ILVA DI TARANTO: LA STRAGE DI OPERAI

Redazione di Operai Contro, Riva è morto, ma la musica all’ILVA non è cambiata. Non ci pagano il salario, ci costringono a lavorare con la morte sulle spalle. Ci ricattano. I sindacati ci portano allo sbando Finchè noi operai non ci organizziamo sarà cosi Un operaio dell’ILVA Peacelink: un fallimento previsto, ora un piano B TARANTO – “Abbiamo vissuto mesi di promesse non mantenute. Il governo ha solo prodotto inconcludentemente decreti che nascondevano un fallimento imminente. Ora il fallimento esplode fragorosamente. In questo momento di massima gravità Peacelink ripropone l’urgenza del piano B per i lavoratori e per la […]
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Redazione di Operai Contro,

Riva è morto, ma la musica all’ILVA non è cambiata.

Non ci pagano il salario, ci costringono a lavorare con la morte sulle spalle.

Ci ricattano. I sindacati ci portano allo sbando

Finchè noi operai non ci organizziamo sarà cosi

Un operaio dell’ILVA

Peacelink: un fallimento previsto, ora un piano B

TARANTO – “Abbiamo vissuto mesi di promesse non mantenute. Il governo ha solo prodotto inconcludentemente decreti che nascondevano un fallimento imminente. Ora il fallimento esplode fragorosamente. In questo momento di massima gravità Peacelink ripropone l’urgenza del piano B per i lavoratori e per la città di Taranto”. Lo sottolinea in una nota il presidente dell’associazione ambientalista e pacifista Peacelink, Alessandro Marescotti, commentando la dichiarazione di stato di insolvenza dell’Ilva da parte del Tribunale di Milano, che ha calcolato oltre 2 miliardi e 900 milioni di indebitamento complessivo accertato.

“Ecco perchè dal 2012 – aggiunge Marescotti – non venivano resi pubblici i bilanci Ilva. E nessun parlamentare aveva avuto il buon senso di fare un’interrogazione per chiedere a quanto ammontasse il ‘bucò. I soldi che fino ad ora venivano spesi per far continuare in modo fallimentare la produzione dell’Ilva vanno da questo momento in poi investiti per ridare lavoro sicuro agli operai in un vasto piano di bonifiche e di risanamento ambientale”.

Peacelink chiede “che non venga licenziato un solo lavoratore e che tutti siano reimpiegati in un programma di riqualificazione-riconversione sostenuto con fondi europei. I cittadini di Taranto, vittime di un piano pervicace – conclude Marescotti – di annichilimento e di razzismo ambientale, hanno ora diritto ad un risarcimento economico che deve consistere nella messa a disposizione di un piano economico di sviluppo per il reimpiego della forza lavoro in sovrappiù”.

 

dalla gazzetta del mezzogiorno

TARANTO – L’Ilva ha comunicato ai sindacati metalmeccanici l’aggiornamento della fermata di alcuni impianti a causa del mancato rifornimento delle materie prime provocato anche dalla protesta degli autotrasportatori. «L’azienda – dice Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl di Taranto – ha precisato che la situazione potrebbe cambiare in caso di ripartenza degli approvvigionamenti».

Nell’area laminazione continua a rimanere fermo il reparto Laf tranne il ‘Minislitter’. Da lunedì 2 febbraio è prevista la fermata del Tna/2 (Treno nastri) dalle 7 a data da destinarsi. Rimangono a lavoro 76 dipendenti per attività varie, mentre 150 rimarranno a casa. Nel reparto portuale Ima est si ferma oggi il terzo turno, per i primi due turni di domani 52 restano al lavoro, 80 gli assenti. Dal terzo turno di domani e sino alle 7 del 3 febbraio si passa a 100 assenti. Per Ima ovest nel terzo turno di oggi 50 presenti e 121 assenti. Dal terzo turno di domani alle 7 di lunedì si passa a 31 presenti e 140 a casa.

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