La terza guerra mondiale

Redazione di Operai contro, in Cecenia si riaccende la lotta contro i padroni russi Un vostro lerttore Cronaca del Corriere Notte di fuoco a Grozny, capitale della Cecenia, con un bilancio provvisorio di diciannove vittime. Il Comitato nazionale russo antiterrorismo, confermando quanto già anticipato da una fonte della sicurezza, parla di dieci poliziotti morti e 28 feriti negli scontri a fuoco contro i guerriglieri ceceni. Da parte sua, Ramzan Kadyrov, leader paramilitare della Cecenia, attuale primo ministro reggente, ha annunciato – come riporta l’agenzia Interfax – anche la morte di 9 ribelli. Decessi che porterebbero il numero totale dei […]
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Redazione di Operai contro,

in Cecenia si riaccende la lotta contro i padroni russi

Un vostro lerttore

Cronaca del Corriere

Notte di fuoco a Grozny, capitale della Cecenia, con un bilancio provvisorio di diciannove vittime. Il Comitato nazionale russo antiterrorismo, confermando quanto già anticipato da una fonte della sicurezza, parla di dieci poliziotti morti e 28 feriti negli scontri a fuoco contro i guerriglieri ceceni. Da parte sua, Ramzan Kadyrov, leader paramilitare della Cecenia, attuale primo ministro reggente, ha annunciato – come riporta l’agenzia Interfax – anche la morte di 9 ribelli. Decessi che porterebbero il numero totale dei morti a 19. L’attacco è stato rivendicato dal movimento islamista «Emirato del Caucaso» e i miliziani, in un video, hanno detto di essere agli ordini di un nuovo capo, lo sceicco Ali Abu Mouhammad. «Ci batteremo fino alla morte», hanno fatto sapere.

La guerriglia e il discorso di Putin

L’attacco è stato condotto dai guerriglieri nel giorno dell’annuale discorso del presidente russo Vladimir Putin alla nazione. Una coincidenza che sottolinea la fragilità della situazione in Cecenia, nonostante sia passato un decennio dalla guerra lanciata contro i separatisti dal Cremlino. Proprio Putin, tenendo il discorso a Mosca, ha definito gli aggressori «ribelli» e si è detto fiducioso che le forze locali cecene riusciranno a occuparsi dell’attacco terroristico .

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L’attacco

La battaglia urbana si è scatenata dopo la mezzanotte, quando la polizia stradale ha cercato di fermare un’auto sospetta, da cui sono subito partiti degli spari. Il commando viaggiava su tre autovetture che hanno attaccato il posto di blocco nel centro cittadino, uccidendo tre agenti della polizia stradale. Subito dopo ci sono stati altri attacchi e il comitato nazionale anti-terrorismo ha mobilitato centinaia di uomini dei reparti speciali per bloccare il commando, asserragliatosi nella «casa della stampa» e in una vicina scuola.

Kadyrov vola da Putin

La sparatoria ha rotto la patina di stabilità che sembrava essere garantita da anni al governo del leader Ramzan Kadyrov, nominato dal Cremlino. E proprio Kadyrov, nonostante l’emergenza terroristica a Grozny, non ha voluto perdersi il discorso alla nazione di Putin. Così, dopo aver guidato personalmente uno degli scontri per neutralizzare i guerriglieri asserragliati nella casa della stampa, è volato a Mosca. Con lui anche i nuovi dirigenti della Crimea.

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