Natuzzi, per lunedì quattro ore di sciopero

Redazione di Operai Contro, noi operai della Natuzzi siamo stati fregati. I sindacati ci hanno tolto la volontà di lottare e la capacità di organizzarci 4 tavoli, tante promesse del padrone, dei politici e dei sindacalisti. Scioperi per avere la CIG, cioè scioperi per avere il salario diminuito del 20% Da più di dieci anni, periodicamente, il padrone ottiene di diminuire il salario con la CIG Ormai non ci crediamo neanche più noi operai Non si può vivere chiedendo periodicamente l’elemosina e aspettando lunghi mesi per averla Avete ragione: noi operai dobbiamo smetterla di piangerci addosso e fare i […]
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Redazione di Operai Contro,

noi operai della Natuzzi siamo stati fregati.

I sindacati ci hanno tolto la volontà di lottare e la capacità di organizzarci

4 tavoli, tante promesse del padrone, dei politici e dei sindacalisti.

Scioperi per avere la CIG, cioè scioperi per avere il salario diminuito del 20%

Da più di dieci anni, periodicamente, il padrone ottiene di diminuire il salario con la CIG

Ormai non ci crediamo neanche più noi operai

Non si può vivere chiedendo periodicamente l’elemosina e aspettando lunghi mesi per averla

Avete ragione: noi operai dobbiamo smetterla di piangerci addosso e fare i mendicanti.

Noi operai dobbiamo smetterla di farci fregare con la storiella: scusatemi ma ho famiglia

O noi operai diventiamo capaci di fare la guerra al padrone o non possiamo sperare che altri la facciano per noi

Vi invio un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno

Un operaio Natuzzi

di Anna Larato

SANTERAMO – Proclamato lo stato di agitazione. Quattro ore di sciopero ad inizio turno per lunedì prossimo con assemblea aperta e pubblica davanti alla sede centrale della Natuzzi, a Santeramo.Sono queste le decisioni assunte unitariamente dai sindacati e dai lavoratori al termine dell’assemblea svoltasi nei 5 insediamenti dell’azienda, in 3 province di Puglia e Basilicata. «C’è inevitabilmente preoccupazione e rabbia – spiega il segretario generale della Feneal Uil Puglia, Salvatore Bevilacqua – perché i numeri sono enormi e non si capisce chi rimanga e chi esca. Considerati i 450 che hanno scelto la via della mobilità volontaria incentivata, più le 1500 unità per le quali si prevede la cassa integrazione, vuol dire che a regime resteranno non più di 800 persone tra impiegati ed operai. C’è da tener presente che chi resta fuori è destinato a mesi di problemi perché prima di ottenere i primi spiccioli della cigs bisognerà purtroppo attendere non meno di sei mesi. Il che è un vero e proprio dramma per le famiglie. Speriamo che dopo la manifestazione di lunedì qualcosa si muova. Il sindacato è ovviamente disponibile a riaprire la partita, a patto che la trattativa sia equa. Sacrifici e benefici devono essere uguali per tutti: questo sia ben chiaro».

L’assessore al lavoro Leo Caroli è categorico «La trattiva va ripresa. Chiuderò le parti in una stanza fino a quando si raggiungerà l’intesa. Era inevitabile. La Natuzzi in un modo o nell’altro da più di un decennio va avanti con la cassa integrazione straordinaria che è diventata strutturale, drogando la situazione. In questi anni l’azienda non ha presentato un piano di rilancio della produzione tanto da consentire il rientro da quella cassa integrazione storica. C’è bisogno di un piano industriale che riveda il processo produttivo, che riporti in Italia le produzioni della Romania e della Cina. E questo ad oggi non c’è. E in assenza di un piano industriale sarà molto difficile che il ministero conceda la cassa integrazione.

La Regione Puglia è pronta a proporsi ed intervenire per ricucire i rapporti tra azienda e sindacati. E se per riorganizzare il lavoro, per poter continuare ad essere competitivi accettando la sfida di realizzare in Puglia le sedute che ora si fanno in Romania e in Cina ci fosse bisogno di riqualificare i dipendenti della Natuzzi affinchè imparino a realizzare un prodotto nuovo, la Regione Puglia è pronta a cofinanziare i costi della formazione-qualificazione».

La Natuzzi in una nota puntualizza: «L’accordo del 10 ottobre dello scorso anno sottoscritto dall’azienda e sindacati al ministero dello Sviluppo e tutt’ora in vigore, ha come principale obiettivo il recupero di competitività del polo Italia. Recupero di produttività e sensibile diminuzione del costo del lavoro per le produzioni attualmente realizzate in Italia, per raggiungere un costo minuto di trasformazione di 50 centesimi di euro; rientro in Italia di parte delle produzioni Editions realizzate all’estero a condizioni di costo minuto definite da affidare alle newco. Ad oggi, nessuna di queste condizioni è stata rispettata. Anzi, il costo minuto di trasformazione italiano si attesta a 1 euro e 12 centesimi. Il Gruppo ha finanziato l’esodo dei collaboratori che hanno volontariamente aderito alla mobilità e ingaggiato due importanti società di consulenza per la ricerca di nuovi soggetti imprenditoriali, disposti a investire nel territorio e al riassorbimento di una parte degli esuberi. Il 28 luglio 2014, preso atto delle difficoltà del progetto delle newco, azienda e sindacati hanno firmato un verbale d’intesa sulla proposta aziendale di trasferire all’interno del perimetro industriale italiano di Natuzzi, alle condizioni di costo previste dal Business Plan 2014-2016, parte delle produzioni Editions realizzate negli stabilimenti esteri. Questa proposta prevede, attraverso l’utilizzo del contratto di solidarietà, di impiegare 1.800 collaboratori e di ridurre da 1.100 a 500 il numero di esuberi strutturali, chiedendo ai lavoratori una temporanea riduzione della retribuzione per abbassare il costo del lavoro. Il 15 ottobre 2014, i sindacati si sono dichiarati indisponibili a sottoscrivere la proposta, obbligando l’azienda a richiedere unilateralmente la proroga della cassa integrazione straordinaria per un anno.

Alla luce di questa situazione e dei risultati del primo semestre dell’anno che fanno registrare un ulteriore calo di fatturato del 6,1% e una perdita operativa di 20,4 milioni di euro, l’azienda, adesso deve recuperare al più presto la sua competitività sui mercati e la sua redditività. Mai come in questo momento occorre realismo e senso di responsabilità da parte di tutti».

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