STORIE DI VITA 2

DOPO QUARANT’ANNI DI LAVORO CONCLUDE LA SUA ESISTENZA COME TORCIA  UMANA. Alcuni giorni fa è morto, a Catania, un operaio edile disoccupato, costretto a fare il venditore ambulante di frutta e verdura. Si era dato fuoco tempo addietro, il 19/ 9/2014. La vicenda è stata attenzionata sulla stampa locale per alcuni giorni, poi, data la notizia della morte, è calato un silenzio stampa pressoché totale sui risvolti dell’accaduto. Anche in questo modo si “forma l’opinione pubblica”, insabbiando avvenimenti scomodi, che possono “turbare la pace sociale”, il popolo non deve essere distolto dal torpore informativo in cui è tenuto. I […]
Condividi:

DOPO QUARANT’ANNI DI LAVORO CONCLUDE LA SUA ESISTENZA COME TORCIA  UMANA.

Alcuni giorni fa è morto, a Catania, un operaio edile disoccupato, costretto a fare il venditore ambulante di frutta e verdura. Si era dato fuoco tempo addietro, il 19/ 9/2014. La vicenda è stata attenzionata sulla stampa locale per alcuni giorni, poi, data la notizia della morte, è calato un silenzio stampa pressoché totale sui risvolti dell’accaduto. Anche in questo modo si “forma l’opinione pubblica”, insabbiando avvenimenti scomodi, che possono “turbare la pace sociale”, il popolo non deve essere distolto dal torpore informativo in cui è tenuto.

I FATTI.

Venerdì 19 settembre Salvatore La Fata di 56 anni, questo il nome del poveretto, veniva sorpreso in Piazza Risorgimento, a Catania, da  due agenti della Polizia Locale, mentre stava allestendo una improvvisata bancarella abusiva di frutta e verdura di stagione. I solerti Vigili Urbani, accertato che il La Fata non aveva nessuna autorizzazione per vendere le verdure, non ci hanno pensato due volte ad elevare la contravvenzione ed hanno minacciato di sequestrare anche la merce. Ed è allora che l’improvvisato fruttivendolo ha detto alle guardie: “Se mi requisite anche la merce io mi do fuoco!”, ma i vigili, impassibili, gli hanno risposto, in stretto dialetto catanese, ma che io riporto in italiano: “Vatti a comprare la benzina e datti fuoco, che vuoi da noi? Basta che lo fai lontano da qui.” Allora il La Fata, sotto lo sguardo impietrito e incredulo delle guardie, si è allontanato, è andato ad un vicino distributore di carburanti con una tanica, ha comprato della benzina, è ritornato nei pressi della bancarella, si cosparso di benzina e si è dato fuoco! Solo a questo punto, a quanto sembra, i vigili sono intervenuti chiamando il 118, ma anche se il La Fata è stato subito soccorso e ricoverato al reparto “grandi ustioni” dell’ Ospedale Cannizzaro di Catania, dopo più di una settimana di agonia, è deceduto.

I RISVOLTI.

La vicenda ha lasciato scompiglio nella città etnea, non si trattava di un anonimo disperato senza arte ne parte, ma di un apprezzato operaio edile, specializzato nella conduzione di pesanti mezzi edili, escavatori gru mezzi di movimento terra. Era anche iscritto alla CGIL, simpatizzante di un partito Marxista- Leninista del luogo. Un grande lavoratore, uno che ha iniziato a lavorare a 15 anni ed ha sempre  sostenuto la famiglia dignitosamente, così riferiscono i familiari e gli amici. La crisi, però, non guarda in faccia a nessuno, nel catanese, poi, sta sbriciolando come un rullo compressore tutto il tessuto economico e sociale di quella che una volta era ritenuta “la Milano del Sud”. Soprattutto, poi, nel settore edile la crisi è nera, come riferiscono i sindacati, molte ditte sono fallite, sono in sofferenze e non pagano i fornitori e le maestranze. Così il La Fata avanzava un credito, da anni, di diecimila Euro dalle ditte per le quali aveva lavorato, soldi che neanche con vertenze sindacali era riuscito a recuperare.

Rimasto senza lavoro, si era adattato, suo malgrado, nel fare l’ambulante  di frutta e verdura per sbarcare il lunario. Cosa può fare un operaio rimasto senza lavoro a 56 anni? Assoggettarsi a cercare verdura e frutta da vendere (comprandola? Raccogliendola autonomamente? Coltivandola? Nessuno riferisce), fino a quando i due Agenti Municipali non hanno fermato  questo pericoloso fuorilegge che importunava i cittadini catanesi per convincerli a comprare arance, fichidindia, senza pagare le tasse, occupando abusivamente il suolo comunale. “E’ triste dirlo, ma gli agenti hanno agito per far rispettare la legge,Catania ha bisogno di un generale ripristino  della legalità”, questa è stata la prima dichiarazione di un imbarazzato Sindaco Bianco, interpellato da un giornalista sui fatti accaduti. Fa senso sentire parlare di legalità, in una città come Catania, solo i lettori del luogo possono capirmi: strade periferiche di campagna  trasformate in discariche, la vista  del mare ostruita, per lunghi tratti, da una schiera di costruzioni abusive, ma anche da lidi non in regola,scarichi fognari non allacciati a nessun depuratore che scaricano direttamente a mare! Possibile che non c’è stato mai nessuno che non si è accorto di nulla? In realtà la giustizia borghese è, spesso,inflessibile con i poveri cristi ma a maglie larghe  con i porconi che rubano milioni di Euro.

LE REAZIONI.

Questa vicenda ha parecchio impegnato gli “organi preposti” nel gettare acqua sul fuoco ( mi scuso per il riferimento infelice), l’imperativo è, al solito, cercare di evitare che un gesto così dirompente possa scaldare troppo gli animi. I sindacati hanno organizzato dei presidi e delle manifestazioni sul luogo dei fatti. “La situazione è potenzialmente esplosiva – ha affermato il responsabile CGIL  edili locale – se non si interviene sarà difficile mantenere la pace sociale”, la preoccupazione principale dei sindacati. In effetti un’altra torcia umana è stato evitata, all’ultimo momento, pochi giorni fa! In verità la situazione catanese è veramente tragica, si percepisce quasi nell’aria, ma è non cade dal cielo come una maledizione. Nel nostro sistema economico più si produce più profonda è devastante è la crisi che si genera con la sovrapproduzione conseguente. Nel catanese, negli ultimi tempi sono fluiti fiumi di denaro (di quale provenienza?)  e si è investito costruendo in modo esagerato, devastando il territorio, ma questo ha generato una crisi paurosa nel settore edilizio, e nelle altre attività collegate. E i “benpensanti” hanno paura, la primavera araba, in Tunisia, con un venditore ambulante che si diede fuoco, alcuni anni fa! Allora è meglio evitare che si parli troppo di certe vicende e fare finta di niente, meglio lasciare la gente nel proprio torpore quotidiano.

PIERO DEMARCO

 

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.