HONG KONG: AFFINITÀ E DIVERGENZE

PER IL DIBATTITO Redazione di OperaiContro, delle proteste di piazza ad Hong Kong si parla sempre meno, anche sugli straccetti di regime occidentali. Nessuno ha mai ben approfondito il fatto che le rivendicazioni partite fondamentalmente dal mondo giovanile e studentesco siano rimaste ferme al palo. Sembra di vedere quell’assembramento interclassista di italiane ed italiani del cosiddetto “Movimento dei Forconi”. Le analogie sono più d’una. La popolazione non intende appoggiare in alcun modo l’avventurismo spontaneista dei movimenti definiti grottescamente “pro-democrazia”. Lunedì scorso la “Hong Kong Student Federation” ha impedito ad impiegati ed operai di recarsi al lavoro, approntando maldestramente un […]
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PER IL DIBATTITO

Redazione di OperaiContro,

delle proteste di piazza ad Hong Kong si parla sempre meno, anche sugli
straccetti di regime occidentali. Nessuno ha mai ben approfondito il
fatto che le rivendicazioni partite fondamentalmente dal mondo giovanile
e studentesco siano rimaste ferme al palo.

Sembra di vedere quell’assembramento interclassista di italiane ed
italiani del cosiddetto “Movimento dei Forconi”. Le analogie sono più d’una.

La popolazione non intende appoggiare in alcun modo l’avventurismo
spontaneista dei movimenti definiti grottescamente “pro-democrazia”.
Lunedì scorso la “Hong Kong Student Federation” ha impedito ad impiegati
ed operai di recarsi al lavoro, approntando maldestramente un picchetto
che non ha ricevuto alcun sostegno; segnali evidenti che simili gesti
avrebbero solo scatenato rabbia e disapprovazione ce n’erano a bizzeffe.

I cosiddetti leader studenteschi non hanno mai elaborato alcuna
rivendicazione politica, limitandosi a contestare grillescamente la
leadership borghese al governo, o “la casta”.

Inoltre, alla spontanea simpatia di certi “sinistri” per ogni volta che
qualcuno tenta di impossessarsi delle piazze, andrebbe ricordato (o
raccontato, perchè molti lo ignorano) che la composizione del cosiddetto
“movimento” è decisamente trasversale, sia in senso di appartenenza di
classe che a livello politico: in mezzo ai cosiddetti “pro-democrazia”
convive un minestrone fatto di sindacalisti rivoluzionari di
orientamento trotzkista che tendono la mano ad un’organizzazione
denominata “Civic Passion” di dichiarato stampo razzista e xenofobo. Il
grido di questi ultimi è rivolto alle “locuste comuniste” del governo
centrale di Pechino.

Nessuno dei “sinistri” si è mai sognato di rilanciare le rivendicazioni
di stampo politico, che riguardano la richiesta di una riforma della
legge elettorale in previsione delle elezioni del 2017, nè tantomeno
dell’aumento vertiginoso dei prezzi immobiliari se rapportati ai salari
di un lavoratore medio. Tutta la protesta di piazza, giovanilista e
sterilmente contestatrice, si è limitata ad urlare confusamente slogan
privi di contenuto. Se inizialmente le orecchie di lavoratrici e
lavoratori erano tese ad ascoltare, oggi con ottime probabilità non lo
sono più, come oggettivamente dimostrato dalla totale assenza di
sostegno ed appoggio al “movimento”.

Questo serva di lezione a tutti quei movimentisti pronti ad ululare
genericamente e senza alcuna coscienza di classe alla “casta”, che per
marciare sono disposti a scendere per strada a braccetto di xenofobi,
razzisti e manager in giacca e cravatta di ogni grado e tipo.

Qualche “sinistro” tuttora rimpiange in Italia le marcette dei “forconi”
fermi ai gazebo a mangiare panini e bere vino insieme ai celerini senza
casco di protezione, mentre sventolano bandiere tricolore con croci
celtiche e fasci littori (in alcuni casi, persino la vecchia bandiera
sabauda).

Se veramente non si vuole dare aria alla bocca perchè annoiati, allora
va ribadito che l’organizzazione indipendente del proletariato non può
assolutamente passare neanche per un secondo dal movimentismo
spontaneista ed avventurista che porta il proletariato stesso in piazza
insieme alle varie forzenuove, leghenord e casapound. Sostenere che
un’operazione entrista di stampo trotzkista serva per tentare di
egemonizzare la piazza è un fatto risibile, se in buona fede,
esecrabile, se mosso da scopi reconditi.

La storia che stiamo scrivendo nel nostro “oggi” ci sta dicendo cosa
sono le varie “maidan” in Ukraina o “admiralty” ad Hong Kong. E quello
che potrebbe avvenire se un gruppo di fresconi “autonomi” repressi, che
hanno come unico scopo quello di andare a sfasciare auto e vetrine senza
alcun fine marxisticamente rivoluzionario, avesse il sopravvento.

Sarà bene ragionare in maniera articolata anche su questo, mentre c’è
chi lavora per la costruzione del partito operaio informale.

Saluti Operai da Pavia,

m.l.

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3 Comments

  1. luigi

    Meno male che in Italia abbiamo alcuni operai a Pavia che sanno bene cos’è marxisticamente corretto e sono pronti a fare le pulci a chiunque.
    Mi sembra che in sostanza sostenete che qualsiasi movimento che non sia solo di operai è al servizio dei padroni.
    Peccato che dopo, quando parlate dell’Ucraina,scopriamo che siete al servizio dei padroni Russi e del loro leader Putin.
    In Ucraina giovani e operai protestavano contro il potere dei padroni.
    Padroni filo occidentali e padroni filo russi hanno soffocato la loro protesta.
    In Iraq e Siria 60 paesi ( tra cui USA e Russi) stanno macellando l’ISIS. Voi siete certamente d’accordo con Obama e Putin. Pensate un po quelli dell’ISIS sono anche mussulmani.

    • alanza53

      Luigi, ritengo che non hai colto il senso delle riflessioni che gli operai di Pavia fanno; la piccola borghesia, rovinata dalla crisi che sta attraversando la dittatura economica capitalista a livello mondiale, è messa ai margini; i padroni nella crisi non possono più permettersi loro malgrado di foraggiare una piccola borghesia che fino a quanto gli ha fatto comodo ha utilizzato contro gli operai.Quante volte ci siamo sentito dire da questi servi dei padroni, durante gli scioperi, ” andate a lavorare!”, arrivando persino a organizzare manifestazioni contro le lotte operaie!!.( marcia dei 40 mila colletti bianchi pagati dalla Fiat). Liberi professionisti, bottegai e artigiani lacche’ che partecipavano alla spartizione del bottino(profitto) che i padroni rapinavano e continuano a rapinare agli operai. Tutto questo nella crisi i padroni non possono più permetterselo, perché devono lottare e fare concorrenza ad altri pescecani come loro a livello mondiale, perciò deve diminuire la parte di profitto che elargiva alla piccola borghesia, e per lo stesso motivo devono attaccare e peggiorare ulteriormente le condizioni di vita degli operai, portandole a livello della schiavitù. La riflessione degli operai di Pavia in questa fase deve diventare centrale nel dibattito politico. Nelle lotte che inevitabilmente la crisi scatenerà, che ruolo devono avere gli operai? Si devono accodare alle rivendicazioni della piccola borghesia, che reclama una parte del profitto estorto agli operai, meno tasse, meno corruzione, interventi pubblici per creare strutture e infrastrutture illudendosi e illudendoci che cosi facendo si supera la crisi del sistema capitalista? La piccola borghesia la possiamo (e non sbagliamo) collocare nel movimentismo di centrodestra, tra i qualunquisti, i leghisti e il M5S. E il movimento di sinistra e i “rivoluzionari”? Gli operai hanno ben chiaro che i loro interessi non coincidono con quello di partitini come Sel o RC, o piccole parrocchie calate dall’alto che si definiscono PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALISTA, PARTITO DEI LAVORATORI, TROTZKISTI CHE SI INFILANO DA PER TUTTO PER CAMBIARE DALL’INTERNO PARTITI SECONDO LORO DEVIATI DALLA GIUSTA LOTTA, E SGOMITANO COSI TANTO SOLO PER POI DIVENTARE DIRIGENTI E BUROCRATI DI PARTITI E SINDACATI? Il movimento “RIVOLUZIONARIO” rincorre tutte le contraddizione che il sistema dominante crea: AMBIENTE, SCUOLA, CASE, SALARIO GARANTITO, NO AUSTERITY, NO ALLA PRECARIETA’, NO ALLA GUERRA ECC.ECC. Ci deve essere chiaro che questi così posti diventano obbiettivi interclassisti, anche se alcuni sono condivisibili. Luigi, gli operai di Pavia secondo la mia interpretazione, non sostengono che tutti i movimenti non solo di operai sono al servizio dei padroni ma ne riconoscono i limiti politici e gli obbiettivi che si pongono. Riconoscono la centralità della classe operaia nello scontro tra sfruttati e sfruttatori e non può essere che cosi: è dalla classe operaia che i padroni ricavano quel profitto che serve ad organizzare il consenso, foraggiare la sovrastruttura asservita (che deve garantire la pace sociale) e fare leggi che permettono loro il dominio assoluto nella società. La Costituzione che ci vogliono fare credere al di sopra delle parti è una presa per il culo. L’Art1 e l’Art 42 tanto per citarne alcuni sono in contraddittori. Il primo dovrebbe tutelare il lavoro, il 42 tutela la propietà privata; è sotto gli occhi di tutti chi tutela. Gli operai, per difendere il posto di lavoro contro i licenziamenti di massa, garantirsi il diritto alla casa e salvaguardare l’ambiente per non morire intossicato dai veleni che i padroni ci fanno respirare,(ILVA DI TARANTO, AMIANTO, FUMI TOSSICI), VENGONO MANGANELLATI DALLE FORZE DELL’ORDINE CHE VENGONO PAGATE CON IL PROFITTO CHE I PADRONI ESTORCONO AGLI OPERAI. I padroni che ci buttano in miseria o ci ammazzano sul lavoro e per il lavoro, vengono tutelati e protetti dalle forze dell’ordine e dalla legge: la sentenza di assoluzione dei padroni per la morte degli operai a causa dell’amianto non è un caso isolato, ma rientra nella normalità. Perchè la centralità della classe operai? Luigi, è nelle fabbriche che si consuma il crimine più grande, lo sfruttamento e la schiavitù salariale ed è nelle fabbriche che ci dobbiamo organizzare in modo indipendente e senza delegare nessuno alla difesa dei nostri interessi. Organizziamo il PARTITO OPERAIO A PARTIRE DALLE FABBRICHE, CHE DEVE AVERE COME OBBIETTIVO LA LIBERAZIONE DALLA SCHIAVITU’ SALARIALE E LA SOLIDARIETA’ CON GLI SFRUTTATI DI ALTRI PAESI. QUESTA VOLTA NON DOBBIAMO FARCI COINVOLGERE IN UNA GUERRA FRATRICIDA COME I PADRONI HANNO FATTO SEMPRE PER SUPERARE LE CRISI STORICHE DEL SISTEMA CAPITALISTA. GUERRA ALLA GUERRA, NON CI SONO ALTRE POSSIBILITA’ O SCORCIATOIE. O SCHIAVI PER SEMPRE O ARTEFICI DEL NOSTRO DESTINO.

  2. luigi

    alanza 53,
    gli operai non devono aver paura di partecipare ai movimenti di lotta contro la borghesia.
    Devono partecipare cercando di portare la piccola borghesia dalla loro parte.
    Una parte di piccola borghesia seguirà gli operai. Una parte seguirà i padroni
    Basta con i sacerdoti della verità
    Padroni filo occidentali e padroni russi hanno soffocato la rivolta dei giovani e degli operai in Ucraina
    I padroni di 60 paesi massacrano i giovani mussulmani dell’ISIS
    A cosa servono i puri di Pavia ? A cosa servono coloro che ci spiegano che quei movimenti sono piccoli borghesi?
    Servono ai padroni
    In particolare ai padroni Italiani, USA e Russi