SIRIA: L’ISIS AVANZA

Redazione di operai Contro, i crociati delle grande coalizione di Obama, continuano a massacrare le popolazioni della Siria e dell’Iraq. I crociati cristiani mettono in pericolo la vita di Irakeni e Siriani cristiani La guerra della grande coalizione dei padroni è sempre più una guerra contro i giovani mussulmani e la popolazione civile di qualsiasi religione Il dittatore  Siriano, grande alleato della Russia, partecipa al massacro di civili E’ ora che gli abitanti della Siria e dell’Iraq rivolgano le armi contro la grande coalizione di Obama e i loro mercenari La grande coalizione massacra i civili di qualsiasi religione. […]
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Redazione di operai Contro,

i crociati delle grande coalizione di Obama, continuano a massacrare le popolazioni della Siria e dell’Iraq.

I crociati cristiani mettono in pericolo la vita di Irakeni e Siriani cristiani

La guerra della grande coalizione dei padroni è sempre più una guerra contro i giovani mussulmani e la popolazione civile di qualsiasi religione

Il dittatore  Siriano, grande alleato della Russia, partecipa al massacro di civili

E’ ora che gli abitanti della Siria e dell’Iraq rivolgano le armi contro la grande coalizione di Obama e i loro mercenari

La grande coalizione massacra i civili di qualsiasi religione. L’ISIS è solo una scusa per continuare il massacro

Vi invio una cronaca dell’Ansa

Un lettore

I cristiani di trentacinque villaggi della Siria, rapiti dagli uomini dell’Isis, rischiano la vita. Presi in ostaggio nella regione del Khabour, forse per eventuali scambi di prigionieri, per decine di loro la sorte è appesa ad un filo. L’allarme arriva dalla Chiesa siriana che denuncia anche un “abbandono” da parte di chi sarebbe potuto intervenire e invece non lo ha fatto. Si conta già un morto: un ragazzo di 17 anni, Milad, che è stato martirizzato. Diverse chiese sono state date alle fiamme. Tra i villaggi colpiti ci sono quelli di Tal Hermez, Tal Shamiram, Tal Riman, Tal Nasra, al-Agibash, Toma Yalda e al-Haooz, nella zona di Hasaka, nell’estrempo nord-est della Siria. L’archimandrita Emanuel Youkhana ha spiegato, all’associazione ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’, che i terroristi avrebbero scelto di attaccare la regione del Khabour perché sconfitti sull’altro fronte caldo, quello di Kobane, dai combattenti del Pyd (Democratic Union Kurdish Party). La battaglia è iniziata verso ieri, 23 febbraio, e in breve tempo i miliziani sono riusciti a penetrare nei primi due villaggi, facendo prigioniere decine di persone. “Fortunatamente circa 600 famiglie sono riuscite a fuggire verso Qamishly – riferisce l’archimandrita Youkhana – ma siamo preoccupati per la sorte di coloro che sono tenuti in ostaggio. Conosciamo bene i metodi barbari dell’Is: ciò che più conta per noi, adesso, è che queste persone siano liberate il prima possibile”. Una accusa pesante nei confronti di chi non è intervenuto per tempo arriva invece da monsignor Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi. “Voglio dire chiaramente – riferisce l’arcivescovo a Fides – che abbiamo la sensazione di essere stati abbandonati nelle mani di quelli del Daesh (Isis, ndr). I bombardieri americani hanno sorvolato più volte l’area, ma non sono intervenuti. Abbiamo cento famiglie assire che hanno trovato rifugio ad Hassakè, ma non hanno ricevuto nessun aiuto dalla Mezzaluna Rossa e dagli organismi governativi siriani di assistenza, forse perché sono cristiani. Anche l’organismo per i rifugiati dell’Onu è latitante”. La regione del Khabour conta 35 villaggi Cristiani. Sono abitati dagli Assiri che nell’agosto 1933 fuggirono dal massacro di Simele, commesso dalle forze armate dell’allora Regno d’Iraq e che provocò la morte di circa tremila persone. La speranza di queste famiglie era quella di tornare un giorno nella loro Patria, in Iraq.

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