Il risveglio delle paludi pseudo-bonificate

Caro Operai Contro, costruzioni e ristrutturazioni. Qualcuno ha dato permessi e licenze, ma ora il conto arriva sul tavolo della Regione. L’acqua del fiume Adda ha lavato e ripulito le responsabilità? Il Sindaco è angosciato per i senzatetto che a Natale saranno lontani dal loro “focolare”. Da la colpa al fatto che un secolo fa non si badava tanto ai cedimenti del terreno quando si costruiva. Ma non è vero. E poi i permessi di ristrutturare nel corso degli anni fino ai nostri giorni chi li ha rilasciati? Allego l’articolo su “Il Giorno”. Saluti da un lettore. L’alluvione ha […]
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Caro Operai Contro,

costruzioni e ristrutturazioni. Qualcuno ha dato permessi e licenze, ma ora il conto arriva sul tavolo della Regione. L’acqua del fiume Adda ha lavato e ripulito le responsabilità? Il Sindaco è angosciato per i senzatetto che a Natale saranno lontani dal loro “focolare”. Da la colpa al fatto che un secolo fa non si badava tanto ai cedimenti del terreno quando si costruiva. Ma non è vero. E poi i permessi di ristrutturare nel corso degli anni fino ai nostri giorni chi li ha rilasciati?

Allego l’articolo su “Il Giorno”. Saluti da un lettore.

L’alluvione ha messo in luce cedimenti strutturali nel terreno adiacente alla cascina San Bernardo a Trezzo sull’Adda (Mi). Venti persone trascorreranno il Natale ospiti dai parenti e lontano da casa

Trezzo sull’Adda, 15 dicembre 2014 –Fuori casa da un mese. Da quando cioè l’alluvione ha squarciato Cascina San Bernardo, dove le famiglie Scotti e Bellani abitano dai primi del Novecento. I danni delle piogge torrenziali di metà novembre, 2 milioni 670mila euro, hanno fatto accapponare la pelle ai vecchi proprietari, venti persone, sfollati da quella drammatica notte e ora ospiti di parenti, mentre il Comune sta cercando una soluzione più consona. Per sistemare la casa colonica, a rischio crollo dopo la furia dell’acqua, servono tanti soldi. Il Comune ha già recapitato il conto alla Regione, ma ci vorranno mesi. «E i senzatetto passeranno Natale lontano dal loro focolare», dice il sindaco Danilo Villa, al lavoro per rastrellare il “contributo economico” sul quale l’opposizione guidata da Carlo Sironi gli ha chiesto «di non indugiare».

C’è il problema di chi è rimasto senza casa, c’è quello di un pezzo di storia trezzese che rischia di rovinare al suolo e c’è quello, enorme, di mettere in sicurezza una porzione di territorio malferma e a rischio, a ridosso della Provinciale 2, verso Busnago. Fra due settimane sarà pronta la relazione degli esperti, geologi e ingegneri, che hanno già individuato il problema: un’erosione sotterranea a 10-15 metri di profondità, tipica della pianura lombarda. Quando la cascina è stata costruita, un secolo fa, non si badava ai «cedimenti differenziali» con cui i tecnici oggi fanno i conti abitualmente. Può succedere, come è successo qui, che la luce dell’alba illumini un buco di otto metri di profondità, aperto a pochi passi dal cascinale, a ridosso di quello che da queste parti chiamano il “cavone”, un canale scolmatore che corre nei campi e raccoglie le acque piovane in tutta l’area, con scricchiolii sinistri e un rumore che sembra ghiaia sul tetto, e invece sono crepe che si aprono nei muri. Roba da brividi. La cascina è ancora in piedi. Ma non ci si può fidare. È insicura.

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