare e di fatto, con la perdita di potere d’acquisto della moneta, i valori torneranno a una qualche forma di nuovo equilibrio. Qualcuno alla fine ci avrà guadagnato, qualcuno perso. La svalutazione dell’euro è uno degli obbiettivi dichiarato apertamente da Draghi e ciò renderà le merci prodotte in Europa più competitive.

I paesi concorrenti non si possono lamentare. La stessa operazione è stata fatta, anzi l’ha proprio inagurata, la Fed americana negli anni passati. Anche la Boe Inglese e la Boj giapponese hanno fatto lo stesso. Tutti a stampare moneta e buttarla sui mercati, svalutare la moneta nazionale e a scaricare parte della crisi sui paesi concorrenti. Non hanno risolto la crisi, hanno solo preso tempo, hanno fatto guadagnare le banche, con le commissioni sullo scambio di titoli, e chi gioca con i propri capitali nel grande casinò capitalistico. Peraltro i guadagni nel settore sono poca roba visto che i saggi di interesse, tanto è pesante la crisi, sono vicini allo zero e in sempre più casi sono arrivati all’assurdo di essere negativi. D’altra parte se continuano i problemi sui profitti industriali perché non dovrebbero esserci sugli interessi che con i profitti sono pagati?

L’unica cosa che veramente Draghi lunedì inizia a fare è la guerra delle valute, in pieno svolgimento da tempo e che aveva prima portato alla svalutazione del dollaro con il QE americano. Ora tocca all’euro. Nel secolo scorso, nella crisi del ’29, la guerra delle valute aveva messo economicamente un paese contro l’altro e posto le premesse alla guerra commerciale e poi alla guerra militare. In questa Grande Crisi sta succedendo la stessa cosa.

R.P.

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