Le tutele crescenti dei boiardi di stato

Redazione di Operai Contro, Il governo antioperaio di Renzi e del negriero Poletti peggiorano le condizioni di vita dei salariati.Ogni giorno ne pensano una nuova, è di oggi la proposta di Tito Boeri nuovo presidente dell’INPS di “alleggerire” le pensioni per gli operai e i lavoratori dipendenti che decidessero di andare in pensione “volontariamente” prima di averne maturato i requisiti. La volontarietà per gli operai, dopo l’accordo alla AST di Terni è sinonimo di  fregatura. A Terni infatti gli operai sono stati costretti a dimettersi dietro il ricatto di un miserabile incentivo che avrebbero perso se fossero stati licenziati con […]
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Redazione di Operai Contro,
Il governo antioperaio di Renzi e del negriero Poletti peggiorano le condizioni di vita dei salariati.Ogni giorno ne pensano una nuova, è di oggi la proposta di Tito Boeri nuovo presidente dell’INPS di “alleggerire” le pensioni per gli operai e i lavoratori dipendenti che decidessero di andare in pensione “volontariamente” prima di averne maturato i requisiti. La volontarietà per gli operai, dopo l’accordo alla AST di Terni è sinonimo di  fregatura. A Terni infatti gli operai sono stati costretti a dimettersi dietro il ricatto di un miserabile incentivo che avrebbero perso se fossero stati licenziati con le nuove tutele del Jobs Act.
Per i boiardi di stato la volontarietà paga, nel caso del direttore generale Anas è una cuccagna. Vi allego un articolo del Fatto 
Saluti
Gert dal Pozzo
 
 
Pietro Ciucci presidente di Anas licenzia Pietro Ciucci direttore generale di Anas. E lo fa con una lettera e senza preavviso, così da intascare anche una ricca buonuscita da 1 milione 825.745,53 euro. E’ una storia tutta italiana che riguarda una società pubblica.

DIMISSIONI? NO, AUTOLICENZIAMENTO –
 Succede tutto nell’estate 2013, quando Ciucci rinuncia al doppio incarico e decide di lasciare la direzione. Ma non si dimette, bensì si autolicenzia. La differenza tra le due scelte implica circa 780mila euro, perché se Ciucci si fosse semplicemente dimesso non avrebbe intascato anche l’indennità di “mancato preavviso”. Che invece gli spetta col licenziamento.
Non solo: il calcolo della buonuscita elaborato dagli uffici dell’Anas tiene conto dell’indennità di mancato preavviso e anche di quella spettante “in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro”. Ovvero si è licenziato senza avvertirsi prima ma era allo stesso tempo d’accordo con se stesso sul licenziarsi. 
INTERPELLANZA ALLA CAMERA – Il 20 febbraio scorso si è svolta alla Camera un’interpellanza urgente per chiarire la questione dei compensi percepiti da Ciucci; in quell’occasione il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha confermato l’entità della buonuscita, ma ha escluso che fosse stata riconosciuta l’indennità di mancato preavviso. Il Fatto Quotidiano, però, ha diffuso documenti che affermano il contrario; in particolare  un foglio di carta intestata Pietro Ciucci, senza qualifica (né di direttore generale né di presidente e amministratore) nel quale lo stesso Pietro Ciucci firma una richiesta di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (protocollata il 9 agosto 2013). Il calcolo della buonuscita, che gli è stata riconosciuta tiene conto, però, anche dell’indennità di mancato preavviso e pure quella spettante “in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro”.L’ANAS – Il Fatto Quotidiano è anche andato a chiedere spiegazioni all’Anas, che ha ammesso che le cose stanno così sostenendo che “è stata data esecuzione al contratto di lavoro individuale” di Ciucci che “disciplinava le condizioni economiche dello scioglimento secondo regole standardizzate” del ministero dell’Economia”.

03/03/2015 –
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