LETTERA DA POMIGLIANO

Redazione, Quando sono stato licenziato per motivi che mettono in discussione il sistema Fiat e politico, per ottenere il reintegro, l’organizzazione di cui facevo parte, lo SLAI COBAS, ricorse alla vertenza legale e non fu sufficiente. Malgrado la sentenza a me favorevole, che ordinava “l’immediato reintegro”, la FIAT continuava a tenermi fuori senza salario. Lo SLAI COBAS rimase indifferente all’atteggiamento della FIAT essendo tutto concentrato sulle sole cause legali. Con alcuni compagni dell’AsLO e seguendo l’esempio degli operai dell’INNSE di Milano, mi mobilitai contro la FIAT che non rispettava la mia sentenza di reintegro. Molti mesi di lotta mediatica […]
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Redazione,

Quando sono stato licenziato per motivi che mettono in discussione il sistema Fiat e politico, per ottenere il reintegro, l’organizzazione di cui facevo parte, lo SLAI COBAS, ricorse alla vertenza legale e non fu sufficiente.

Malgrado la sentenza a me favorevole, che ordinava “l’immediato reintegro”, la FIAT continuava a tenermi fuori senza salario. Lo SLAI COBAS rimase indifferente all’atteggiamento della FIAT essendo tutto concentrato sulle sole cause legali.

Con alcuni compagni dell’AsLO e seguendo l’esempio degli operai dell’INNSE di Milano, mi mobilitai contro la FIAT che non rispettava la mia sentenza di reintegro. Molti mesi di lotta mediatica alternata a continui presidi ai cancelli finchè la FIAT, pressata dalla lotta costante, fu costretta a fare molti passi indietro e in breve mi arrivò la comunicazione dei vertici per il rientro in fabbrica.

Lo SLAI COBAS sbandierava sui media la vittoria ottenuta.

Prima riflessione  Anche se il mio reintegro fosse dipeso dallo SLAI, non sarebbe stata la lotta a farmi rientrare, ma una banale causa legale che qualunque avvocato può fare.

Seconda riflessione La strada della causa legale in assoluto, non ha sconfitto la FIAT, altrimenti sarei stato reintegrato il 19 marzo 2009, data della sentenza a mio favore. Io sono stato reintegrato invece il 19 ottobre 2011. E’ vero, avevo un titolo legale, ma ad essere determinante è stata la lotta. Solo la causa dello SLAI ( che tra l’altro ho pagato di tasca mia compreso l’articolo 28, ricorso presentato dallo SLAI!) non era sufficiente e lo SLAI non ha mai messo in atto una mobilitazione contro l’atteggiamento della FIAT.

Questa mia esperienza è un esempio di come serve la lotta per ottenere i propri diritti e il rispetto della propria dignità.

Analoga appare la protesta della FIOM CGIL a quella dello SLAI.

Fanno grandi manifestazioni e indicono uno sciopero generale. Ma anche se dovesse esserci una straordinaria partecipazione, che risultato porta? Tutto dura poche ore e poi ogni cosa ritorna come prima!

Landini ha dichiarato ultimamente nei salotti TV che ha intenzione anche di occupare le fabbriche se necessario, eppure a Napoli, con la presenza di decine di migliaia di manifestanti e militanti non ha osato organizzare i picchetti alla FIAT, né tantomeno di dirigersi alla FIAT di Pomigliano per bloccarla pur sapendo che Pomigliano rappresenta l’esempio di quello che Renzi vuole fare in tutte le altre fabbriche.

Terza riflessione Si scende in piazza, si gridano slogan, ci si sfoga mentre nelle fabbriche si lavora a regime FIAT. Una aperta contraddizione. Quanto vale stare in piazza in queste condizioni?

Possono provare soddisfazione Landini e Camusso e gli altri funzionari sindacali perché non lavorano in fabbrica materialmente. Ma per gli operai è solo un’illusione pensare di cambiare la loro condizione con queste “camminate”.

Evidentemente gli operai non sono ancora “incazzati e determinati” come qualcuno li presenta.

Io, davvero incazzato e determinato quando la FIAT mi teneva fuori ingiustamente, invece di fare le “camminate”, ho presidiato la fabbrica.

Rosario Monda operaio FIAT Pomigliano

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