Disastro ambientale? Avanti un altro

Cara Redazione, Renzi gioisce alla notizia dell’assoluzione dei 19 dirigenti e tecnici Montedison. Ricordiamo il suo diktat dopo la prima ondata di arresti a Milano legati al mazzettificio dell’Expo: “bisogna evitare altre retate”. La magistratura assolve tranquillamente  i colpevoli di disastro ambientale. Allego l’articolo del Corriere della Sera. Saluti da Vimercate. Assolti i 19 dirigenti e tecnici Montedison. Nessuna condanna per il disastro ambientale della Terra dei fuochi d’Abruzzo, considerato il peggiore in Italia, e per l’avvelenamento delle acque Tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d’assise di Chieti, per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison […]
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Cara Redazione,

Renzi gioisce alla notizia dell’assoluzione dei 19 dirigenti e tecnici Montedison. Ricordiamo il suo diktat dopo la prima ondata di arresti a Milano legati al mazzettificio dell’Expo: “bisogna evitare altre retate”. La magistratura assolve tranquillamente  i colpevoli di disastro ambientale. Allego l’articolo del Corriere della Sera.

Saluti da Vimercate.

Assolti i 19 dirigenti e tecnici Montedison. Nessuna condanna per il disastro ambientale della Terra dei fuochi d’Abruzzo, considerato il peggiore in Italia, e per l’avvelenamento delle acque

Tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d’assise di Chieti, per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007. A vario titolo dirigenti e tecnici nazionali e di Bussi della Montedison sono finiti alla sbarra per disastro ambientale e avvelenamento acque. Il 2 dicembre per anche questa vicenda l’Italia è stata condannata dalla Corte europea a pagare 40 milioni di euro.

La discarica più grande d’Europa

Le pene chieste dai pm di Pescara Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini variavano da 4 a 12 anni e otto mesi. La condanna più pesante era stata chiesta nei confronti di Carlo Cogliati, 75 anni, all’epoca dei fatti amministratore delegato pro tempore di Ausimont. Quella più lieve, 4 anni, per Nicola Sabatini, 87 anni, vice direttore pro tempore della Montedison di Bussi (1963-1975). Richiesta di assoluzione solo per Maurizio Piazzardi, 42 anni, perito chimico. «L’acqua contaminata – si legge nella relazione dell’Istituto superiore di sanità depositata durante il processo – è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole». Nella relazione del 30 gennaio 2014, basata sui risultati delle analisi dell’acqua campionata nel 2007, i consulenti sottolineavano che «la serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando così un pericolo reale e concreto per la salute». Quello di Bussi è considerato il più grave disastro ambientale che si sia mai verificato in Italia. La scoperta della discarica più grande d’Europa, cioè 25 ettari di rifiuti tossici, (che si trova all’incrocio di ben 3 parchi nazionali : Majella, Gran Sasso Monti della Laga e Abruzzo, Lazio e Molise) risale al 2007 dopo più di un anno di indagini del Corpo forestale dello Stato, coordinate dall’allora pm Aldo Aceto, avviate a seguito del ritrovamento nel fiume Pescara di considerevoli quantità di clorometanoderivati.

Le reazioni

«Il disastro permane e se permane ci sarà un problema di bonifica. C’è un elemento positivo: che si perviene finalmente a un accertamento e questo è il dato che noi dicevamo sempre di necessità per poter arrivare poi alla bonifica», ha dichiarato l’avvocato Tommaso Navarra che rappresenta il Wwf, parte civile, nel processo per le discariche. Più critico invece il sindaco di Bussi Salvatore La Gatta che ha accolto con stupore la sentenza. «Mi auguro ora – ha detto La Gatta – che come per la vicenda dell’amianto cresca lo sdegno della pubblica opinione. L’avvocato Gerardis dell’avvocatura di Stato ha inoltre sottolineato come non siano state tutelate le acque. «Prendo atto che evidentemente la prima cosa che posso constatare è che le acque sotterranee, le falde acquifere che costituiscono una risorsa fondamentale per l’uomo, non sono oggetto di tutela ma leggeremo le motivazioni della sentenza».

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