Part-time Piaggio, la protesta si allarga

da  http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2014/09/06/news/part-time-piaggio-la-protesta-si-allarga-1.9884680 PONTEDERA. Si allarga la protesta dei lavoratori part-time della Piaggio. Dopo il presidio iniziato da Silvio Tecce e Barbara Monastra, una trentina di operai, loro colleghi e con gli stessi vincoli contrattuali manifestano solidarietà e condivisione dei problemi. «Rimanere cinque mesi senza stipendio non è più sostenibile», dice Emanuele Baggiani in rappresentanza dei part-time. «Abbiamo visto la protesta di Tecce e Monastra e ci siamo decisi a uscire allo scoperto – racconta Baggiani – perché siamo tutti nella stessa barca. Chi ha una famiglia non si può più permettere niente, solo la sopravvivenza e a volte non […]
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da  http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2014/09/06/news/part-time-piaggio-la-protesta-si-allarga-1.9884680

PONTEDERA. Si allarga la protesta dei lavoratori part-time della Piaggio. Dopo il presidio iniziato da Silvio Tecce e Barbara Monastra, una trentina di operai, loro colleghi e con gli stessi vincoli contrattuali manifestano solidarietà e condivisione dei problemi. «Rimanere cinque mesi senza stipendio non è più sostenibile», dice Emanuele Baggiani in rappresentanza dei part-time.

«Abbiamo visto la protesta di Tecce e Monastra e ci siamo decisi a uscire allo scoperto – racconta Baggiani – perché siamo tutti nella stessa barca. Chi ha una famiglia non si può più permettere niente, solo la sopravvivenza e a volte non si arriva nemmeno a quella». Il motivo sta nel fatto che i part-time lavorano nei picchi produttivi dell’azienda della Vespa. Negli ultimi anni il loro impiego si è ridotto a sette mesi, mentre nei restanti rimangono senza stipendio. «Piaggio ci dà la possibilità di lavorare per altre aziende nel periodo in cui non ci utilizza – prosegue Baggiani – ma in autunno nessuno assume e noi ci ritroviamo davvero in difficoltà. Piaggio chiama i contrattisti che, senza fare discriminazioni, tolgono lavoro ai part-time. Insomma, così si genera una guerra fra poveri che non giova a nessuno».

È giusto andare in piazza, secondo l’operaio, «ma sarebbe meglio riuscire a parlare col sindaco o con il presidente della Regione, Enrico Rossi, ai quali sarebbe da chiedere come pensano si possa vivere con soli sette mesi di stipendio all’anno».

In tutto i part-time sono 250. Fino al 2009 i mesi lavorati all’anno erano quasi dieci. Poi dal 2010 a oggi, sempre sette mesi su dodici, con l’esclusione del 2011 in cui vennero lavorati nove mesi durante l’anno.

Andreas Quirici

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