Tragedia migranti: Renzi da la colpa alla Libia

Caro Operai Contro, “i migranti li dobbiamo portare con gli aerei, non lasciarli in mano ai criminali”. Lo dichiara il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, invitando il governo Renzi ad adottare questa misura. Per Renzi l’ultima tragedia nel mare di Sicilia, è un occasione per nascondere un’altra volta le sue responsabilità, dichiarando che “la colpa è della Libia”. Renzi in compagnia di Alfano ministro degli interni, fa lo scaricabarile con L’Europa: Triton doveva sostituire Marenostrum ma non funziona. Renzi si accanisce contro i deboli, ma quando deve vedersela con la criminalità organizzata, preferisce sparare cazzate. Allego l’estratto da “La […]
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Caro Operai Contro,

“i migranti li dobbiamo portare con gli aerei, non lasciarli in mano ai criminali”. Lo dichiara il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, invitando il governo Renzi ad adottare questa misura. Per Renzi l’ultima tragedia nel mare di Sicilia, è un occasione per nascondere un’altra volta le sue responsabilità, dichiarando che “la colpa è della Libia”. Renzi in compagnia di Alfano ministro degli interni, fa lo scaricabarile con L’Europa: Triton doveva sostituire Marenostrum ma non funziona. Renzi si accanisce contro i deboli, ma quando deve vedersela con la criminalità organizzata, preferisce sparare cazzate. Allego l’estratto da “La Stampa”. Saluti da un estimatore di Operai Contro.

Il racconto dei sopravvissuti a Lampedusa: «Minacciati a partire con le armi». L’Europa boccia Triton. Ma Renzi: il problema è la Libia. Il presidente Mattarella: tragedia immane

Sarebbero 300 e non 29 i morti dell’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia. Per numero di vittime, la seconda dopo quella del 3 ottobre 2013, quando nel mare dell’Isola dei Conigli furono recuperati 366 corpi. A rivelare l’entità della sciagura sono i 9 sopravvissuti del naufragio di due gommoni che sono stati portati stamattina a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera dopo essere stati recuperati domenica notte nel mare in tempesta a 110 miglia dall’isola, insieme con i 105 del terzo barcone dove in 29 sono morti per assideramento.

«Il problema non è Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’ Europa di fare di più e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo», dice il premier a SkyTg24. E aggiunge: «Quando ci sono morti, anche soltanto per rispetto l’idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore». Dal Vaticano intanto arrivo l’appello del Papa: «Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso».

Solo nove sopravvissuti su due gommoni: sette su uno, due nell’altro. Numeri che subito avevano fatto pensare il peggio ai soccorritori. Di solito le carrette del mare viaggiano stipate fino all’ultimo metro. La conferma adesso arriva da Carlotta Sami, dell’Unhcr, che ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti, del Mali e del Senegal, tra cui un minorenne. «Su questi due gommoni c’erano più di 210 persone, 105 su uno e 107 sull’altro. Uno dei due gommoni è affondato e l’altro si è sgonfiato davanti, provocando il panico a bordo». E su un quarto gommone, di cui non si hanno notizie, ci sarebbero state altre 100 persone.

I superstiti hanno raccontato di essere partiti sabato scorso dalle coste libiche assieme al terzo barcone sul quale viaggiavano i 105 profughi soccorsi da due mercantili, 29 dei quali sono morti assiderati mentre venivano trasportati a Lampedusa dalle motovedette della Guardia Costiera. I due gommoni avrebbero fatto naufragio lunedì pomeriggio, tra le 15 e le 16, dopo essere stati travolti dalle onde del mare forza 8. I nove superstiti sono riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari prima di essere soccorsi da un rimorchiatore italiano. La zona del naufragio, nonostante le proibitive condizioni meteo, è già stata perlustrata dalle unità intervenute sul posto e da un aereo Atr 42 alla ricerca dei dispersi sulla cui sorte non ci sono speranze.

Choccanti i racconti dei superstiti: «Non volevamo partire, c’era brutto tempo. Ma i trafficanti ci hanno costretti sotto la minaccia delle armi. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini». È il racconto di uno dei nove maliani, tutti tra i venti e i trenta anni, soccorsi a bordo di un mercantile e portati all’alba di oggi a Lampedusa.

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