Inquinamento Ilva Arpa: «Non ci sono rischi da inalazioni»

A settembre del 2013 abbiamo pubblicato una lettera che riprendeva i dati e le dichiarazioni di un articolo della gazzetta del mezzoggiorno a firma di Domenico Palmiotto. Riportiamo un estratto dell’articolo per chi non lo avesse letto TARANTO – «Attualmente la situazione nel rione Tamburi è buona. La popolazione residente non corre rischi dalle inalazioni». Dal suo osservatorio di direttore generale dell’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, Giorgio Assennato segue le vicende di Taranto e dell’Ilva giorno per giorno e non da ora. La sua «lettura» è rassicurante e sembra contrastare con quella scaturita sabato scorso dal convegno, […]
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A settembre del 2013 abbiamo pubblicato una lettera che riprendeva i dati e le dichiarazioni di un articolo della gazzetta del mezzoggiorno a firma di Domenico Palmiotto. Riportiamo un estratto dell’articolo per chi non lo avesse letto
TARANTO – «Attualmente la situazione nel rione Tamburi è buona. La popolazione residente non corre rischi dalle inalazioni». Dal suo osservatorio di direttore generale dell’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, Giorgio Assennato segue le vicende di Taranto e dell’Ilva giorno per giorno e non da ora. La sua «lettura» è rassicurante e sembra contrastare con quella scaturita sabato scorso dal convegno, svoltosi a Taranto, su iniziativa degli Ordini dei medici di Taranto e Brindisi, dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dall’Isde (medici per l’ambiente). Un convegno conclusosi con denunce choc che possiamo così riassumere: 1) anche se spegnessimo adesso l’Ilva, a Taranto la popolazione correrebbe rischi sanitari per almeno le prossime tre generazioni; 2) il 26 per cento della popolazione femminile è in menopausa precoce a causa della cattiva situazione ambientale; 3) altiforni così grandi come quelli dell’Ilva di Taranto non sono compatibili con la sopravvivenza in salute della popolazione. Giorgio Assennato, professore ordinario di Medicina del lavoro e già direttore della Scuola di specializzazione di Medicina del lavoro di Bari, a quel convegno non c’era, nè entra in polemica con i relatori, tuttavia mette in chiaro alcuni concetti. «Nella situazione attuale – spiega – rischi inalatori per la popolazione non ce ne sono anche perchè l’I l va ha fermato sette batterie delle cokerie per i lavori di ammodernamento». Ma allora i danni alla salute che subirebbero almeno tre generazioni di tarantini anche se fermassimo tutta l’Ilva ora? Assennato non nasconde la sua perplessità su questa denuncia. La perplessità di chi vorrebbe capire su quale fondamento scientifico poggia, ma, come detto, si tiene alla larga dalla polemica diretta e afferma: «Il problema sono le matrici ambientali, suolo, acqua e aria, sulle quali bisogna intervenire con la bonifica, con i programmi più strutturati. Perchè anche se fermassimo l’I l va , comunque rimarrebbe il problema di un territorio vasto da bonificare». Che Assennato non condivida molte delle denunce fatte nelle ultime settimane a Taranto, è noto. E da direttore generale dell’Arpa tiene ben distinta l’osser – vazione e l’analisi da tecnico dalle polemiche. Esempio, quando l’associazione ambientalista Peacelink ha detto che a Taranto ci sono quasi 9mila persone colpite da tumori prendendo il dato degli esenti ticket, Assennato ha subito affermato che «quel dato non aveva valenza di analisi epidemiologica. Avrebbe senso – aggiunse – se avesse evidenziato il valore storico in raffronto con quello attuale dei quartieri più vicini all’Ilva, nonchè comparato questo stesso valore col resto della città di Taranto e col resto della Puglia. Invece questo lavoro non è stato fatto». E ora che l’Asl di Taranto, parlando di tutta la provincia, ha detto che sono quasi 22mila gli esenti ticket per patologie oncologiche? « L’Asl ha già chiarito che si tratta di un dato amministrativo – afferma Assennato -. Quello che noi oggi riscontriamo per i tumori solidi deriva da un’esposizione di dieci anni fa, così come accade per l’amianto. A parte il fatto che non tutti i tumori sono causati dall’inquinamento»…..[domenico palmiotti]
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