UNITÀ DEGLI OPERAI: PER FINTA O SUL SERIO?

Redazione di Operai Contro, Decisi a battersi, determinati a non darla vinta al Gruppo Sofinter, uniti, compatti, combattivi. Così gli operai dell’Ansaldo Caldaie di Gioia del Colle (Ba) hanno partecipato al corteo che si è snodato per le vie della città per ribadire un fermo “no” alla chiusura della fabbrica e al licenziamento dei 197 dipendenti.   Una fermezza che nasce dalla consapevolezza di non avere alternative. Perdere oggi il lavoro, a 30-40-50 anni, in un territorio, il Sud-Est barese, arido di altri sbocchi occupazionali, significa, se va “bene”, cadere nella precarietà di lavoretti saltuari e sottopagati, oppure, se […]
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Redazione di Operai Contro,

Decisi a battersi, determinati a non darla vinta al Gruppo Sofinter, uniti, compatti, combattivi. Così gli operai dell’Ansaldo Caldaie di Gioia del Colle (Ba) hanno partecipato al corteo che si è snodato per le vie della città per ribadire un fermo “no” alla chiusura della fabbrica e al licenziamento dei 197 dipendenti.

 

Una fermezza che nasce dalla consapevolezza di non avere alternative. Perdere oggi il lavoro, a 30-40-50 anni, in un territorio, il Sud-Est barese, arido di altri sbocchi occupazionali, significa, se va “bene”, cadere nella precarietà di lavoretti saltuari e sottopagati, oppure, se va male, dover scegliere fra patire letteralmente la fame, emigrare (dove?) o darsi al furto per sopravvivere.

 

E che la partita sia decisiva e dura l’ha dimostrato la partecipazione convinta (e spontanea) al corteo (oltre un migliaio di manifestanti) degli operai dell’indotto dell’Ansaldo Caldaie, di operai di altre piccole fabbriche locali, degli studenti dell’Istituto tecnico industriale e di altri Istituti superiori, che vedono nella fabbrica gioiese un possibile futuro sbocco occupazionale.

 

Mille manifestanti, un piccolo corteo. Eppure è bastato per mettere a nudo tutto l’opportunismo dei sindacati, che l’hanno organizzato. A fine corteo, il segretario generale della Fiom Cgil Bari, Antonio Pepe, oltre a snocciolare la solita litania di invocazioni per investimenti al Sud, di rimproveri al “governo incapace” e via di questo passo, ha lodato e raccomandato l’unità degli operai, di tutte le vertenze oggi in corso. Ma a Gioia del Colle, a mezza strada fra Bari e Taranto, non c’era nessun operaio né della zona industriale di Bari-Modugno (dove le vertenze dell’Om Carrelli elevatori, della Bari Fucine Meridionali, della Osram, ecc. sono ribollenti) né dell’Ilva e del suo indotto. E nemmeno un operaio della vicina Natuzzi, le cui fabbriche non distano più di 15 chilometri!

 

E allora quelle di Pepe e dei suoi accoliti sono tutte chiacchiere consapevoli. Di bandiere ne hanno portate tantissime (per dare a vedere che il sindacato c’è!), di operai nessuno! D’altra parte, perché meravigliarsi? Forse che la Fiom, come pure la Uilm, la Fim, la Ugl, hanno portato operai di altre fabbriche ai presidi dell’Om o della Bfm? Neanche uno! Hanno forse organizzato uno sciopero, un picchetto, in altre fabbriche, a favore di quegli operai in lotta? Mai!

 

Perché unire le lotte, scambiare le esperienze, capire gli errori, porsi obiettivi comuni: questa è, per gli operai, la strada da percorrere per diventare più forti. I sindacalisti, opportunisti e attenti solo a salvarsi la loro poltroncina, la temono, la evitano. Gli operai, pur tra mille difficoltà, la cercano.

 

SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA

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